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Guardiola: l’addio definitivo a Barcellona e le verità sul futuro

17 novembre 2025

Guardiola: l’addio definitivo a Barcellona e le verità sul futuro
Guardiola, leggenda del Barcellona e protagonista del calcio moderno

Dichiarazioni di Guardiola

In un’intervista rilasciata a RAC1, Pep Guardiola ha dichiarato che il suo ritorno a Barcellona per allenare la squadra catalana è praticamente impossibile e che l’idea di una sua eventuale presidenza non è nemmeno presa in considerazione.

Guardiola rimane legato al club, ma la sua traiettoria recente è legata a Manchester City. Barcellona resta una parte fondamentale della sua storia, una memoria che pesa e ispira, ma non basta a far cambiare direzione al tecnico spagnolo.

Il tecnico è stato descritto come una vera icona del club: la città lo sente mancare in campo come giocatore e come allenatore, e la sua eredità è raccontata da ogni trofeo vinto nel periodo d’oro della squadra.

«La porta per tornare non è aperta», ha sottolineato Guardiola durante la chiacchierata. Ha anche ricordato i momenti cruciali della sua esperienza blaugrana e ha spiegato che la sfera decisionale resta in mano a chi è dentro il club, in un contesto dove le voci esterne possono solo provocare rumore.

Durante l’intervista ha fatto riferimento a momenti chiave, come la sua storica stagione e la lunga distinzione tra presente e passato. Con una nota di umorismo, ha parlato della possibilità di vedere Barcellona come un grande libro di cui lui è una pagina ormai voltata, ma non chiusa: la storia è lì, anche se non si riprende la penna.

Guardiolă ha aggiunto: «Barcellona è unica, perché qui tutti danno il proprio parere. Ma chi può parlare davvero è solo chi è dentro il club; è il club più grande e più speciale: perché tutti vogliono concorrere, ma è solo la realtà interna a dettare i contorni». Con una risata, ha chiuso: «Non sto rifiutando Barcellona; è che non mi vedo in panchina con una cravatta. Non è il mio posto ora».

Pep Guardiola… da giocatore leggenda a allenatore globale

Guardiola, nato il 18 gennaio 1971 a Santpedor, in Catalogna, è cresciuto nelle categorie giovanili del Barcellona per raggiungere nel 1990-1991 la prima squadra sotto la guida di Johan Cruyff, con cui ha assorbito una filosofia che avrebbe plasmato il calcio moderno. Da giocatore, era il cervello del centrocampo, in grado di regolare i ritmi delle partite e di costruire dalle retrovie, contribuendo ai successi del club catalano negli anni successivi.

La sua carriera da calciatore si è chiusa con la partecipazione al Mondiale del 1994 e a una serie di trionfi nazionali, che hanno fornito la base per la sua futura carriera da allenatore. Dopo aver guidato il Barça B nel 2007, nel 2008 è approdato al primo squadra, dando inizio a una rivoluzione tattica che ha portato al celebre periodo di “barcellonismo” moderno, segnato da un massimo di 14 titoli in quattro stagioni (2008-2012), inclusi tre La Liga consecutive, due Champions League e la famosa sextet del 2009.

Abbandonato Barcellona nel 2012, Guardiola ha intrapreso una carriera internazionale di alto livello, guidando il Bayern Monaco dal 2013 al 2016, vincendo tre campionati tedeschi, una Coppa di Germania e la Supercoppa. Nel 2016 è arrivato al Manchester City, trasformando il club in una potenza europea: otto stagioni di dominio domestico e successi continentali hanno consacrato la sua capacità di innovare e di sviluppare talenti, indipendentemente dall’età o dalla provenienza.

La filosofia di Guardiola è rimasta costante: possesso palla, pressing alto e costruzione dal basso, con una cura meticolosa degli aspetti tattici e uno sguardo attento al contesto umano e allo sviluppo dei giocatori, sia in prima squadra sia nelle giovanili. Questo mix di controllo, dinamismo e attenzione ai dettagli ha reso Guardiola uno degli allenatori più ricercati e rispettati del panorama calcistico contemporaneo.

La narrazione che emerge dall’articolo è quindi una riflessione su passato glorioso, presente orientato al perfezionamento e futuro incerto, in cui Barcellona resta una stella fissa ma non una destinazione immediata. Un capitolo si chiude; un altro resta aperto, magari vicino a casa, magari in una nuova sfida.

Punchline finale 1: Se Barcellona è una casa, Guardiola è quel vicino che bussa solo per chiedere se può lasciare una chiave... o un trofeo. Punchline finale 2: Se la porta è chiusa, la finestra è sempre dentro la tattica: basta che la palla trovi la chiave giusta e la storia continua a girare.

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Marco Limprevedibile

Sono Marco Limprevedibile, giornalista sportivo italiano nato nel 1994. Appassionato di pittura contemporanea, escursioni costiere e cafeologia, condivido con entusiasmo la mia visione sensibile dello sport.

Domande frequenti

Perché Guardiola dice che tornare a Barcellona è impossibile?

Ha spiegato che il suo soggiorno è ora legato a progetti diversi e che una futura presidenza non è una possibilità concreta.

Quali sono stati i principali successi di Guardiola a Barcellona?

La sextet del 2009, 3 La Liga, 2 Coppe del Re, 3 Supercoppe, 2 Champions League e molto altro.

Cosa ha detto riguardo al suo rapporto con Barcellona nel futuro?

Ha detto che gliene resta vivo il legame, ma le porte della panchina o della presidenza non sono attuali per lui.

Qual è la filosofia di Guardiola?

Possesso, pressing alto, costruzione dal basso e sviluppo continuo dei giocatori, una cifra tattica che ha cambiato il calcio moderno.