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Addio al Bernabéu, una scelta studiata: Ancelotti guarda al Brasile e Alonso resta al timone

13 novembre 2025

Addio al Bernabéu, una scelta studiata: Ancelotti guarda al Brasile e Alonso resta al timone
Ancelotti guarda al futuro: Alonso al centro della rinascita madridista.

Riflessi sull’addio e sul futuro

Il tecnico italiano Carlo Ancelotti, tra i più vincenti della storia del Real Madrid, ha spiegato di aver lasciato la squadra l’estate scorsa per allenare la nazionale brasiliana. Ha descritto la scelta come ponderata e indimenticabile, pur riconoscendo la difficoltà di separarsi dai blancos. Ricorda i 15 trofei conquistati con Real Madrid, tra cui tre Champions League, come parte di un’eredità che desidera proseguire da una nuova panchina.

Alonso al centro della rinascita madrilista

Nel colloquio con AS, Ancelotti ha raccontato di aver saputo che quel giorno sarebbe arrivato e che l’addio è stato molto commovente, con abbracci ai tifosi e la soddisfazione di inseguire un sogno come allenare il Brasile. Ha definito Alonso come un elemento di fiducia: “non ha bisogno dei miei consigli” e spiega che segue ogni match del Madrid per monitorare i giovani brasiliani Vinícius Junior, Rodrygo, e l’emergente Bellingham, in un contesto di crescita costante.

Ha ricordato che la stagione scorsa è stata segnata da problemi difensivi, con infortuni di Militao, Carvajal e Rudiger, costringendo scelte tattiche differenti e giocatori spostati in ruoli non propri. Sottolinea che la mancanza di Kroos e Modric ha complicato l’equilibrio, ma assicura che non è tutto imputabile all’assenza di quei due fuoriclasse.

Infine, su Alonso, Ancelotti ha detto: “sono sicuro che avrà successo; Alonso sta guidando la squadra in modo magnifico”. Aggiunge che a Madrid anche un pareggio può diventare una crisi, ma l’orizzonte resta promettente: Mbappe è in ottima forma e Bellingham è tornato al top.

Una carriera leggendaria

Nato il 10 giugno 1959 a Reggio Emilia, Ancelotti ha giocato da centrocampista per Roma e Milan, tra gli altri club italiani. Da allenatore ha mosso i primi passi con la Reggina, passando poi per Parma, Fiorentina e Juventus, prima di arrivare al Milan nel 2001. Con i rossoneri ha scritto pagine europee, vincendo la Champions League nel 2003 e nel 2007. Nel 2009 ha guidato Chelsea, poi PSG, e due periodi al Real Madrid, dove ha conquistato tre Champions League ed una serie di titoli nazionali.

La sua filosofia si fonda sulla flessibilità tattica e sulla gestione delle personalità forti, con la capacità di far coesistere stelle come Vinicius, Rodrygo, Valverde e Bellingham. Sa adattare le strategie durante la partita e privilegiare un gioco offensivo bilanciato, rendendolo uno degli allenatori più amati sia dai giocatori sia dalle dirigenze.

Conclusione

La carriera di Ancelotti resta un percorso di successi e innovazione, capace di unire memoria storica e ambizione futura. Con Alonso al timone della fase tecnica, il Real Madrid appare pronto a nuove sfide, con una base solida e una visione chiara del gioco.

Se la tattica fosse una ricetta, lui la mescolerebbe con maestria: risulta gustosa anche quando ci si sente in bilico. E se Alonso perde una mossa, non temete: basta una passeggiata nel centrocampo per ritrovarla. L’umorismo non vince partite, ma aiuta a resistere alle pressing del calendario.

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Karim Lejaffa

Sono Karim Lejaffa, giornalista sportivo francese nato nel 1997. Appassionato di astronomia, scultura su pietra e danza contemporanea, condivido con entusiasmo la mia visione sensibile dello sport.

Domande frequenti

Qual è stata la ragione dell’addio di Ancelotti al Real Madrid?

Una scelta meditata per allenare la nazionale brasiliana, descritta come una sfida stimolante e indimenticabile.

Quali problemi ha citato Ancelotti per la stagione scorsa?

Infortuni difensivi (Militao, Carvajal, Rudiger) e squilibri tattici che hanno complicato l’assetto della squadra.

Cosa dice sul ruolo di Xabi Alonso?

Con fiducia: Alonso non ha bisogno di consigli ed è visto come un elemento chiave per la rinascita madridista.