Contesto e protagonisti
Trent Alexander-Arnold, terzino del Real Madrid, ha detto che continuerà ad amare il Liverpool qualunque sia l’accoglienza che lo riserverà l’Anfield martedì prossimo.
Si prevede che il giocatore di 27 anni rientri nella lista del Real Madrid per affrontare il Liverpool in Champions League, dopo essersi ristabilito da un infortunio al muscolo ischiatico.
La draw della competizione ha segnato un ritorno rapido di Arnold al club della sua infanzia, dopo un’estate di discussioni sul possibile trasferimento al Real Madrid, durante le quali lo schieramento destro ha ricevuto qualche fischio da parte dei tifosi del Liverpool all’annuncio della sua partenza.
Arnold ha rilasciato un’intervista a Prime Video Sport prima della sfida trasmessa sulla piattaforma, dicendo: «Quando è stato effettuato il sorteggio, quasi tutti hanno sentito che questa sfida fosse destinata, era prevedibile che questo scenario si sarebbe verificato».
Ha aggiunto: «Naturalmente sono una grande squadra, quindi sapevo che in qualche momento avrei dovuto affrontare di nuovo il Liverpool, sia al Bernabéu sia all’Anfield. È successo molto in fretta. Ho sentimenti contrastanti; sarà una partita molto difficile, ma sono molto entusiasta».
Arnold ha poi specificato che non festeggerà se segnerà contro la sua vecchia squadra, e ha parlato dell’accoglienza che si aspetta dai tifosi dei Reds: «Qualunque sia il modo in cui sarò accolto, è una decisione dei tifosi».
Ha proseguito: «Continuerò ad amare il club, rimarrò tifoso per sempre. Restituirò la gratitudine per le opportunità ricevute lì, e per ciò che abbiamo realizzato insieme; quei ricordi resteranno con me per sempre».
Ha aggiunto: «Qualunque cosa accada, i miei sentimenti verso il Liverpool non cambieranno. Ho ricordi che dureranno una vita; indipendentemente dall’accoglienza, non cambierà nulla nel mio cuore».
Il trasferimento al Real Madrid gli ha dato l’occasione di giocare accanto al suo collega di nazionale Jude Bellingham, che ha ammesso di aver avuto un ruolo importante nel convincerlo a unirsi al Bernabéu.
Arnold ha detto: «Ci sono state molte voci, tra cui una figura chiamata ‘l’agente Jude Bellingham’ che cercava di convincermi. Nel suo primo anno con il Real, ci incontravamo nei raduni della nazionale e tutti chiedevano dell’atmosfera dentro al club».
Ha aggiunto: «Mi ha detto che è stata un’esperienza straordinaria, e che non aveva mai visto nulla di simile in termini di ambizione, spirito del club e fame di vittoria. Parlava con grande entusiasmo del Real Madrid, e alla fine ho preso la mia decisione: sentivo di aver bisogno di una nuova sfida, dentro e fuori dal campo».
Una carriera notevole
Trent Alexander-Arnold è stato uno dei talenti di punta usciti dall’Accademia del Liverpool negli ultimi anni ed è diventato un simbolo della nuova generazione di terzini capaci di fondere solidità difensiva, visione offensiva e creatività nel gioco. Nato l’8 ottobre 1998 a Liverpool, è cresciuto nel club fin da bambino ed è entrato in accademia all’età di sei anni, avviando una lunga traiettoria di crescita.
Fin dalle fasi giovanili ha attratto l’attenzione per la sua intelligenza tattica e la capacità di servire cross precisi, elementi che hanno attirato l’interesse dei tecnici nelle varie categorie. Nel 2016, sotto la guida di Jürgen Klopp, ha avuto la sua prima opportunità in prima squadra, esordendo in Coppa di Lega contro il Tottenham, per poi consolidarsi.
La vera svolta arriva nella stagione 2017-2018, quando si impone come terzino destro grazie ai suoi rendimenti, soprattutto in Champions League, dove ha contribuito a portare il Liverpool in finale contro il Real Madrid. Da quel momento è diventato una delle chiavi di gioco di Klopp, grazie ai passaggi lunghi precisi, alle palle al centro e alla rapidità di avanzamento.
Con il Liverpool ha vinto la Champions League nel 2019 contro il Tottenham, la Premier League nel 2019-2020 – il primo titolo in 30 anni – e ha lasciato il segno anche in altri trofei internazionali. Ha infranto record di assist per un terzino in Premier League nelle stagioni precedenti, diventando una presenza costante per club e paese.
In nazionale inglese è stato un pilastro dal 2018, partecipando a Mondiali e Europei con contributi che hanno mostrato la sua versatilità anche a centrocampo. Non sono mancate critiche legate al lato difensivo, ma la sua crescita continua ha permesso di superare i dubbi, nonostante infortuni muscolari ricorrenti nell’ultima stagione con il Liverpool.
Nell’estate 2025 Arnold ha deciso di chiudere la sua avventura al Liverpool e trasferirsi al Real Madrid in un accordo che ha acceso le discussioni tra i tifosi Reds. Ha motivato la scelta come volontà di una nuova sfida in un club con una storia europea illustre, e la prospettiva di giocare accanto a Jude Bellingham gli ha dato ulteriore fascino.
Il suo arrivo al Real Madrid gli ha dato la possibilità di condividere il campo con il compagno di nazionale Jude Bellingham, che ha dichiarato di aver avuto un ruolo decisivo nel convincerlo. Arnold ha parlato delle voci sul suo futuro e dell’appeal della corte madrilena, descrivendo la prima stagione nel nuovo ambiente come un capitolo tutto da scrivere.
La carriera di Arnold all’interno della nazionale inglese rimane una costante della sua persona: visione di gioco, precisione nei passaggi e una leadership diversa, che ha fatto diventare lui e i Reds una squadra temibile sul palcoscenico internazionale.
La storia di Arnold è quella di una fusione tra fedeltà al club e desiderio di crescita, un mix che potrebbe continuare a definire il profilo di uno dei terzini più completi della sua generazione.
Per chiunque ami il calcio, restano due certezze: Arnold resta un giocatore capace di cambiare le partite, e il Liverpool non dimentica chi lo ha fatto crescere. Il Real Madrid, dal canto suo, ha messo in campo un uomo pronto a scrivere nuove pagine della sua carriera.
Conclusione: il calcio è fatto di scelte e di momenti. Arnold ha scelto una nuova sfida, ma il cuore resta legato a una città e a una galoppata di successi che non si dimenticano. E come diceva un vero maestro di ironia: se la tua squadra preferita è rossa, non è una febbre da novità, è pura adrenalina. E se l’adrenalina ti tradisce, almeno hai una scusa per chiedere una pizza in tempo utile.