Quando l’Angola svela il calcio africano: tra leggenda, Bola d’Oro e un Messi-Ronaldo in contesa
28 ottobre 2025
Contesto
La leggenda angolana Fabrice Akwa, conosciuto come Acqua, è una delle icone del calcio africano. Guidò la nazionale ai Mondiali del 2006, l’unica partecipazione della squadra a un Mondiale. Akwa ha vissuto esperienze professionali significative in Benfica e ha calcato i campi in Arabia Saudita, Qatar e nei club del Gruppo Al-Gharafa e Al-Wakrah.
Intervista e riflessioni
Koora intervista Akwa per chiedergli di valutare lo stato attuale del calcio africano, le dinamiche delle nazionali e la corsa alla Bola d’Oro tra Messi, Ronaldo e Salah.
Akwa osserva che la competitività cresce grazie agli investimenti nei club africani e alla presenza di giocatori africani nei principali campionati europei, che alzano il livello delle squadre finora considerate di minor rilievo.
Secondo lui, l’elemento chiave per far competere l’Africa con Europa e Sud America è investire nello sviluppo dei giocatori, avere stadi all’avanguardia e facilitare i trasferimenti verso l’Europa. È inoltre necessario cambiare la mentalità degli amministratori, che spesso pensano più al profitto che alla crescita del calcio nella regione.
Quanto al miglior giocatore africano attuale, Akwa preferisce non indicarne uno singolo ma elenca una dozzina di talenti di alto livello: Ademola Lookman, Ashraf Hakimi, Victor Osimhen, Mohamed Salah, Bryan Mbiyomo, Andre Onana, Serhou Guirassy, Omar Marmoush, Rami Ben-Sebaini, Gini Katamo.
Riguardo a Salah e la Bola d’Oro, afferma che Salah rappresenta una dimostrazione di costanza a livelli molto alti, ma ha dovuto competere contro i grandi della sua epoca, con Messi e Ronaldo, rendendo difficile la conquista del premio supremo. I suoi successi sono fonte di orgoglio per tutta l’Africa.
Riguardo a eventuali criteri differenti attribuiti ai giocatori africani nei premi mondiali, Akwa osserva che la matematica del voto è complessa e che la superiorità di alcuni campioni europei non sminuisce i grandi talenti africani.
Sulla probabilità che un giocatore africano vinca la Bola d’Oro in futuro, aggiunge che dipenderà dalla capacità di radicarsi nei campionati europei di alto livello e dall’abilità dei club di integrare i talenti africani nelle fila delle grandi squadre.
Parlando di Chico Banze e dello Zamalek, Akwa la descrive come una buona operazione: può richiedere tempo per l’adattamento, ma con stabilità Banzo potrà incidere significativamente sul club egiziano.
Esprimendosi sulla partecipazione dell’Angola all’AFCON 2025, definisce il raggruppamento (Egitto, Sud Africa, Congo D.A.R. e Zimbabwe) difficile ma equilibrato: l’Angola ha chance di sorprendere se saprà sfruttare al meglio le opportunità.
Riguardo l’insuccesso nel tornare al Mondiale, Akwa attribuisce la responsabilità all’insieme di problemi gestionali federali, rendimento in campo e perdita di punti in casa. Il Capo Verde ha meritato la qualificazione per il Mondiale 2026.
Visto il Clasico recente, l’intervistato ritiene che il Real Madrid abbia meritato la vittoria, mentre il Barcellona dovrà riconquistare la costanza per incidere sul lungo periodo.
Per quanto riguarda Lamine Yamal, Akwa riconosce il talento straordinario del giovane ma invita a lasciare che sia il gioco a parlare. Le provocazioni possono accompagnare la crescita, ma non devono distorcere la realtà delle prestazioni.
In chiusura, sottolinea che i giocatori africani hanno grandi capacità: con strutture migliori e una gestione più saggia, l’Africa può diventare una forza decisiva nel calcio globale. L’Angola può essere parte di questa crescita, sia in Africa sia oltre.
Battute finali per spezzare il tono: “Se l’Africa diventa casa del pallone, i palloni chiederanno permessi per atterrare.” E: “Il pallone è rotondo, ma le discussioni sull’oro restano tondi come la palla: basta giocare bene per farle girare.”