Prima del Clasico, Alonso rimodella il Real Madrid: la rinascita di una macchia bianca
20 ottobre 2025

La rinascita del Real Madrid sotto Alonso
Xabi Alonso, l’allenatore del Real Madrid, ha superato lo shock iniziale dell’approdo sulla panchina bianca all’inizio dell’estate, subentrando a Carlo Ancelotti, che era uscito di scena dopo una stagione segnamentalmente negativa nel 2025.
All’esordio non è stato semplice: i risultati nel Mondiale per club di agosto hanno mostrato una squadra ancora in fase di rodaggio, ma l’accesso alle semifinali non ha cancellato dubbi sull’impatto complessivo.
Nei gironi della competizione mondiale, il Real Madrid è partito con un 1-1 contro l’Hilal, ha poi battuto Pachuca 3-1 e Red Bull Salisburgo 3-0, ha avuto la meglio su Juventus 1-0 nei quarti e su Dortmund 3-2, prima di crollare 4-0 contro il Paris Saint‑Germain.
Le mosse in estate, la sua filosofia e il Clasico
Durante l’estate la dirigenza madridista, guidata da Florentino Pérez, ha deciso di rinnovare la rosa con volti nuovi, scegliendo Alonso (43 anni) come guida di una squadra meno anziana rispetto al precedente coach (66 anni).
Le trattative hanno puntato principalmente a rafforzare la difesa: Trent Alexander-Arnold dal Liverpool e Din Husen dal Bournemouth, poi Álvaro Careras da Benfica e Franco Mastantuno da River Plate.
Dopo la battuta d’arresto del Mondiale per club, Alonso ha guidato una serie di sette vittorie consecutive, con sei successi nelle prime sei gare di Liga contro Osasuna, Oviedo, Mallorca, Real Sociedad, Espanyol e Levante, più una vittoria faticosa contro Marsiglia in Champions.
Poi è arrivata una battuta d’arresto pesante nel derby contro l’Atletico Madrid (2-5), ma Madrid ha ritrovato slancio con tre vittorie di fila contro Kairat Almaty (5-0), Villarreal (3-1) e Getafe (1-0).
In 17 match dall’arrivo di Alonso, il Real ha collezionato 14 vittorie, un pareggio e due sconfitte, segnando 38 gol e incassandone 18, con sette clean sheet.
Tra poche settimane Alonso affronterà il suo primo Clasico da allenatore, ricordando di averlo giocato con la maglia del Real Madrid tra il 2009 e il 2014.
Una delle linee guida è stata dare fiducia ai talenti spagnoli: è spuntata la promessa Gonzalo Garcia, mentre Álvaro Carerres e Din Husen sono tra i pilastri; in alcuni frangenti si affida anche a Dani Ceballos e a Raúl Asensio.
La scelta è anche una questione di età: puntare su giocatori spagnoli per abbassare l’età media, tenendo conto degli infortuni e della condizione fisica. Nella rosa convivono elementi come Antonio Rüdiger e David Alaba, Camavinga, Mendy e Jude Bellingham.
Allo stesso tempo Alonso ha lanciato talenti come Mastantuno e Arda Guler, che hanno trovato spazio a tratti, mentre i due brasiliani Vinicius Junior e Rodrygo sono stati alternati tra panchina e campo.
Forse per stimolare l’impegno, Alonso ha pescato la lotta con i rivali: Mbappé guida il PSG con 15 gol in 11 partite, e Arda Guler sta emergendo con tre gol e cinque assist.
Con il passare delle settimane, Alonso mira a rendere Real Madrid una macchina collettiva e disciplinata, non solo una somma di talenti. La prova principale arriverà contro Barcellona, mentre i blaugrana, guidati da Flick, sembrano in forma, ma il dominio mentale dell’ultima stagione resta una carta pesante.
Se Alonso cambia formazione, promette spettacolo: la panchina del Real diventa un vero laboratorio di tattiche, e sul Bernabéu le idee volano più veloci della palla. E se una palla esce dai giochi, è solo perché è giunta l’ora di una nuova idea di Alonso.