Vazquez rompe il silenzio: da Real Madrid al Bayer Leverkusen, una nuova sfida tra luci e record
10 ottobre 2025

Il viaggio di Vazquez: da Real Madrid a Leverkusen
Lucas Vazquez, ex juniores del Real Madrid, ha rivelato i retroscena del suo addio ai blancos e la nuova sfida in Bundesliga con il Bayer Leverkusen, oltre a fornire la sua opinione sull’arbitraggio in Spagna e sulla controversa vicenda Nijiera, durante un’intervista radiofonica a Cadena COPE.
Il giocatore ha parlato con tono grato e pragmatico, spiegando di vivere una fase diversa della sua carriera lontano dalla pressione del grande club, ma sempre spinto dalla voglia di competere come ai vecchi tempi. Una figura che porta con sé la stessa fame di vincere del primo giorno a Madrid.
Ha sottolineato Real Madrid come apice della sua carriera, pur aggiungendo di essere entusiasta della sfida odierna in Germania: qui il calcio è diverso, ma il lavoro e l’ordine restano le basi. Ha confessato che sente la mancanza dei compagni e di tutto ciò che ha vissuto lì, ma è pronto a crescere in una nuova casa calcistica.
Riguardo al trasferimento, ha rivelato che aveva diverse offerte dall’Arabia Saudita ma ha scelto di restare ai massimi livelli. Non prevede tornare in Spagna a breve: ha obiettivi chiari e vuole continuare a giocare ai massimi livelli, mantenendo alta la sua competitività.
Relativamente all’arbitraggio e alla questione Nijiera, Vazquez è stato netto: l’arbitraggio in Germania è diverso, mentre in Spagna si nota una tolleranza maggiore verso i cartellini gialli. Ha ricordato che nelle stanze dello spogliatoio madridista si discute molto di questi temi e che i contenuti mediatici possono influenzare gli arbitri, ma ritiene che sia un dibattito che merita una riflessione seria.
Sul suo ultimo periodo al Real Madrid, ha dichiarato di non provare rimpianti anche se ci sono momenti difficili: il calcio è fatto di alti e bassi, e questa è una parte integrante dello sport. Ha citato numeri importanti: 400 partite, 227 da titolare e una lunga lista di trofei conquistati. Il ricordo più intenso resta la prima Champions League vinta nel 2016 a Milano, festeggiata in lacrime al fianco della famiglia.
Per quanto riguarda la decisione di partire, ha spiegato di aver sentito questo bisogno già da gennaio: non era pronto a lasciare, ma ha capito che era arrivato il momento giusto. Non ha incontrato Xabi Alonso prima del passaggio, ma ha avuto un colloquio con José Ángel Sánchez che gli ha trasmesso serenità e fiducia nella scelta. L’esperienza con Alonso è stata preziosa, come anche l’ammirazione per la sua serietà professionale e per la gestione del gruppo, sempre con rispetto reciproco.
Vazquez ha ricordato con affetto i compagni e i momenti condivisi, sottolineando che la coppa più grande rimane una grande lezione di vita: l’unità della squadra e l’indissolubile legame che si crea dentro e fuori dal campo. E, non poteva mancare, il ricordo della finale di Milano contro l’Atletico Madrid: ha ammesso che la decisione di calciare il rigore decisivo è nata dalla fiducia in se stesso e nel gruppo, un momento che porta ancora oggi a sorridere.
Infine, ha celebrato Zidane come l’allenatore che ha avuto l’impatto maggiore sulla sua stagione, pur riconoscendo la ricchezza di esperienze con allenatori come Ancelotti, Benitez e Lopetegui. Riguardo i compagni, ha elencato nomi come Nacho, Carvajal, Modric, Ramos, Kroos e Asensio, ma ha sottolineato che la crescita professionale è stata più forte grazie a chi ha saputo trasmettere una cultura del lavoro incentrata sull’eccellenza. In chiusura, ha espresso gratitudine verso i dirigenti e la piazza madridista, assicurando che il rapporto con il club resta positivo e costruttivo.
La chiusura del quadro è semplice: Vazquez è pronto a affrontare nuove sfide, portando con sé l’eredità di Madrid e l’orgoglio per la sua nuova casa. Una carriera che continua ad illuminarsi tra successi, promesse e la consapevolezza che il miglior calcio non è solo questione di tecnica, ma di cuore e determinazione.