L'identità misteriosa del Real Madrid: la mossa segreta che può ribaltare il Clasico contro il Barcellona
25 ottobre 2025
Anteprima tattica tra due volti della Liga
Il Real Madrid affronta la sua prima partita contro il Barcellona dall'addio dell'allenatore italiano Carlo Ancelotti e dall'arrivo di Xabi Alonso al suo posto, una svolta che regala ai Blancos un vantaggio inaspettato per la sfida di domenica.
Le tattiche di Ancelotti erano note al Barcellona e prevedere la formazione del Real era relativamente semplice per l'allenatore catalano Xavi; invece la squadra madridista ha acquisito un alone di mistero tattico in questa stagione sotto Alonso, che possiede una flessibilità molto maggiore rispetto al predecessore.
E ora pianificare la battaglia di domenica sera risulta particolarmente complesso per Xavi, soprattutto perché il Real non ha schierato una formazione fissa per ampi tratti della stagione.
Modelli e segreti che definiscono l'identità madrilena
“Il segreto del mistero che confonde gli avversari” è una delle frasi ricorrenti quando si parla di Alonso. All’inizio del suo incarico durante la Coppa del Mondo per club, l'obiettivo era conoscere a fondo i giocatori, ma cambiare spesso la formazione ha alimentato un alone di imprevedibilità che mette in crisi le controparti.
E poi, anche alcuni giocatori rientrano ora dall'infortunio, tra cui il capitano Dani Carvajal, e questa concomitanza di fattori ha spinto Alonso a sperimentare con diverse soluzioni.
Da quando è arrivato, la sua impronta è stata rapida: varietà di moduli e cambi di assetto da una partita all'altra.
L'impronta tattica di Alonso e la difesa alta
Alonso ha fornito una risposta alle difficoltà del passato trasformando la difesa in una linea avanzata che pressa già a centrocampo. La retroguardia sale e costringe avanti, mentre il centro e l’attacco mantengono una pressione organizzata che induce errori avversari. Questo ha portato a una migliore solidità difensiva e a una riduzione delle reti subite, contribuendo a una posizione di vertice in campionato.
In fase offensiva, Alonso mixa possesso controllato e ripartenze rapide, cercando di imporre tempi di gioco e cambi di ritmo con passaggi lunghi mirati o inserimenti sulle fasce.
In alcune gare difficili ha persino modificato l’assetto in corso per aumentare la densità offensiva o per proteggere il centro, mostrando coraggio nel riorganizzare i ruoli e nel fare cambi tattici immediati. Nonostante alcuni stop dovuti a una gestione aggressiva del pressing, la squadra ha acquisito una personalità capace di adattarsi a ogni scenario di gioco.
Il mistero dell'identità e i riferimenti storico-tattici
L’identità del Real Madrid in questa stagione resta un rompicapo per chi deve affrontarlo: ogni match propone opzioni diverse di posizione e di impostazione, complicando la preparazione dell’avversario. Contro la Juventus in Champions League, la difesa italiana ha provato a frenare Mbappé, lasciando spazio a Jude Bellingham che ha trovato la via della rete.
Quando si chiudono le vie per Vinícius e Mbappé, il centro può minacciare con Bellingham o Arda Güler oppure spingere uno degli esterni in supporto all’attacco. In questo modo, non esiste un unico Real Madrid contro cui ci si possa preparare: sta diventando una squadra capace di offrire sia un possesso fluido sia transizioni rapide.
Dietro questo “mistero” c'è un lavoro di analisi quotidiana guidato da Alonso e dal suo staff, con proiezioni video utili a capire movimenti e logiche di gioco. Alcuni giocatori si sono lamentati delle sessioni lunghe, ma quelle ore extra hanno aumentato la capacità di cambiare assetto e di eseguire istruzioni complesse sul campo.
Confronto con il periodo di Ancelotti
La differenza è evidente tra l’approccio di Alonso e quello di Ancelotti: quest’ultimo privilegiava una stabilità tattica orientata al 4-3-3 e meno rischi, lasciando spazio all’esibizione individuale delle stelle. Alonso, al contrario, adotta una mentalità più severa e orientata all’organizzazione di gruppo, definendo ruoli chiari in una struttura che cambia a seconda della partita.
Nell’aspetto difensivo, la gestione di Ancelotti puntava a una pressione contenuta, spesso avanzando solo in alto, mentre la squadra di Alonso pratica un pressing alto fin dall’inizio, cercando di strappare palloni in avanti e rendere più compiuti i contrasti a inizio azione, anche se ciò può aprire corridoi per ripartenze veloci.
In ambito offensivo, Ancelotti faceva affidamento su transizioni rapide e passaggi verticali dai centrocampisti, mentre Alonso preferisce costruzioni più ordinate e una progressione controllata finché non si trova il varco giusto per penetrare le difese avversarie.
Per quanto riguarda la gestione delle stelle, Ancelotti era spesso più conservatore, fiducioso nel modulo stabile; Alonso invece ha dimostrato coraggio nel prendere decisioni inattese, ad esempio magari lasciando a riposo un protagonista in una partita di grande rilievo per scopi tattici. Il tecnico spagnolo lavora molto con i giovani come Arda Güler, integrando l’analisi video e i dati per rendere lo stile più moderno e inclusivo rispetto all’approccio di Ancelotti, che faceva affidamento maggiormente sull’esperienza e sull’intuizione personale.
Nota finale: se Alonso cambia modulo quanto cambia la tua dieta, i difetti del tuo DNA vengono rivelati in tempo reale. E se ridi, ridici di gusto: il Real Madrid vince pure senza la tua approvazione.
Seconda battuta: se la tattica di Alonso fosse una pizza, sarebbe una margherita extra-sottile: croccante in superficie, incredibilmente adattabile al palato di chi guarda, ma sempre capace di restare una vera classica.