Una profezia di 13 giorni: perché l’Al-Ittihad ha licenziato Blanc
28 septembre 2025

Nel calcio esistono momenti in cui una frase pronunciata a freddo diventa una ombra che accompagna un club per settimane. L’episodio riguarda l’Al-Ittihad e una profezia di 13 giorni che si è avverata: l’addio a Laurent Blanc. Dopo la sconfitta in semifinale contro l’Al-Nassr, la dirigenza ha deciso di interrompere il legame con l’allenatore francese, chiudendo un capitolo turbolento e aprendo una fase di incognite.
Una profezia che si avvera
Il 15 settembre, Mohammed Noor, leggenda del club, affermò che l’allenatore sarebbe stato allontanato se la squadra non avesse superato la prova contro i rivali. Pochi giorni dopo, la realtà ha dato ragione a quella previsione: la sconfitta 1-2 in Super Cup contro l’Al-Nassr ha accelerato la decisione di rescissione, e Blanc è stato esonerato 13 giorni dopo le sue dichiarazioni.
Qualcosa va oltre una sconfitta
La sconfitta ha evidenziato problemi tecnici e una gestione che non è riuscita a trasmettere personalità. Si è parlato di mancanza di identità, di opportunità sprecate e di errori difensivi ripetuti. L’esonero ha avuto anche un peso economico, stimato attorno ai 4 milioni di euro, ma la società cerca ora un nuovo tecnico capace di offrire progetto, motivazioni e continuità.
Il club guarda avanti e valuta profili in grado di valorizzare i talenti e di restituire stabilità allo spogliatoio, in un contesto cruciale tra campionato e competizioni internazionali.
Tre alternative
Secondo fonti di stampa, tre nomi sono al centro delle discussioni: Xavi Hernandez, ex Barcellona; Luciano Spalletti, noto per rigore tattico e gestione dello spogliatoio; e Sergio Conceicao, allenatore portoghese con esperienza in contesti competitivi. Il club avrebbe contattato questi profili per valutare la loro disponibilità e le condizioni del progetto, inclusi eventuali investimenti di mercato e rinnovi contrattuali.
Sfide future
L’addio a Blanc non rappresenta la fine della crisi, ma l’inizio di una fase più impegnativa: il club dovrà fronteggiare sfide sia nel campionato sia in competizioni continentali; la tifoseria chiede un progetto chiaro, stabilità tecnica e un allenatore capace di valorizzare i talenti dentro una visione comune.
La lezione appresa
La storia dell’Al-Ittihad mostra che i nomi pesano, ma senza coesione e progetto non bastano. Serve una filosofia sportiva coerente, una guida dall’alto con carattere e una strategia di medio-lungo termine che restituisca identità al club e stabilità al gruppo.
Punchline 1: Se una profezia si avvera in 13 giorni, forse è meglio controllare l’orologio prima di firmare: altrimenti arriva il contratto e non la vittoria.
Punchline 2: Nel calcio saudita servono allenatori con carattere, progetti chiari e una buona dose di caffè: perché le riunioni rischiano di essere più lunghe delle trattative per i contratti dei giocatori.