Zidane torna in panchina: tra ricordi di Torino e sogni di Francia, pronto al futuro
12 ottobre 2025

Ritorno in panchina e influenza di Ancelotti
Lo storico fuoriclasse francese Zinedine Zidane, leggenda della Francia, del Real Madrid e della Juventus, ha annunciato che tornerà a guidare una squadra nelle prossime settimane, sottolineando che Carlo Ancelotti, suo mentore e amico, ha avuto un ruolo chiave nel suo percorso da allenatore.
Dopo aver lasciato il Real Madrid nel 2021, Zidane non ha ricoperto alcun ruolo da tecnico principale finora. La sua strada da allenatore è iniziata in Castilla, successivamente ha lavorato come assistente di Ancelotti nel Real Madrid nel 2014 e ha accompagnato la crescita della squadra in momenti chiave.
Carriera di allenatore e voci di mercato
Nel gennaio 2016 ha guidato la prima squadra per un periodo cruciale, prima di tornare in panchina in diverse occasioni. Dopo l’addio al Real Madrid, Zidane è stato accostato a club di primo piano come Juventus, Bayern Monaco, Manchester United e Paris Saint Germain, e anche a opportunità legate a scenari mai visti prima. Lui ha sempre mantenuto un profilo basso, ribadendo che l obiettivo principale resta la panchina della Francia.
Secondo dichiarazioni riportate dal giornalista Gianluca Di Marzio di Sky Sports, Zidane ha affermato che tornerà certamente ad allenare e che uno degli obiettivi principali resta la guida della nazionale francese.
Nelle chiacchiere di mercato ha ricordato che il cuore è legato a certi club, ma con un legame speciale resta la possibilità di guidare la Francia in futuro. Per ora non c è nulla di ufficiale, ma l interesse resta vivo e la curiosità dei tifosi è alta.
Origini, ricordi e stile di gioco
Zidane ha raccontato di come sia cresciuto credendo nel calcio fin da bambino, giocando per le strade di Marsiglia e vivendo un contesto familiare di origini algerine che ha forgiato la sua visione del gioco, ambiziosa e tecnica. Ha ricordato che la famiglia ha sempre valorizzato l impegno, i sacrifici e l importanza dei propri figli che seguono le sue orme.
Sul calcio di oggi rispetto al passato, Zidane ammette di sentire una certa nostalgia per una fase in cui l offensiva era al centro del gioco. Pur riconoscendo i progressi tecnologici e tattici, preferisce una scuola di calcio che privilegia l intensità offensiva e la brillantezza delle giocate.|
Da giocatore a allenatore: riferimenti e lezioni
Parlando della sua esperienza da giocatore della Juventus, Zidane ha ricordato come a Torino si sentisse sempre la pressione del successo, dal primo all ultimo minuto di gara. Ha citato momenti in cui la matricola si trasformava in squadra capace di vincere in casa e fuori casa, e ha ricordato l impressione lasciata da Andrea Agnelli, che lo chiamava per complimentarsi anche alle sei del mattino: un segno di rispetto e convinzione che aveva un grande peso.
Riguardo Alessandro Del Piero, Zidane lo ha definito uno dei migliori giocatori italiani con cui ha avuto la fortuna di condividere il campo, sottolineando come il gruppo fosse forte grazie all equilibrio tra talenti e spirito di squadra.
Riguardo la Champions League, ha spiegato che per Juventus è sempre stato difficile vincere l orecchio del trofeo massimo: “non basta la forza di una singola stagione, serve una combinazione perfetta di elementi, dirigenti, progetto e continuità”.
Il passaggio all allenamento e la visione futura
Riflettendo sul passaggio dall essere giocatore all allenatore, Zidane ha detto che la svolta è arrivata quando ha deciso di non viaggiare più come calciatore, ma di dedicarsi alla formazione. Dopo una pausa ha deciso di iscriversi a un corso di allenatore: tra i vari tecnici che ha incontrato, Marcello Lippi gli ha lasciato una lezione fondamentale, e Ancelotti è stato una guida preziosa che lo ha accompagnato dall inizio della sua carriera in Italia e oltre.
Ha ricordato che Ancelotti è stata una presenza importante, inizialmente come allenatore e poi come amico fidato, capace di ascoltarlo e di valorizzare le sue opinioni, un aspetto che Zidane ritiene essenziale per gestire la relazione con i giocatori.
In chiusura, Zidane ha espresso che la passione per il calcio deve guidare il lavoro di un allenatore: deve essere in grado di trasmettere un messaggio chiaro ai giocatori, mantenendo la fiducia anche nei momenti difficili. Il suo obiettivo resta chiaro: guidare la Francia in futuro, e il tempo gli dirà quando sarà pronto a prendere le redini della nazionale.
Nota finale, con una punta di ironia: quando Zidane torna in panchina, preparatevi a vedere schemi che si muovono più velocemente di una baguette in forno. Poi, una seconda battuta: se la Francia dovesse inciampare, non sarà colpa del tecnico, ma della sveglia troppo breve che non ha permesso ai giocatori di fare l ultimo sprint matto prima della partita.