Ritiro saudita a Jeddah: rientri stellari e assenze pesanti in vista del Mondiale 2026
10 novembre 2025
Aggiornamenti sul ritiro a Jeddah
Il commissario tecnico francese Hervé Renard ha rivisto il ritiro della nazionale saudita, partito ieri sera a Jeddah, in preparazione della Coppa Arab 2025.
Secondo il quotidiano saudita Al-Riyadiya, Renard ha convocato Yasser Al-Shahrani, giocatore del Qadisiyah, e Hassan Kadsh, difensore dell'Al-Ittihad, mentre Muteb Al-Harbi è stato escluso per infortunio.
Al-Harbi ha riportato un infortunio significativo durante la partita tra Al Hilal e Al-Najma disputata venerdì scorso nel massimo campionato saudita.
Al-Shahrani è tornato in nazionale per la prima volta dallo scorso dicembre, mentre Kadsh rientra dopo aver vestito la maglia verde nella competizione della Coppa d’Oro.
Inizio del ritiro a Jeddah
Il ritiro, guidato da Renard, è partito ieri a Jeddah con allenamenti collettivi che hanno previsto riscaldamento, possesso palla e mini-sfide tra due gruppi.
Durante la sessione, l’assenza di alcuni club top come Al Ahli, Al Ittihad e Al Nassr è stata annotata, dato che i giocatori hanno beneficiato di un periodo di pausa dopo la giornata 8 di Roshen.
Anche Hassan Tambekti non ha partecipato alle prime sedute a causa di dolore al piede, sottoponendosi a esami medici per valutare la situazione.
Il ritiro di Jeddah, in programma fino al 18 novembre, mira a preparare l’Albion verde per la Coppa Arab in Qatar dal 1 al 18 dicembre.
Prospettive e convocati
La lista dei convocati include numerosi nomi del vivaio e della stampa locale, con l’obiettivo di allestire una squadra competitiva per le prossime sfide amichevoli e le competizioni in corso.
Le prossime due partite amichevoli sono contro Costa d’Ivorio venerdì 14 novembre e contro l’Algeria martedì 18 novembre, entrambe a Jeddah, come test importanti per valutare la formazione in vista della Coppa Arab e delle qualificazioni Mondiali.
La selezione saudita figura nel Gruppo B della Coppa Arab, insieme al Marocco e al vincitore tra Oman e Somalia, oltre al vincitore tra Comore e Yemen, offrendo un cammino competitivo verso la fase a eliminazione diretta.
Renard ha annunciato una programmazione aggiornata durante la pausa internazionale, con la decisione di spostare il ritiro da Dammam a Jeddah per problemi legati ai lavori agrari stagionali su alcuni stadi.
Di recente, l’Arabia Saudita ha formalizzato la qualificazione per la Coppa del Mondo 2026 tramite gli playoff asiatici disputati a Jeddah. L’Indonesia è stata battuta 3-2, l’Iraq è uscito dallo scontro diretto in testa al girone, guadagnando il posto diretto al Mondiale, mentre l’Iraq ha conquistato il playoff intercontinentale.
Storicamente, l’Arabia Saudita ha preso parte a sette Mondiali (1994, 1998, 2002, 2006, 2018, 2022, 2026), tra le nazionali arabe con maggiori presenze, al fianco di Tunisia e Marocco.
Così, tra conferme e novità, la nazionale saudita resta una delle realtà più costanti del panorama arabomondiale, pronta a misurarsi con avversari di alto livello nelle prossime fasi.
Dettagli sul percorso
Nel contesto della Coppa Arab, la squadra affronta sfide interessanti nel girone di qualificazione e nella fase a gironi, coinvogolando paesi forti del continente africano e nordafricano, in attesa di verifiche definitive e di eventuali aggiustamenti per ottimizzare la squadra davanti ai gran appuntamenti.
Infine, la gestione tecnica continua a ritenere che la forma fisica e la coesione di gruppo possano fare la differenza tra una qualificazione pronta all’uso e una rimessa a zero di fronte a staff medico e infortuni, soprattutto in un periodo così intenso per il calendario.
Se Renard continua a cambiare formazione come cambia idea il barista con il menù, arriveranno sicuramente sorprese: ma almeno qui non si serve caffè, si serve vittoria. Punchline finale: la tattica è come una ricetta segreta: se cambiasse ogni minuto, nessuno saprebbe come è stato cucinato.
Un'altra battuta: si dice che la panchina saudita sia così popolata che serve un manuale di istruzioni per chi siede, perché altrimenti chiedono permessi a chi sta in campo per passare il badge.