La Supercoppa Saudita tra sanzioni e ricorsi: Hilal cerca alleato nell’Al Ahli per ribaltare la decisione
12 novembre 2025
Contesto e dichiarazioni iniziali
L’esperto legale Ahmed Al-Sheikh ha confermato che la dirigenza dell’Hilal sta studiando la possibilità di chiedere l’aiuto dell’Al Ahli di Jeddah per mitigare le sanzioni imposte dopo l’uscita dalla Supercoppa Saudita 2025.
L’Hilal aveva annunciato a luglio di aver rinunciato alla partecipazione alla Supercoppa Saudita 2025 per motivi di tempo, dopo la partecipazione al Mondiale per club 2025 negli Stati Uniti, dove era arrivato ai quarti di finale.
Le sanzioni della Supercoppa Saudita
La Commissione disciplinare aveva deciso di far partecipare l’Al Ahli al posto dell’Hilal e di sanzionare il club sancendo l’esclusione dall’edizione successiva della Supercoppa Saudita, oltre a una multa di 500.000 riyal.
Di conseguenza, l’Al Ahli partecipò al torneo, sconfiggendo il Qadisiyah 5-1 in semifinale, e raggiunse la finale contro l’Al Nassr che aveva battuto l’Al Ittihad 2-1.
Poche ore prima della finale, la Commissione di ricorso annunciò una pesante rettifica: l’Hilal fu considerato sconfitto 0-3 contro il Qadisiyah in semifinale.
Inoltre, la stessa Commissione di ricorso decise di vietare all’Hilal la partecipazione alla prima competizione eliminatoria della stagione 2026-2027, confermando una seconda multa di 500.000 riyal.
La posizione dell’Hilal
Hilal ha deciso di rivolgersi al Centro Arbitrale Sportivo Saudita per presentare un ricorso contro le decisioni della Commissione di ricorso dell’Unione calcistica saudita, con tre giudici nominati per emettere una decisione definitiva.
Tuttavia, l’Hilal ha presentato ricorso anche sui giudici designati, secondo quanto riferito da alcune emittenti televisive. Secondo i resoconti, il favorito per il giudice principale potrebbe aver già lavorato in seno all’Unione calcistica saudita, la parte avversaria del club nel procedimento.
Hilal ha anche contestato l’assenza di garanzie di imparzialità riguardo a un giudice selezionato dall’Unione, sostenendo che la situazione richiedeva una verifica più rigorosa.
Secondo Ahmed Al-Sheikh, il ricorso non sembra basarsi su motivazioni solide: “non è insolito che una certa giurisdizione scelga ripetutamente un determinato giudice, ma questo non è sufficiente per accogliere un’eccezione”.
Ha aggiunto che il Centro Arbitrale Sportivo dovrà esaminare motivazioni molto robuste, come dubbi sull’indipendenza del giudice o impatti sulle sue decisioni, prima di accogliere il ricorso e modificare i nominativi.
Ha poi ricordato che alcuni giudici operano già presso tribunali sportivi internazionali e che è normale, finché non vi siano evidenze concrete, che si trovi una linea comune tra le parti per definire il giudice principale.
Infine, ha chiesto al Centro Arbitrale di pubblicare una lista degli arbitri scelti tra le varie categorie, per migliorare la trasparenza, come già avviene in altre giurisdizioni sportive.
Posizione dell’Al Ahli e del Qadsiyah
Secondo le analisi di Ahmed Al-Sheikh, la richiesta dell’Hilal di includere l’Al Ahli come parte nel procedimento è comprensibile, ma l’inserimento del Qadsiyah come parte della contesa è meno probabile, considerato che il club ha attenduto la partita senza presentare ricorso.
È stato sottolineato che la partecipazione dell’Al Ahli è stata una soluzione temporanea che non ha prodotto danni all’organizzazione, poiché la competizione è stata disputata con quattro squadre. L’intervento del Qadsiyah, invece, appare meno probabile a causa del ritardo nell’azione legale.
Se fosse responsabile della squadra, avrei giocato la partita e presentato un ricorso subito, per non rischiare di perdere terreno: la legge, si sa, non perdona neppure gli errori di tempistica.
La previsione attuale è che la richiesta del Qadsiyah venga respinta, e che la Questione rimanga aperta solo su base legale, senza una rapida risoluzione della controversia.
Verifica delle posizioni e prospettive future
Mentre il centro arbitrale dovrà decidere, resta l’incertezza sulle posizioni di tutte le parti coinvolte. Le parti interessate hanno espresso varie interpretazioni e richieste che potrebbero ridefinire le regole della partecipazione futura alle competizioni nazionali.
In conclusione, la controversia non ha solo implicazioni sportive, ma potrebbe ridefinire i rapporti tra le parti coinvolte e l’assetto delle sanzioni disciplinari per chi opta a priori per ritardare o modificare le decisioni.
Nota finale: se questa storia fosse una finale vera, saremmo ancora in tempo supplementare: la legge ha il tempo di gioco infinito, ma i tifosi hanno fame di decisioni chiare.
Punchline 1: Se la difesa è la chiave, la legge è la cassaforte: aprila e vedrai quante righe di ricorsi ti escono di tasca.
Punchline 2: Nel calcio come in tribunale: quando l’arbitro è di parte, la vera vittoria è saper contare i tempi di attesa prima della sentenza.