Miami Plan: quando la Liga alza i toni e i club chiedono chiarezza
15 ottobre 2025

Tensione tra club e Liga intorno al Miami Plan
Le dinamiche del calcio spagnolo vivono una tensione crescente tra i vertici dei club della Liga e l’ente della Liga, insieme a Villarreal e Barcellona, a causa del cosiddetto 'Miami Plan'.
Si è registrata l’assenza di LaLiga, di Villarreal e del Barcellona dall’incontro previsto per martedì, convocato dai vertici delle squadre per discutere il progetto controverso, cosa che i giocatori hanno interpretato come una presa in giro deliberata nei loro confronti.
Secondo il quotidiano As, l’incontro mirava a chiarire i dettagli del progetto ai giocatori, ma l’associazione e i club interessati non presero parte, e tentarono di posticipare l’appuntamento a date in cui le squadre avrebbero avuto impegni di partite o allenamenti, fenomeno che i vertici considerarono un tentativo di ostacolare il dibattito e impedire la loro partecipazione.
I vertici delle squadre della Liga chiedono informazioni precise prima di accettare la 'Miami Plan', in particolare riguardo all'articolazione della garanzia dei loro diritti previsti dall'accordo con l'associazione, al meccanismo di distribuzione dei ricavi e al numero e al calendario delle partite che si giocheranno all’estero.
Finora, i giocatori ritengono che l’associazione continui a operare con opacità, senza offrire sufficiente trasparenza.
La Asociación de Jugadores Españoles ha esteso inviti ai presidenti di Villarreal e Barcellona - quali sostenitori dell'iniziativa insieme alla società Relivent - nonché a Javier Tebas, presidente della Liga, ma nessuno di loro era presente.
La notizia ha riferito che la Liga ha giustificato l’assenza citando problemi di calendario, affermando la volontà di sedersi presto con i giocatori per chiudere la questione, mentre i vertici ritengono che le scuse siano puerili e che l’accaduto sia una 'posizione di arroganza'.
Barcellona, inizialmente disponibile a partecipare all’incontro, ha poi modificato la sua posizione; Villarreal ha invece sostenuto di non aver ricevuto l’invito, nonostante sia stato inviato venerdì scorso, secondo quanto riportato dal quotidiano.
Fonti per As hanno confermato che i club hanno adottato lo stesso atteggiamento della Liga, tentando di posticipare l’incontro senza fornire spiegazioni convincenti, aumentando la frustrazione dei vertici che, da mesi, percepiscono una carenza di trasparenza e informazioni; alcuni giocatori hanno persino chiesto all’Associazione dei giocatori se fosse necessario recarsi a Madrid per l’incontro.
Con l’aggravarsi della situazione martedì, LaLiga e l’Associazione dei Giocatori Spagnoli si scambiarono una serie di messaggi, ma senza includere le informazioni richieste dai giocatori.
L’Associazione dei Giocatori ha chiarito che l’idea di un accordo del 2018 su una partita a Miami non è accurata, sottolineando che la proposta di quel periodo contemplava la possibilità di disputare la partita negli Emirati Arabi Uniti, non negli Stati Uniti.
Nonostante l’assenza di LaLiga e dei club, l’Associazione dei giocatori ha colto l’occasione per trasformare l’incontro in una riunione interna ai soli capi delle squadre, durante la quale sono state discusse le prossime mosse; i giocatori hanno espresso profondo scontento per il modo in cui la Liga gestisce la questione, ritenendo che i giocatori – tali da essere la spina dorsale della competizione – vengano ignorati in una questione che li riguarda direttamente.
Piano Miami
Negli ultimi anni, il panorama calcistico spagnolo ha assistito a significativi cambiamenti nella gestione della Liga, con l’obiettivo da parte dell’ente di espandere la propria influenza a livello globale attraverso idee di marketing ambiziose. Uno dei piani più evidenti, noto come 'Piano Miami', prevede il trasferimento di alcune partite ufficiali all’estero, in particolare negli Stati Uniti; presentato per la prima volta nel 2018, incontrò allora l’opposizione della Real Federación Española de Fútbol e della FIFA, e solo recentemente è riaffiorato.
E nonostante la costante insistita dall’ente che questo progetto possa aumentare i ricavi delle squadre e far crescere la popolarità della competizione a livello globale, i vertici spagnoli e la maggior parte dei giocatori hanno espresso preoccupazione in diverse occasioni circa la possibile compromissione dei loro diritti o l’impatto sulle componenti sportive e organizzative del torneo.
Questa preoccupazione deriva da diverse ragioni: in primis la mancanza di chiarezza sui meccanismi di distribuzione degli introiti derivanti dalle partite all’estero, e la paura delle squadre di perdere una parte dei ricavi da biglietti e pubblicità locale a favore di attività esterne da cui non tutti potrebbero beneficiare in modo equo.
Al contempo, emergono preoccupazioni degli giocatori per l’affaticamento derivante dai viaggi a lunga distanza in una stagione già molto serrata, soprattutto per i loro impegni continentali e internazionali, e per il fatto che non partecipano alle decisioni che riguardano direttamente il loro futuro professionale e sportivo. Tali timori si sono intensificati di fronte alle frequenti posizioni della Liga che ostacolano una comunicazione diretta con i rappresentanti dei giocatori durante la discussione sul 'Piano Miami' di recente.
Esperienze precedenti in altri campionati europei mostrano che l’idea di disputare partite ufficiali all’estero non è semplice: richiede un accordo tra tutte le parti interessate - federazioni, club, giocatori e tifosi. Inoltre, l’attuazione richiede piena trasparenza sugli obiettivi, benefici e rischi, nonché rispetto delle leggi locali e internazionali, e la tutela degli interessi della competizione e dei suoi valori tradizionali.
In proposito, la tensione tra i vertici dei club e LaLiga persiste: i capi ritengono che trasparenza e comunicazione adeguata siano la chiave per risolvere le questioni nate dalle ambizioni commerciali, mentre l’ente conta che le sue mosse siano necessarie per mantenere la competitività della lega nell’evoluzione globale del mercato del calcio.
QZ-2: E come direbbe un grande comico: «Nel calcio, come nella vita, se la trasparenza è la regola, le chiacchiere restano in panchina: ma qui siamo in tempi supplementari senza alcun gol annullato.»