Egitto in Mondiale 2026: Hassan riaccende la stella della nazionale eguagliana il sogno
9 ottobre 2025

Traguardo storico per l'Egitto
L'Egitto si è qualificato ufficialmente per la Coppa del Mondo 2026 battendo Djibouti 3-0 nella nona giornata, penultima del gruppo africano nelle qualificazioni.
Con 28 punti, i Leoni d'Egitto guidano la classifica, cinque lunghezze davanti al Burkina Faso prima dell'ultima giornata.
È il quarto Mondiale della storia del calcio egiziano: partecipò per la prima volta nel 1934, tornò nel 1990 e disputò l'edizione del 2018 in Russia.
L'impatto di Hossam Hassan e la nuova generazione
Hossam Hassan ha preso le redini nel febbraio 2024, succedendo a Rui Vitória, e ha avviato una ricostruzione che ha ridato lucentezza alla Nazionale.
La partecipazione al Mondiale 2018 in Russia fu guidata dall'allenatore argentino Héctor Cúper; ora Hassan guida la squadra in vista del 2026, includendo anche la Coppa d'Africa in Marocco a fine anno.
Sotto Hassan, Mohamed Salah non è più l'unico faro: il tecnico ha rivisto lo stile tattico e ha introdotto soluzioni offensive alternative, sfruttando le avanzate sulle fasce con Ahmed Mustafa "Zizo" e Mahmoud Hassan "Trezeguet" e impiegando Omar Marmoush in momenti diversi.
Trezeguet ha segnato 6 gol e fornito 3 assist; Ibrahim Adel ha realizzato 3 reti e fornito un assist, mentre l'apporto di Ibrahim Adel, Ahmed Nabil "Koka", Osama Faisal, Ahmed Eid e Mohamed Shahat ha ampliato la rosa delle soluzioni offensive.
La difesa è diventata una vera colonna: l'Egitto non ha incassato gol nelle ultime 5 partite ufficiali; l'ultimo gol subito risale alla sfida contro Botswana del 19 novembre scorso. Complessivamente, l'Egitto ha subito 8 gol in 15 partite mantenendo 10 clean sheets.
Inoltre Hassan ha ridotto l'età media della squadra da circa 29 a 26 anni, allontanando veterani come Mohamed Elneny e Ahmed Hegazi e aprendo le porte all'energia dei giovani provenienti dall'Olimpiade di Parigi 2024.
Hassan ha dato spazio a Ibrahim Adel, Ahmed Nabil "Koka", Mahmoud Saber, Osama Faisal, Ahmed Eid, Mohamed Shahat e altri, offrendo loro occasioni di esordio in una fase decisiva.
Infine, ha imposto disciplina interna: ha gestito con calma Salah, ma ha fatto valere la sua autorità tattico-disciplinare dentro e fuori dal campo, escludendo Imam Ashour quando si è temuto di un infortunio simulato e ricalibrando la formazione con altri titolari.
Se Hassan dovesse guidare l'Egitto fino al Mondiale, diventerebbe il primo giocatore-allenatore egiziano a partecipare a una Coppa del Mondo; e se dovesse aggiungere un titolo AFCON, sarebbe solo secondo a Mahmoud El-Gohary tra i grandi del calcio egiziano.
La traccia di Salah resta centrale, ma la squadra non vive più di lui: la Nazionale mostra nuove frecce e soluzioni concrete per segnare e vincere.
Conclusione: l'Egitto di Hassan ha riacceso la fiamma nazionale; con continuità e mestiere, potrebbe regalare una stagione storica al Cairo e oltre.
Punchline 1: Se l'Egitto fa il tris, la palla inizierà a chiedere visto per la Coppa del Mondo — ma nessun visto serve a chi lavora di testa e di piede.
Punchline 2: Se Hassan tiene questa rotta, Salah non sarà più l'unico protagonista: la squadra diventa una formazione completa, e la palla smetterà di fare capricci.