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Brazilia: Rafinha fuori rosa e la nazionale guarda avanti per le amichevoli di novembre

3 novembre 2025

Brazilia: Rafinha fuori rosa e la nazionale guarda avanti per le amichevoli di novembre
La convocazione di novembre promette riflessioni tattiche e nuove conferme per il Brasile

Convocazione e novità

L'allenatore Carlo Ancelotti ha annunciato la lista della nazionale brasiliana per la sosta internazionale di novembre. Il Brasile affronterà Senegal e Tunisia in due amichevoli, parte del percorso di ricostruzione in vista del Mondiale 2026. Tra le novità spiccano Victor Roque del Palmeiras e il ritorno di Ederson Morais, portiere attuale del Fenerbahçe e vecchio leone di Manchester City. Rafinha non è stato convocato per motivi di forma, confermando una fase di valutazione continua.

Roster e dettagli principali

Portieri: Bento, Ederson Morais, Hugo Sousa. Difesa: Alex Sandro, Caio Henrique, Danilo, Eder Militao, Fabrizio Bruno, Gabriel Magalhaes, Luciano Juba, Marquinhos, Paulo Henrique, Wesley. Centrocampo: André (Wolverhampton), Bruno Guimarães (Newcastle), Casemiro (Manchester United), Fabinho (Al Ittihad), Lucas Paquetá (West Ham). Attacco: Estevão (Chelsea), João Pedro (Chelsea), Luiz Henrique (Zenit), Matheus Cunha (Manchester United), Richarlison (Tottenham), Rodrygo (Real Madrid), Vinicius Junior (Real Madrid), Victor Roque (Palmeiras).

Brazil aveva già fissato la qualificazione al Mondiale 2026, quindi questa sosta serve anche a sciogliere dubbi e consolidare l’intesa tra i pezzi chiave della squadra.

Contesto post-match e riflessioni

La lotta è stata accesa dall'ultima sfida contro il Giappone, la prima sconfitta storica della nazionale verdeoro in incontri ufficiali o amichevoli tra i due club. I quotidiani hanno commentato aspramente l’andamento della partita, sottolineando che non resta spazio per errori nel cammino verso il Mondiale. Secondo AS, Ancelotti ha chiuso la finestra di ottobre con certezze ma anche con dubbi aperti; la base è solida, ma la panchina cerca soluzioni e rinforzi a centrocampo e in difesa, con Fabrizio Bruno al centro delle attenzioni dopo la sconfitta di Tokyo.

Il difensore ha chiesto scusa pubblicamente, dichiarando che si assume la responsabilità e che l’impatto sarà una lezione per la sua carriera. Le sue parole hanno riacceso il dibattito sull’equilibrio tra stimoli e pressione, soprattutto in chiave Mondiale.

La stampa ha insistito sull’idea che non ci sia spazio per la superbia: serve lavoro costante e lucidità, soprattutto quando si è sotto i riflettori.

In chiusura, l’articolo evidenzia che questa fase è anche una curva di apprendimento per la difesa, dove Edder Militao e Gabriel Magalhães restano pedine fondamentali, mentre i sostituti devono ancora crescere.

“Mi assumo la responsabilità e l’obiettivo resta crescere”, ha dichiarato Fabrizio Bruno in un momento di riflessione collettiva.

Storia recente e sviluppo

Da oltre trent’anni Brasile e Giappone hanno intrecciato una dinamica ricca di alti e bassi: dagli esordi amichevoli degli anni ’80 alle sfide odierne, la crescita asiatica resta un termometro importante per la Seleção. Nel 2005 e successivamente, il confronto ha mostrato evoluzioni tattiche e una costante crescita della disciplina giapponese, pur restando dominante la tradizione brasiliana in molte sfide.

Nel 2006 la Brasilia ha brillato in una vittoria 4-1 che ha segnato la continuità della dinastia, mentre nel 2012 e nel 2014 le goleade hanno confermato la potenza offensiva della squadra. Nei confronti recenti, il Giappone ha imposto una pressione che ha costretto la Seleção a rivedere i propri tempi di gioco e le scelte difensive. Nel 2022 a Tokyo, Neymar e compagni hanno mostrato segnali di crescita ma hanno dovuto affrontare una sconfitta storica, un promemoria duro ma utile sul cammino verso il Mondiale.

La stampa internazionale vede la nazionale brasiliana in fase di riequilibrio: la migliore versione è solida, ma serve continuità nelle scelte e una gestione attenta della panchina. In attesa del Mondiale 2026, ogni raduno diventa una pagina da scrivere con calma, ma con ambizioni molto concrete.

E ad ogni convocazione, la pressione si rinnova: una squadra di stelle non basta se non c’è coesione, strategia e un pizzico di fortuna. La strada è lunga, ma il sogno resta aperto.

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Marco Limprevedibile

Sono Marco Limprevedibile, giornalista sportivo italiano nato nel 1994. Appassionato di pittura contemporanea, escursioni costiere e cafeologia, condivido con entusiasmo la mia visione sensibile dello sport.

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