Caos sugli spalti e regole più dure: come il Kuwait guarda al futuro del calcio
3 octobre 2025

Nuove norme per contenere il caos sugli spalti
Il consiglio dell’Unione calcistica del Kuwait ha approvato una modifica significativa all’articolo 24 delle norme di competizione, mirata a impedire la presenza di membri dei consigli di amministrazione delle squadre sulle panchine, indipendentemente dal loro ruolo all’interno della struttura dirigente. L’obiettivo è ridurre le pressioni sui direttori tecnici e sugli arbitri durante le gare, evitando scene di tensione che possono contagiare giocatori e pubblico. Il nuovo testo stabilisce chiaramente chi può sedere vicino alle aree tecniche e quali comportamenti sono permessi o meno nei confronti degli ufficiali di gara, contribuendo a un ambiente più controllato e professionale.
È stata integrata anche una revisione dell’articolo 45, che vieta la vendita o la distribuzione di inviti per i posti in tribuna principale, eliminando pratiche che potrebbero alterare l’accesso agli spalti o creare assembramenti incontrollati. Le nuove norme puntano quindi a fermare l’influenza di risorse esterne sulle decisioni arbitrali e a proteggere la sicurezza dei tifosi e dello staff durante le partite.
Questa iniziativa giunge in un contesto in cui la disciplina di calcio kuwaitiano ha dovuto affrontare una persistente ondata di proteste da parte di dirigenti delle società contro decisioni arbitrali, spesso sfociate in scambi verbali, contestazioni e persino contatti con arbitri o componenti degli staff avversari. L’episodio più emblematico è arrivato durante la sfida tra Qadsia e Kuwait, nella quarta giornata del campionato Zain Premier League, conclusa con una vittoria del Kuwait per 2-1.
Durante quell’incontro, la richiesta di rigore nei minuti di recupero ha acceso le luci della controversia: la verifica VAR ha annullato la decisione, scatenando una sequenza di proteste che ha visto dirigenti e tifosi avvicinarsi agli arbitri e agli ufficiali di campo. La situazione ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per riportare la calma e riportare la partita sugli spalti in condizioni di sicurezza.
In risposta, la Commissione di Disciplina ha emesso sanzioni pesanti: multe e sospensioni, con alcune figure vietate persino di assistere alle partite per periodi che arrivano fino a tre anni. Nel frattempo la Interior Ministry ha notificato l’arresto di dodici persone, tra presidenti di club, dirigenti e familiari, imputate di gravi violazioni tra cui ingiurie a pubblico ufficiale, resistenza alle autorità, aggressioni e diffamazione. Dopo qualche giorno i fermati sono stati rilasciati, in attesa delle nuove misure destinate a contenere simili episodi in futuro.
Queste azioni mostrano una volontà chiara di intervenire con severità per garantire la sicurezza e l’integrità delle competizioni e per tutelare l’immagine del calcio kuwaitiano agli occhi di sponsor, media e pubblico. Le autorità hanno insistito sul fatto che non ci saranno tolleranze verso comportamenti che minano l’ordine pubblico durante eventi sportivi, segnando un punto di non ritorno nella gestione delle crisi tra dirigenti, tifoseria e arbitri.
Nel contesto attuale, la scena calcistica kuwaitiana resta segnata da una recente, ma già storica, prosecuzione di sfide e rivalità che hanno definito la cultura sportiva della regione. L’Unione del Kuwait ha ribadito l’impegno a regolare l’intero ecosistema, non solo i rapporti tra dirigenti e arbitri, ma anche le dinamiche tra tifo organizzato e sicurezza, per permettere al calcio di crescere con responsabilità e trasparenza.
La stagione 2025-2026 segna la 64ª edizione della Kuwaiti Premier League. Il Kuwait difende il titolo, mentre il Jahra e lo Shabab sono saliti dalla seconda divisione e l’Al Yarmouk insieme all’Al Khaitan hanno visto cambiamenti significativi nel fronte delle squadre partecipanti. Tra i fatti salienti, il Qadsia ha registrato la vittoria casalinga più ampia contro l’Al-Nasr (4-0), mentre Kuwait e Al-Fahaheel hanno conquistato successi esterni per 3-1 contro l’Al-Tadamun e l’Al-Jahra.
La storia del calcio kuwaitiano è ricca di tappe e grandi nomi. Fondata nel 1952, la federazione ha aderito alla FIFA nel 1962 e all’AFC nel 1964, aprendo la porta a partecipazioni internazionali. La loro gloria include la vittoria della Coppa d’Asia nel 1980 e l’accesso ai Mondiali del 1982, momenti che hanno segnato una pietra miliare per il calcio del Golfo. A livello di club, Al Qadsia e Al Kuwait Sport Club hanno scritto pagine importanti, con successi nazionali e contatti con tornei continentali. Il calcio kuwaitiano conserva figure storiche come Jassim Yaqoub e Faisal Al-Dhakeel tra i migliori marcatori, e Ahmed Al-Tarablusi tra i migliori portieri della regione, nonostante periodi di difficoltà e sanzioni internazionali. In conclusione, la memoria di antiche e nuove imprese continua a ispirare la prossima generazione di calciatori kuwaitiani, mentre il presente guarda a un uso più responsabile delle regole e delle risorse di stadio.
Contesto storico: una lunga eredità
La storia del calcio kuwaitiano è ricca di tappe fondamentali: fondazione della federazione nel 1952, ingresso in FIFA nel 1962, nell’AFC nel 1964 e una tradizione di successi nelle competizioni regionali e continentali. Il Paese ha ospitato momenti memorabili come la vittoria in Coppa d’Asia e l’interpretazione di una partecipazione ai Mondiali che ha aperto nuove strade al calcio del Golfo. Le squadre nazionali hanno avuto periodi di grande rilievo, mentre le squadre di club hanno saputo offrire esempi significativi di successo e professionalità, contribuendo a consolidare la reputazione del Kuwait nel panorama calcistico internazionale.