La celebrazione robotica di Haaland richiama la leggenda di Crouch
Il talento norvegese Erling Haaland ha festeggiato il gol di apertura con Manchester City, domenica scorsa, imitandone il celebre festeggiamento robotico reso famoso dall’inglese Peter Crouch alcuni anni fa.
Secondo il quotidiano britannico The Mirror, Crouch ha commentato l’episodio, scherzando: “ho camminato perché possano correre”, riferendosi al fatto che quella celebrazione ha ispirato i giocatori a ripeterla.
Crouch aveva introdotto per la prima volta questa esultanza nel 2006, durante una partita con l’Inghilterra.
Quella celebrazione è diventata un’icona e Haaland la ha fatta rinascere nel match contro Bournemouth aprendo il punteggio.
Il primo debutto della celebrazione robotica risale a 19 anni fa, quando Crouch segnò per l’Inghilterra in un’amichevole contro l’Ungheria e poco dopo la ripeté contro la Giamaica.
L’ex stella non ha perso tempo a commentare sui social, pubblicando che ha iniziato questa moda per farla proseguire dai giocatori successivi.
In seguito, Crouch tornò a celebrare con lo stesso gesto quando segnò la sua rete centesima in Premier League con Stoke City.
La doppietta di Haaland ha contribuito alla vittoria del City, riaprendo la stagione in campionato; Haaland ha ora 13 gol in campionato e resta uno dei protagonisti principali della stagione, con la stampa che lo confronta spesso i grandi argentini e i superstar del passato.
Guardiola ha elogiato Haaland, affermando che è atto a cambiare la partita ogni volta che entra in campo: “È al livello di Messi e Ronaldo, con una capacità di segnare e di trascinare la squadra che è incredibile”.
Parole che riflettono non solo le sue doti tecniche ma anche la sua attitudine: disciplina, fame di gol e una capacità di gestire la pressione che i grandi giocatori hanno sempre dimostrato.
Krauts… la leggenda che ha cambiato la prospettiva dei centravanti inglesi
Peter Crouch è stato uno dei centravanti più distinti della storia del calcio inglese, non solo per la sua statura imponente (2,01 m) ma anche per la sua personalità e il modo unico di giocare e celebrare. Nato a Macclesfield nel 1981, ha iniziato all’Accademia del Tottenham Hotspur e ha percorso una carriera lunga tra club di Premier League e non solo.
La sua gavetta lo ha visto passare per Queens Park Rangers, Portsmouth, Aston Villa e Norwich City, ma è a Southampton (2004-2005) che ha davvero dimostrato di essere pronto per i palcoscenici più importanti.
La svolta è arrivata con Liverpool nel 2005, dove, nonostante una partenza lenta, è diventato un volto chiave, contribuendo a una finale di Champions League e a una stagione in cui ha misurato la sua utilità oltre la sola altezza. Per l’Inghilterra ha accumulato 42 presenze e 22 gol, entrando nel ristretto cerchio dei centravanti utili e affabili, oltre che per il gol segnato a qualsiasi età.
La fama dell’esultanza robot risale al 2006, quando la mise in mostra durante un’amichevole contro l’Ungheria; da quel momento è diventata una firma riconoscibile, spesso rievocata quando i suoi ex club o gli avversari replicano quel gesto.
Successivamente, fu protagonista in numerose tappe: Portsmouth, Tottenham, Stoke City – dove ha vissuto la parte più stabile della sua carriera – e infine come giocatore e, poi, analista nel calcio britannico, continuando a ispirare le nuove generazioni con la sua versione del robot e con la sua personalità aperta e ironica.
Nel corso della sua carriera, Crouch ha segnato oltre 200 gol in tutte le competizioni, maturando una reputazione di funzionario affidabile, Leader sul campo e fuori, capace di unire tecnica, visione di gioco e una sensibilità sportiva che va oltre i semplici numeri.
La leggenda di Crouch resta viva, grazie a un mix di talento, altezza da record e una presenza che ha definito un’epoca del calcio inglese, con un contributo che va oltre i gol e che ha reso la sua carriera una storia di longevità e simpatia. Dopo il ritiro nel 2019, si è affermato come analista, portando la sua saggezza e la sua ironia nei talk show e nei programmi sportivi britannici.
In breve, l’eredità di Crouch continua a influenzare le nuove generazioni di centravanti, dimostrando che a volte una buona risata è il miglior assist per un lungo viaggio calcistico.
Note finali: se la tecnologia continua a evolversi, l’esultanza robot potrebbe diventare la nuova norma: attenti ai regolamenti e ai firmware, che l’automazione è pronta a invadere anche gli stadi in modo poetico e divertente.
Punchline 1: se la tua squadra segna, ma l’esultanza è troppo robotica, chiamate un tecnico di luci: potrebbe essere una personalità di spettacolo, non solo una celebrazione.
Punchline 2: e se l’avversario si imita la tua esultanza, è segno che la tua tattica funziona: o hanno copiato o hanno tonnellata di caffeina, ma wow, che show.