Dalla Saudi Pro League ai riflettori europei: Hernández rompe le critiche e brilla con l'Hilal
11 ottobre 2025

Il francese Théo Hernández, terzino sinistro dell\'Al-Hilal, continua a offrire prestazioni di alto livello in questa stagione, dopo la sua partenza dal Milan.
Hernández, 28 anni, ha lasciato il Milan durante la sessione estiva, accettando di trasferirsi all\'Hilal per 25 milioni di euro.
La mossa criticata
La scelta di trasferirsi in Saudi Arabia a questa età ha suscitato un\'ondata di critiche da parte di tifosi e media europei, che hanno visto il passaggio come un allontanamento precoce dalla vetta.
Alcuni hanno sostenuto che Hernández ha scelto i soldi più della competizione, ricordando che era stato tra i migliori terzini d\'Italia e una colonna di Milan.
Altri hanno invece difeso l\'operazione, dicendo che l\'esperienza saudita sta ridefinendo il calcio e che l\'Hilal può segnare una nuova fase di crescita.
Tra critiche e endorsement, Théo ha risposto sul campo, offrendo prestazioni solide e dimostrando che la voglia di successo non dipende dal luogo ma dalla mentalità.
Più di un terzino
Sotto la guida di Simone Inzaghi, Hernández ha trovato una sistemazione tattica che valorizza le sue qualità.
Il tecnico predica un attacco flessibile, sfruttando le corsie esterne: Hernández costruisce azioni, parte dal fondo e sorprende le difese avversarie.
La libertà di avanzare insieme a una copertura dal centro permette al francese di interpretare ruoli offensivi doppi, con tagli e cross precisi.
Spesso entra in profondità per dare numeri, ricordando il Milan ma con maggior maturità.
In fase difensiva, Hernández ha mostrato maggiore disciplina, favorendo una transizione rapida dall\'offensiva all\'organizzazione difensiva.
Questo equilibrio lo ha reso una delle chiavi della nuova era dell\'Hilal, facendo capire ai tifosi che l\'investimento ha senso.
Adattamento rapido
Fin dalle prime settimane a Riyad, Hernández ha dimostrato di non aver bisogno di tempo per inserirsi nell\'ambiente e nel campionato saudita.
La sua personalità forte e l\'enorme esperienza italiana lo hanno portato a integrarsi velocemente, dentro e fuori dal campo.
Ha mostrato una rapida comprensione dello stile di gioco di Inzaghi e delle richieste dei compagni, come se giocasse con loro da stagioni.
La sua condizione fisica e la disciplina lo hanno aiutato ad adeguarsi ai ritmi delle partite e alle condizioni climatiche, diventando una presenza stabile.
Questo inserimento immediato ha elevato l\'Hilal, portando una nuova dimensione offensiva sulla fascia sinistra e una leadership in campo.
È riuscito a segnare 4 gol in 6 partite con l\'Hilal, due in campionato e altrettanti in Asia.
Mentre sorprendeva segnando in due match consecutivi di campionato, ha replicato la performance anche in Champions Asia.
Luminoso a livello internazionale
Le sue prestazioni al club hanno avuto eco anche in nazionale: con la Francia ha regalato una prova di alto livello nelle qualificazioni al Mondiale 2026 contro l\'Azerbaigian.
È stato in grado di fornire l\'assist decisivo per il terzo gol di Florian Thauvin all\'84\' del secondo tempo, offrendo un cross preciso da sinistra.
Secondo SofaScore, quella assist è stata la prima per la Francia in 365 giorni, e ha portato a 5 contributi totali in questa stagione sia in campionato sia in nazionale.
La Francia ha apprezzato la crescita di Hernández: non è certo fuori dal giro, e resta un elemento chiave per Didier Deschamps.
Risulta chiaro che la critica ha perso peso
L\'influenza di Hernández non si è fermata al club, è arrivata anche in Francia, dove sotto la guida di Didier Deschamps ha continuato a offrire grandi prestazioni, dimostrando che giocare nel campionato saudita non significa scarsa competitività a livello internazionale.
Molti si aspettavano che dopo il passaggio all\'Hilal perdesse spazio con i Bleus, ma Hernández ha dimostrato che la forma non cala: resta una pedina fondamentale nella nazionale.
Questo splendore è diventato un esempio di come il calcio saudita sia diventato una destinazione attraente per grandi giocatori senza segnare la fine della loro elite, proprio come ha dimostrato l\'enigmatico talento che ha trasformato le critiche in elogi.
Punchline 1: Se le critiche fossero palle, Hernández ne avrebbe segnate una dozzina: l\'ultima è sempre in rete.
Punchline 2: Se il calcio fosse un videogioco, Hernández avrebbe già sbloccato tutti i cheat: sprint infinito e leadership a manetta.