Il silenzio dei perdenti: come lo Zamalek crolla in crisi e nascosto tra sconfitte e conti in rosso
4 octobre 2025

Contesto e crisi interna
Lo Zamalek sta vivendo una delle fasi più difficili degli ultimi anni, guidato dall’allenatore belga Yanik Ferreira. La squadra ha visto un rallentamento in campionato e ha perso la leadership della Premier League egiziana, mentre all’interno del club regna una confusione che va dall’aspetto gestionale a quello economico, attraversando l’intera stagione.
Dopo la sconfitta per 2-1 contro l’Ahly in una sfida decisiva, la tensione è aumentata: i tifosi speravano in una svolta, ma l’esito delle partite successive ha amplificato l’instabilità interna. La situazione non è stata risolta da soluzioni chiare o definitive, e ogni incontro sembra aggiungere un nuovo livello di incertezza.
Conseguenze sul gioco e gestione
La crisi va oltre il piano tecnico: le controversie di gestione, i rapporti tra giocatori e staff e la mancanza di una linea chiara hanno alimentato un malcontento diffuso. Ferreira è stretto tra difficoltà finanziarie, arretrati salariali e pressioni dei tifosi; i suoi errori tattici hanno alimentato ulteriormente il malumore tra i giocatori e i membri dello staff.
La dirigenza, guidata da Hussein Labib, è stata poco presente pubblicamente, limitandosi a comunicazioni ufficiali senza piani concreti. Prima della sfida di andata contro l’Ahly, è stato pubblicato un comunicato che ringraziava giocatori e staff senza offrire soluzioni reali o scadenze.
Il club ha tentato altre mosse per riorganizzarsi: la nomina di un direttore sportivo, John Edward, per assumere responsabilità sul settore sportivo; nel frattempo una gestione finanziaria si è affidata a un prestito di 20 milioni di euro da parte di un membro dell’amministrazione per pagare parte degli arretrati, ma resta la domanda centrale: quando si risolveranno le criticità strutturali?
Conclusioni tattiche e prospettive
Gli esperti e vecchie glorie del club hanno esortato a una revisione completa della struttura, dall’allenatore al consiglio di amministrazione. Le prossime settimane saranno decisive per capire se Ferreira resterà al timone o se sarà necessario un cambio radicale. L’impressione è che senza una strategia chiara e senza una gestione trasparente, il rischio di un crollo prolungato rimane alto, con riflessi su tutto il tessuto sportivo ed economico del club.
In chiusura, il futuro di Ferreira e della dirigenza dipende dalla capacità di trasformare promesse in piani concreti e di restituire al pubblico una visione credibile di vittoria e stabilità. Il silenzio dei piani era più frustrante del silenzio radio: ora serve una voce, e magari anche una chiara linea di azione.
Riflessioni finali e note di leggerezza
Se i problemi fossero gol, Zamalek sarebbe già campione: purtroppo non basta l’immaginazione, serve impegno e una strategia reale.
Tra silenzi e rimpalli, il pallone corre più veloce della dirigenza: è l’unico giocatore che non resta in panchina, almeno lui non fa mai scena muta.
Humor finale: se la crisi avesse una rete, sarebbe in fuorigioco permanente; ma non preoccupatevi, nel calcio come nella vita, anche un salto indietro può portare a un passo avanti. E ora commentiamo con ironia: il pallone rimbalza, la dirigenza no.