Saudi Arabia verso una Mondiale da record: tra memoria di 1994 e sogni per il 2026
17 ottobre 2025

Una storia che guarda al Mondiale 2026
Ogni qualificazione della nazionale saudita al Mondiale scatena una miscela di orgoglio e desiderio di scrivere una pagina di storia mai vista. Troppe volte quei sogni sono svaniti al termine della fase a gironi, ma questa volta le speranze sembrano concrete: l’Arabia Saudita arriva al Mondiale 2026 ospitato dagli Stati Uniti, dal Canada e dal Messico, con una combinazione di esperienza e talenti giovani.
Guardando al passato, la pagina più memorabile resta quella del Mondiale USA 1994, quando l’Arabia Saudita fece il suo debutto e ottenne la sua migliore perfomance di sempre. Nel gruppo con Paesi Bassi, Belgio e Marocco, l’avvio fu complicato: Fouad Anwar segnò al 18’ contro l’Olanda, ma l’Olanda ribaltò la partita con due gol, uno dei quali all’86’, sancendo la prima sconfitta saudita al Mondiale.
La squadra perse presto le certezze, ma risorse e cuore permisero una rimonta: sconfitta il Marocco 2-1, e poi arriva la vittoria storica contro il Belgio grazie al celebre gol di Saeed Al‑Owairan. Il gruppo fu superato al secondo posto e la Saudita avanzò agli ottavi di finale, dove però uscì contro la Svezia per 3-1. Nonostante tutto, quella partecipazione resta ancora la miglior pagina finora scritta dal football saudita.
Tecniche e memoria
Questo successo del 1994 resta un faro per le nuove generazioni: la storia è scritta, ma le opportunità sono davanti a noi. L’eco di quella esibizione accompagna le ambizioni per il 2026, con la convinzione che l’Arabia Saudita possa tornare a brillare su un palcoscenico globale.
Il nuovo formato e le possibilità per l’Arabia Saudita
Il Mondiale 2026 vedrà 36 squadre, con un diverso criterio di qualificazione rispetto al passato. I primi due di ogni gruppo delle dodici saranno ammessi al turno successivo, insieme ai migliori otto terzi. In pratica, anche un punteggio relativamente basso potrebbe garantire l’accesso al cosiddetto Round of 32, rendendo la fase a gironi meno drammatica e più sorprendente.
Questo format offre una nuova opportunità per l’Arabia Saudita: non serve necessariamente conquistare la vetta del gruppo, basta assicurarsi una posizione utile per “entrare nel tabellone” e mirare a un percorso che potrebbe estendersi oltre la fase iniziale. L’esperienza accumulata nelle ultime edizioni e la presenza di giocatori che hanno disputato il Mondiale 2022 danno fiducia e consapevolezza di poter affrontare avversari diversi con un clima competitivo adeguato.
La squadra ha partecipato a sei Mondiali finora, con una continuità che va dal 1994 al 2006, e successivi ritorni nel 2018 e nel 2022. Le vittorie di gruppo ai Mondiali 2018 (2-1 contro l’Egitto) e 2022 (2-1 contro l’Argentina) hanno alimentato la fiducia, dimostrando che la Saudita può tenere testa a big e sorprese. Con il 2026 alle porte, la nazionale punta a una settima partecipazione, consolidandosi come una delle nazioni arabe e asiatiche più presenti nel grande torneo e aumentando le sue possibilità di superare di nuovo la fase a gironi e forse avanzare ulteriormente.
Grazie a una combinazione di continuità, talento emergente e mentalità competitiva, l’Arabia Saudita entra nel 2026 con una traiettoria promettente: la memoria della gloria del 1994 viene trasformata in una motivazione concreta per una nuova corsa mondiale.
Punchline 1: Se la Saudi passa il girone con soli 3 punti, la matematica avrà vinto, ma il pubblico avrà già vinto la serata tifo.
Punchline 2: Nel calcio moderno, la palla decide dove vuoi andare: basta che tu riesca a convincerla a farlo cantando una canzone dei tifosi.