Incubo Bahrain: Sauditi in bilico nel playoff asiatico per il Mondiale 2026
12 ottobre 2025

Una vecchia maledizione
La nazionale saudita punta su diverse ipotesi quando affronterà l'Iraq nell'ultima giornata del gruppo A del playoff asiatico per la qualificazione al Mondiale 2026.
Un pareggio o una vittoria garantiranno la qualificazione diretta, e permetteranno di tornare tra i grandi del mondo, in un torneo che vedrà 48 squadre negli Stati Uniti, in Canada e in Messico.
La selezione saudita ha vinto contro l'Indonesia 3-2 nella prima giornata, mentre l'Indonesia è stata sconfitta dall'Iraq 1-0; ora la sfida tra le due nazionali arabe è decisiva per l'accesso diretto al Mondiale, con il secondo posto che giocherà i playoff per la qualificazione.
Una vecchia maledizione
Il verde saudita dovrà voltare pagina e chiudere una vecchia maledizione che, nel corso degli anni, resta una zavorra nelle qualificazioni passate.
Alle qualificazioni per il Mondiale del 2010 in Sudafrica, l'Arabia Saudita si trovò di fronte a una missione difficile: non occupò i primi due posti, finì terza e dovette affrontare un playoff asiatico e poi un playoff globale.
Nel playoff asiatico, l'Arabia Saudita fu confrontata dal Bahrain; il pareggio dell'andata a Manama creò speranza di una finale a Riyad.
Ma ciò che seguì fu un incubo: il pareggio fu confermato e Bahrain avanzò al playoff globale grazie all'uso della regola dei gol in trasferta, lasciando l'Arabia Saudita con una memoria amara.
Al 13' Nasser Al-Shamrani portò avanti l'Arabia Saudita, ma Bahrain rispose a 42' con Jesse John e la partita restò in parità fino al termine, poi nel recupero Ismail Abdul-Latif trovò il gol decisivo per siglare il 2-2 finale, condannando gli arabi al playout mondiale.
Questo pareggio riaprì la memoria di una sconfitta senza pari, che ha accompagnato la storia della nazionale saudita nel corso degli anni, una cicatrice che la speranza di Renard cerca di curare.
Renard guida il sogno
Il francese Hervé Renard, ct della nazionale saudita, porta sulle spalle le speranze del Paese nel raggiungimento del Mondiale 2026.
Se dovesse arrivare la qualificazione, Renard diventerebbe il primo allenatore a guidare i Sauditi a due Mondiali (la prima nel 2022) e il quarto straniero a conseguire tale traguardo, dopo un tedesco, un argentino e un olandese.
E la tradizione dei grandi allenatori non è finita qui: Mohammed Al-Khuraishi nel 1994, Otto Pfister nel 1998, Slobodan Sant(tr)oš, Gabriel Calderón hanno segnato la strada prima di Renard in questa epopea mondiale.
Con Bert van Marwijk a guidare nel percorso verso Russia 2018, la nazionale saudita ha già dimostrato che, con la guida giusta, può toccare i Mondiali. Sotto Renard, la squadra può tornare tra i grandi ancora una volta.
In questa cornice, la partita contro l'Iraq diventa il crocevia di una generazione: spezzare una maledizione e inseguire il sogno di un Mondiale allargato a 48 squadre.
Percorso e memoria si intrecciano: se la Saudi Arabia dovesse centrare l'obiettivo, Renard sarebbe l'artefice di un nuovo capitolo storico per il calcio saudita, coronando una carriera di successi internazionali.
La strada resta lunga e complessa, ma la passione dei tifosi è pronta a esplodere al primo segnale di qualificazione.
Punchline finale 1: Se la palla non va in porta, è solo una scusa per provare un altro tiro: la partita è come una pizza: anche se non va dritta, si può sempre rifare la porzione successiva. Punchline finale 2: Se l'Arabia Saudita fallisce, è solo una sconfitta: il calcio è fatto di seconde possibilità, e la seconda metà del tempo è spesso più interessante della prima.