La Supercoppa egiziana tra Zamalek e Al Ahly: la finale che accende Abu Dhabi
9 novembre 2025
Anteprima e formazioni chiave
Il Zamalek, guidato dall’allenatore Ahmad Abdul-Rouf, arriva alla finale della Supercoppa egiziana contro l’Al Ahly con una formazione in parte rinnovata: tra i titolari spiccano Mohammed Awad in porta; difesa con Ahmed Fattouh, Mahmoud Hamdi "El-Wenesh", Mohammed Ismail e Omar Gaber; a centrocampo Abdullah Al-Saeed, Sief Jaafar e Chico Banza; trio offensivo formato da Nasser Maher, Amr Nasser e Chico Banza. A disposizione restano diverse riserve di qualità per eventuali cambi di ritmo durante la partita.
In parallelo, l’Al Ahly, allenato dal tecnico danese Jès Turób, mantiene l’undici titolare che ha battuto Ceramica Cleopatra in semifinale: Mohamed El Shennawy in porta; difesa con Mohamed Hany, Yasser Ibrahim, Yassin Moray e Ahmad Nabil Koka; a centrocampo Marwan Attia, Aliou Diang e Ahmed Zizou; in attacco Ashraf Ben Cherky, Gradyuchar e Mahmoud Hassan "Trezeguet".
In panchina si fanno largo nomi come Mehdi Soliman, Hosam Abdul Majid, Salah Moddik, Ahmed Rabee, Ahmed Hamdi, Ahmed Sharif, Juan Bazeera, Sayed El Jaziri e Adi El Dabagh, pronti a entrare in corso d’opera se servisse una ventata di freschezza. Dall’altra parte sono stati esclusi Mohamed Sobhi, Mahmoud Bentayk, Baron Oshing, Ahmed Hamdi e altri nomi, a seconda delle scelte tattiche del mister.
La cornice è quella classica di una sfida tra due club prestigiosi, con l’ambientazione a Abu Dhabi e la prospettiva di un titolo che potrebbe scrivere una pagina memorabile della storia del calcio egiziano. L’allenatore del Zamalek ha sottolineato l’importanza dell’equilibrio tra volontà di vincere e gestione delle risorse per arrivare al trofeo.
Con due squadre che hanno spezzato i sogni avversari in semifinale, l’attesa è alta: l’Al Ahly arriva forte di una tradizione dominatrice nella competizione, mentre il Zamalek punta su nuove pairing offensive per sorprendere i rivali. Il pubblico è pronto a seguire ogni movimento delle due formazioni in campo.
Due grandi campioni, due grandi rivali, una coppa da alzare: che vinca il migliore, e se può essere il pallone a decidere, meglio ancora. E se il fair play non basta, c’è sempre spazio per una battuta pungente: la tattica è importante, ma la mira rimane la chiave del gol. A chiudere, una seconda frecciatina leggera: se la palla scappa ancora, non è colpa del giocatore, è che il calcio ha una propria schedule: sempre pronto a farsi perdonare con un altro calcio di scena.