Da quando il Real Madrid ha nominato Xabi Alonso come allenatore, la squadra appare orientata verso una ristrutturazione concettuale della sua identità. Il tecnico arriva con una visione chiara di squadra, disciplina e dinamismo, dove nessun giocatore ha una posizione automatica e ogni scelta è funzionale al progetto.
Nel frattempo Vinícius Júnior avvia la stagione credendo di essere uno dei pilastri del nuovo ciclo, soprattutto dopo la partenza di Karim Benzema. Nasce così una relazione inizialmente collaborativa, ma che nasconde differenze di filosofia tra l'idea di Alonso e la superstar brasiliana.
Nei primi mesi, Vinícius cerca di inserirsi nel progetto mettendo in campo una disponibilità al dialogo. Il tecnico, da parte sua, sottolinea l'importanza del giocatore ma richiama l'attenzione sull'esigenza di una squadra coesa e orientata al bene collettivo.
Con l'avanzare della stagione, la filosofia di Alonso comincia a emergere in modo più netto: Vinícius non sempre è impiegato per 90 minuti, nonostante l'impatto offensivo. La stampa inizia a chiedersi se le scelte siano vere limitazioni tecniche o un tentativo di non trasformare la stella in una dipendenza assoluta della squadra.
In quel periodo, Alonso spiega che le rotazioni servono a mantenere l'equilibrio e a preservare il rendimento in tutte le competizioni. Vinícius resta relativamente silenzioso sulle decisioni, ma sul campo some segnali di frustrazione emergono in momenti di gestione del minutaggio, soprattutto quando si ritiene di poter ancora fare la differenza.
Fatti e numeri iniziano a raccontare la storia: 13 partite tra Liga e Champions portano Vinícius a 880 minuti complessivi, con una presenza frequente ma non sempre da protagonista assoluto in campo. In Liga, su dieci incontri, ha esordito 8 volte da titolare e 2 come sostituto, mentre in Champions la situazione è simile, con qualche apparizione da subentrato e poche gare terminanti al 90'.
Esplosione di rabbia
Durante il Clasico emergono tensioni importanti: Vinícius esprime pubblicamente la sua frustrazione dopo una sostituzione al 70º minuto, accompagnando l'uscita con gesti visibili e parole che lasciano intendere una frattura temporanea tra l'ala brasiliana e l'allenatore. L'episodio lo vede lasciare rapidamente gli spogliatoi, senza sedersi sul bancone dei sostituti, per poi tornare poco dopo con un atteggiamento più chiaro di insofferenza.
Osservatori e telecamere mostrano Vinícius in visibile disagio, mentre Alonso evita polemiche pubbliche e cerca di mantenere lo sguardo sul campo. Alcuni compagni intervengono per calmare l'atmosfera, ma resta evidente che la gestione del momento ha segnato un punto di possibile rottura all'interno della squadra.
Nei rivoli di DAZN si aggiungono scene in cui Vinícius è ascoltato mentre alza la voce, rincorrendo una risposta di Alonso che resta ferma e misurata, segnando così la distanza tra una stella leader e la necessità di un gruppo compatto in una sfida di alto livello.
La calma di Alonso
La conferenza stampa successiva vede Alonso parlare con lucidità: considera essenziali i tre punti conquistati nel Clasico non solo per il risultato, ma per la fiducia e la mentalità che trasmettono al gruppo. Sottolinea che la vittoria è frutto del lavoro collettivo e che la pressione non va interpretata come liberazione ma come motivo per restare concentrati.
Per quanto riguarda la situazione di Vinícius, l’allenatore promette chiarezza dentro la squadra senza alimentare polemiche: lavorerà per mantenere l’equilibrio, capire le differenze tra personalità diverse e garantire che la dinamica offensiva resti conforme agli obiettivi comuni. Il timore di spaccature è presente, ma Alonso ribadisce che il focus resta la competitività sul campo.
Mbappé prende il sopravvento
In questa fase Mbappé emerge come l’attaccante di riferimento in fase decisiva, fornendo soluzioni offensive e guidando una parte della manovra che prima gravava su Vinícius. Nei 13 impegni tra Liga e Champions, Mbappé segna 16 gol e aggiunge due assist, ridefinendo la mappa offensiva della squadra e costringendo gli avversari a una gestione diversa della marcatura.
Questo nuovo assetto sposta l’attenzione non solo su Mbappé, ma anche su come Vinícius debba adattarsi a un ruolo più di supporto e di collaborazione, spostando progressivamente l’ago della bilancia dalla leadership assoluta di Vinícius al livello di coesione e mutua dipendenza con il francese. La domanda resta: questa crisi è passeggera o è l’inizio della fine della leadership di Vinícius al Bernabéu?
In chiusura, l’analisi suggerisce che il Real Madrid stia esplorando un equilibrio tra talento individuale e disciplina collettiva, pronta a evolversi con i prossimi impegni. Le prossime partite saranno decisive per capire se la nuova formula offensiva permetterà a Vinícius di riassumere centralità o se sarà Mbappé a dettare i ritmi della squadra.
Punchline 1: se Alonso vuol giocare a scacchi, che gli dia una scacchiera grande come il Bernabéu e una pila di pezzi che duri tutta la stagione. Punchline 2: Vinícius è una freccia, Mbappé è un balestra: vedremo chi colpisce per primo, ma nel frattempo il pubblico ride e mangia popcorn al ritmo del contropiede.