Kuwait contro Mauritania: 26 convocati per il ritiro in Emirati e l'orizzonte della Coppa Araba
29 septembre 2025

Preparazione al ritiro
Il tecnico portoghese Helio Sousa ha convocato 26 giocatori per il ritiro della nazionale del Kuwait, che si svolgerà in ottobre negli Emirati, in vista delle prossime qualificazioni e impegni internazionali.
La squadra affronterà una sfida molto attesa contro la Mauritania il 26 novembre a Doha, come parte delle qualificazioni per la Coppa Araba che si svolgerà in Qatar. L'incontro è considerato un banco di prova importante per valutare la forma e la coesione del gruppo.
Questa sfida assume particolare importanza poiché la nazionale kuwaitiana cerca di assicurarsi un posto nel torneo e di tornare a competere ai massimi livelli sul palcoscenico arabo, dopo anni di alti e bassi e periodi di silenzio mediatico.
Lo staff della federazione ha annunciato che l'allenamento inaugurale si terrà in serata presso lo Stadio dell'Amicizia e della Pace, con accesso ai media limitato a 15 minuti nel primo giorno per favorire concentrazione e preparazione tattica.
La federazione non ha ancora fornito dettagli completi sul programma del ritiro: resta incerta la presenza di ulteriori amichevoli o la possibilità di incontri con club degli Emirati, ma l'obiettivo è costruire una base solida in vista delle sfide future.
Prospettive e storia
Il Kuwait è guidato dal nuovo tecnico portoghese Helio Sousa, arrivato ad agosto per un mandato di due anni, successore di Juan Antonio Pizzi. Sousa cerca di riaccendere la competitività della nazionale e di impostare un modello di gioco utile alle risorse locali.
Sousa non è nuovo al calcio del Golfo: ha guidato il Bahrain a conquistare la Gulf Cup nel 2019 e la West Asia Cup nello stesso anno, esperienze che la federazione spera possano tradursi in risultati concreti con la nazionale kuwaitiana.
La nazionale kuwaitiana vanta una storia ricca nel calcio regionale: dieci successi nella Gulf Cup, campione d'Asia nel 1980 ed è stata la prima squadra araba a partecipare a una Coppa del Mondo (Spagna 1982). Nonostante periodi difficili, l'Azurro kuwaitiano resta un punto di riferimento e una fonte di orgoglio nazionale.
Se Sousa riuscirà a sfruttare l'esperienza dei giocatori locali e a plasmare una squadra compatta, il Kuwait potrebbe tornare a competere ai massimi livelli del calcio asiatico e arabo. L'obiettivo è ricreare l'identità di una squadra capace di stupire nelle competizioni regionali, partendo dall'Arab Cup e dalle qualificazioni.
Il ritorno di una fiducia rinnovata nel calcio kuwaitiano è accompagnato da un mix di speranze e pressioni: la federazione e i tifosi vogliono rivedere la nazionale tra le potenze della regione, con Sousa che lavora per concretizzare questa visione e per restituire energia a una generazione di giocatori locali.
In definitiva, la sfida contro la Mauritania segna solo l'inizio di un percorso che potrebbe riaccendere la passione per il calcio in Kuwait: talento, lavoro di squadra e una guida tattica so lideri saranno i motori principali di questa rinascita.
Se Kuwait segnasse davvero il passo, la battuta finale potrebbe essere: «Non è gol, è tattica in versione cinema muto».
Se la tattica funziona, la fine è una celebrazione: l'unico trofeo che si alza davvero è la voglia di tornare a divertire i tifosi. E intanto il pallone continuerà a rotolare, decidendo dove andare, non noi.