Quando l’estate delle rivoluzioni non basta: Isak, Gyokeres, Wissa e Simons tra guizzi e infortuni
12 novembre 2025
Trasferimenti estivi e avvio di stagione
In una estate segnata da tensioni, ribellioni e comunicati ufficiali, il calcio europeo ha visto una sequenza di trasferimenti rumorosi: stelle che spingono per muoversi, per convincere i club a venderle, inseguendo progetti più grandi e ruoli da protagonista. Appena chiuso il mercato, però, la realtà è emersa chiara: rendimento spento, scarsa condizione fisica e difficoltà tattiche che hanno trasformato promesse in delusioni.
Alexander Isak, Viktor Gyokeres, Jwan Wissa e Xavi Simons hanno scelto partenze a loro modo decisive, ma l’inizio di stagione li mette già di fronte a quesiti cruciali sulla validità delle loro scelte.
Isak: una spesa da record e un avvio opaco
Il trasferimento di Isak al Liverpool ha scatenato una vera e propria bagarre, maturata dopo una lunga rottura con Newcastle. Assente dalla prima fase di preparazione per un infortunio lieve, poi ha avanzato la richiesta di partire accusando il club di non aver mantenuto le promesse. Dopo una trattativa estenuante, Newcastle ha accettato di cedere l’attaccante per circa 125 milioni di sterline, segnando una cifra-record.
Ma l’avvio non è stato all’altezza: nelle prime otto gare con i Reds, Isak ha segnato solo in Coppa e non ha realizzato reti in campionato o in Champions, lasciando Liverpool in quota media e una parte della tifoseria titolare di aspettative non mantenute.
Secondo gli analisti, i problemi di Isak non sono del tutto individuali: ha saltato gran parte del precampionato a causa della trattativa, compromettendo condizione fisica e intesa con la squadra. Inoltre l’allenatore Arne Slot non gli ha fornito un sostegno centrale stabile, rendendolo spesso isolato davanti alla porta. Un infortunio al quadricipite in ottobre lo ha nuovamente escluso dai campi, alimentando i dubbi sul suo potenziale al Liverpool.
Gyokeres, Wissa e Simons: avvio altalenante
Viktor Gyokeres è stato al centro di una telenovela estiva: Sporting Lisbona non voleva cedere senza una clausola, ma l’attaccante svedese ha insistito per l’Arsenal, finendo per cedere per circa 63,8 milioni di sterline. L’inizio non ha però reso giustizia al clamore: in 14 gare totali ha totalizzato 6 gol, di cui 4 in Premier League. Nonostante l’elogio di Mikel Arteta per i movimenti e la collaborazione, la sua rete è stata intermittente e soprattutto non ha reagito come previsto ai turni più importanti del calendario.
La differenza tra lo Sporting e l’Arsenal è stata significativa: in Portogallo Gyokeres era un riferimento capace di muovere gli spazi, a Londra si è trovato in un sistema basato su possesso e passaggi corti che ha limitato le opportunità offensive. Inoltre un infortunio agli ischi, verificatosi a novembre, ha rallentato ulteriormente la sua rincorsa, pur mantenendo il potenziale di chiudere le partite con una marcatura decisiva.
Jwan Wissa ha vissuto una partenza difficile anche lui: trasferimento per 55 milioni di sterline e l’addio a Brentford per iniziare una nuova avventura a Newcastle. Poco tempo dopo è arrivata una lesione al ginocchio durante le qualificazioni mondiali con la RD Congo contro la Senegal, situazione che ha impedito un esordio immediato con i Magpies. Da quel momento ha affrontato ulteriori alti e bassi, impegnandosi per recuperare la forma entro le fasi finali dell’anno.
Xavi Simons, talento olandese, ha scelto Tottenham dopo aver lasciato Lipsia per l’impossibilità di tornare in Champions League con il vecchio club. L’arrivo è stato segnato da aspettative alte, ma i primi mesi non hanno lasciato tracce significative: 14 presenze, solo due assist e nessun gol. Il giovane ha faticato ad adattarsi al ritmo fisico della Premier, spesso impiegato in ruoli offensivi diversi dal suo habitat naturale di fantasista dietro le punte.
Sotto la guida di Thomas Frank, Tottenham ha mostrato una linea di gioco più cauta e meno inclinata all’esplosione offensiva, mettendo Simons di fronte a una realtà in cui le sue doti non sempre trovano lo spazio giusto per brillare. Il salto di livello non è garantito: passare da una situazione meno competitiva a una delle leghe più dure può rendere complicate le iniziali impressioni di un talento come Simons.
Conclusione: la stagione è partita tra promesse e difficoltà, e i quattro protagonisti mostrano che cambiare maglia non garantisce automaticamente una maglia da protagonista. Il tempo di adattamento è spesso soggettivo, ma la pressione del pubblico e della tifoseria resta un compagno di viaggio non da poco.
In conclusione, il mercato estivo ha creato un vortice di aspettative, ma l’inizio di stagione ha dimostrato che la transizione non è sufficiente: serve continuità, condizione e una chiara cornice tattica per trasformare le promesse in rendimento. E ricordate: nel calcio, a volte la vera svolta arriva quando meno te l’aspetti, come un talismano che all’improvviso inciampando si mette a funzionare.
Punchline finale 1: Se pensate che il mercato basti a farvi diventare campioni, ricordate che nel fuoco delle trattative si cuoce anche la realtà: a volte è solo il tostapane che ti brucia le idee. Punchline finale 2: E se l’inizio è brutto, non disperate: a fine stagione la statistica dirà che siete i grandi esperimenti della sala prove del calcio.»