Gol d’oro e Coppa Arab: la leggenda che ha acceso l’Arabia Saudita
16 novembre 2025
Una regola che non si è mai ripetuta e resta un nodo storico nel calcio arabo.
La nazionale saudita, in preparazione per la Coppa Arab 2025, porta con sé ricordi di una gloria che rimane impressa.
I guerrieri verdi hanno due titoli, conquistati nel 1998 e nel 2002; ma il 2002 resta iconico, non solo per la patria, ma come capitolo memorabile del torneo e per le emozioni che ha regalato.
Evento straordinario
La FIFA introdusse per la prima volta la regola del gol d’oro durante il Mondiale giovanile del 1993 e poi la riprese in Euro 1996, finché fu abolita nel 2004.
Quella regola prevedeva che la squadra che segnava per prima nei supplementari vinceva immediatamente, senza dover attendere i tempi regolamentari extra.
Questa regola non fu mai applicata nella Coppa Araba, salvo una sola eccezione: la finale del 2002 tra Arabia Saudita e Bahrain.
Una competizione di livello
La Coppa Araba 2002 si tenne in Kuwait con la partecipazione di 10 nazionali: Arabia Saudita, Kuwait, Palestina, Sudan, Marocco, Giordania, Yemen, Siria, Libano e Bahrain.
La squadra verde fu collocata nel gruppo 2 insieme a Yemen, Libano, Siria e Bahrain, iniziando con una serie di vittorie e pareggi che ne hanno segnato il cammino.
Nella fase a gironi, l’Arabia Saudita batté il Bahrain, poi il Libano e la Siria, chiudendo con un pareggio contro lo Yemen.
In semifinale superò il Marocco, qualificandosi per la finale contro Bahrain, dove l’oro attendeva al traguardo.
Segno distintivo
Nella finale, l’incontro fu caratterizzato dal pareggio nei tempi regolamentari e dagli extra, quando Mohammed Noor segnò al primo tempo supplementare. L’unico gol d’oro della storia di questa manifestazione pose la parola fine sull’incontro e regalò il titolo all’Arabia Saudita.

Questo gol d’oro fu percepito come una “pietra miliare” che segnò una generazione di giocatori e di tifosi, diventando un capitolo memorabile della storia del torneo e della nazionale saudita.
Memorie dolorose accompagnarono Bahrain, che non riuscì a capitalizzare quella regola; furono necessari 17 anni prima di vedere Bahrain conquistare una medaglia d’oro in Gulf Cup 2019, mentre l’Arabia Saudita non è riuscita a rivivere un’epoca di vittorie simili nel torneo successivo.
Ricerca della gloria
La federazione saudita ha annunciato la partecipazione all’edizione 2025 della Coppa Arab, in Qatar, dal 1 al 18 dicembre, come parte della preparazione al Mondiale 2026.
L’Arabia Saudita è nel gruppo 2, accanto al Marocco, al vincitore tra Oman e Somalia e all’avanzante tra Comore e Yemen, con la squadra guidata dall’allenatore francese Hervé Renard pronta al test di gennaio.
Durante il periodo di preparazione si sono disputate amichevoli contro Costa d’Avorio il 14 novembre a Al-Economiel e contro l’Algeria il 18 novembre, entrambe in Arabia Saudita; match utili a misurare la tenuta contro avversari di alto livello, tra cui l’Algeria campione d’Africa 2019 e la Costa d’Avorio recente finalista.
Di recente, l’Arabia Saudita ha assicurato la qualificazione al Mondiale 2026 tramite i playoff asiatici disputati a Jeddah: dopo una vittoria contro l’Indonesia (3-2) e un pareggio contro l’Iraq, ha chiuso in vetta al girone, superando l’Iraq per differenza reti e guadagnando l’accesso diretto al Mondiale. L’Iraq, a sua volta, è stato costretto al playoff globale contro gli Emirati per definire l’ultimo posto disponibile.
Concludendo, il cammino della nazionale verde continua tra progetti per il futuro e la memoria di quella finale storica di Kuwait 2002.
Punchline leggera: se i gol avessero una tassazione, quel gol d’oro sarebbe stato tassato come ricordino storico e non come semplice bonus. Punchline 2: e se la memoria fosse una coperta, questa Coppa Arab ci avrebbe già scaldato per molto tempo—e forse anche per l’inverno!