Falchi Verdi in volo: il playoff asiatico guida l’Arabia Saudita verso il Mondiale 2026
7 ottobre 2025

Le porte della gloria si spalancano per la nazionale saudita: i Falchi Verdi mirano a conquistare la qualificazione al Mondiale 2026 nel playoff asiatico, cercando di chiudere le due sfide contro Indonesia e Iraq e assicurarsi un posto tra le migliori squadre continentali.
La squadra saudita arriva al playoff in ottima forma fisica e tecnica, avendo recuperato completamente l’undici titolare senza infortuni; per la prima volta da tempo è al completo prima di due appuntamenti decisivi contro Indonesia e Iraq a Jeddah.
A rafforzare le prospettive dei Sauditi c’è l’allenatore francese Hervé Renard, con una vasta esperienza e una capacità dimostrata di gestire grandi appuntamenti.
Il meccanismo è chiaro: chi vince il gruppo accede direttamente al Mondiale 2026; chi arriva secondo dovrà affrontare uno spareggio contro la squadra seconda del gruppo B per accedere al playoff globale.
Nelle righe seguenti, l’immaginazione artificiale delinea il futuro dell’Arabia Saudita nel playoff asiatico.
Arabia Saudita contro Indonesia... un’opportunità per affermare la forza
La sfida inaugurale contro l’Indonesia sarà un banco di prova importante per i Sauditi: nonostante i progressi recenti dell’Indonesia, il divario di esperienza e qualità resta a favore dell’Arabia Saudita.
La nazionale saudita punta su elementi esperti come punto di riferimento, affiancati da giovani talenti emersi nei campionati locali e all’estero. Tatticamente, Renard potrebbe optare per una pressione alta dall’inizio per imporre il ritmo e mettere subito sotto pressione l’avversario, con l’obiettivo di segnare presto.
L’Indonesia, pur dotata di velocità e spirito combattivo, deve dimostrare continuità in partite così decisive: la mancanza di esperienza nelle sfide decisive potrebbe pesare a proprio favore per l’Arabia Saudita.
"Dove c’è la palla, c’è la possibilità di una storia da raccontare", sembra sussurrare il copione tattico di Renard, che sa leggere gli avversari e adattare la strategia in corso d’opera.
Arabia Saudita contro l’Iraq... la sfida più dura e sensibile
L’Iraq è tra le squadre più competitive del Medio Oriente, con una tradizione consolidata nelle competizioni continental e una rosa composta da giocatori di livello in campionati arabi ed europei. Incontrarlo subito dopo Indonesia non sarà una passeggiata: l’avversario mette fisicità, dinamismo e una certa aggressività che metteranno a dura prova la difesa saudita.
La Saudi Arabia arriva al match con la piena disponibilità di risorse offensive, con attaccanti capaci di capitalizzare anche le occasioni più opache. Il supporto dalle fasce e una costruzione di gioco rapida dovrebbero permettere di creare opportunità da sfruttare contro una retroguardia irachena impegnata a contenere spazi e transizioni rapide.
Dal canto suo, l’Iraq resta una minaccia concreta: la qualità individuale dei suoi giocatori e la capacità di ribaltare l’inerzia di una partita rappresentano una variabile che Renard dovrà anticipare con cambio di ritmo e gestione del turnover.
Ruolo dell’allenatore Renard nel fare la differenza
Hervé Renard è uno dei punti di forza dell’Arabia Saudita nel playoff asiatico: allenatore capace di motivare e guidare la squadra in momenti decisivi, sa leggere gli avversari e modulare l’assetto tattico in base agli avversari. Sotto la sua guida, la nazionale saudita ha mostrato disciplina, coesione e una gestione delle energie che può fare la differenza contro Indonesia e Iraq.
La chiave resterà l’equilibrio tra esperienza e freschezza: Renard dovrà orchestrare cambiamenti mirati, assicurare la solidità difensiva quando serve e spingere sull’acceleratore offensivo nelle fasi giuste, mantenendo però compattezza e fiducia nel gruppo.
Con una società e tifoseria alle spalle e una tattica ben piantata, la leadership di Renard appare destinata a tracciare il cammino verso una possibile qualificazione diretta o, al minimo, un posto nel playoff globale.
Opportunità d’oro per raggiungere il Mondiale
Gli Azzurri del Gol hanno entrambe le partite in casa e partono con un vantaggio psicologico, certo, ma non va sottovalutato l’impegno: Indonesia e Iraq non regaleranno nulla. L’inizio di ottobre, lo stato di forma del collettivo e l’ordine tattico saranno fondamentali per definire chi passa direttamente e chi dovrà lottare nel playoff globale.
Con l’equilibrio tra esperienza e giovani leve, e con il sostegno del pubblico, il cammino verso il Mondiale 2026 appare estremamente realistico per l’Arabia Saudita, pronta a puntare sull’authentica identità calcistica del paese.
In caso di successo, la squadra saudita potrebbe celebrare una qualificazione storica e confermare una crescita continua del calcio nazionale durante la prossima era sportiva.
Arabia Saudita contro l’Iraq
Nel passato, l’Arabia Saudita ha disputato 37 incontri contro l’Iraq: 11 vittorie saudite, 17 successi iracheni e 9 pareggi. In totale sono stati segnati 90 gol nelle sfide tra le due nazionali, con 34 reti firmate dai Sauditi e 56 dai detentori dei colori iracheni.
Il trionfo più ampio nella storia degli incontri tra le due Nazionali risale al 1976, quando l’Iraq vinse 7-1 a Doha nel Gulf Cup, stabilendo una delle pagine più importanti, seppur controversa, di questa rivalità.
Arabia Saudita contro l’Indonesia
Il dominio saudita è evidente nei confronti dell’Indonesia: tra i due paesi si sono affrontati 16 volte, con 12 vittorie per l’Arabia Saudita, 3 pareggi e una sola vittoria indonesiana.
Secondo il sito ufficiale della nazionale saudita, l’Arabia Saudita ha segnato 45 gol contro i 8 dell’Indonesia. La loro prima sfida risale al dicembre 1980, a Riyadh, al stadio Prince Faisal bin Fahd, conclusasi con un netto 8-0 per i sauditi.
Per quanto riguarda la storia recente, l’Indonesia ha impiegato 17 anni per ottenere un pareggio contro i sauditi (1-1, amichevole del 1997 a Singapore) e ha incassato la prima vittoria storica contro l’Arabia Saudita nel novembre 2024 (2-0).
Punchline finale per chi ama la statistica: se la palla resta ferma, è probabilmente perché il gol ha chiesto ferie; se parte, è perché ha capito dove va segnato. E, tra una freccia tattica e l’altra, noi restiamo qui a contare i gol come si conta il numero delle dita della mano: uno, due, gol!
Punchline 2: Se Renard cambia modulo più spesso di una app di messaggistica, è segno che vuole mantenere la partita fresca come una mozzarella in riva al mare—e noi tifosi siamo qui per gustarla.