Manchester United crolla contro Brentford: Amorim tra dubbi, numeri e una stagione da riscrivere
28 septembre 2025

La disfatta di United a Brentford
Bruno Fernandes restava con le mani sui fianchi, la testa chinata, come a cercare un’energia perduta per fare ciò che era necessario, mentre l’eco di una canzone famosa riempiva lo stadio.
Alla fine, Fernandes ha guidato i compagni verso l’angolo in cui i tifosi si erano raggruppati, e i giocatori si sono schierati davanti al pubblico per quasi un minuto, con volti pensierosi e applausi rispettosi, segno di una sconfitta amara per 3-1 contro Brentford.
Il quotidiano The Athletic ha descritto questa scena come ormai familiare, perché nelle ultime otto trasferte di campionato i Red Devils hanno conquistato appena due punti. Dopo la sconfitta con Manchester City, e quella con Brentford, il lungo viaggio domenicale proseguirà: a Liverpool il 19 ottobre, poi Nottingham Forest, Tottenham e Crystal Palace, con la consapevolezza che la striscia negativa potrebbe allungarsi.
Prima della sfida, si parlava di un secondo successo di fila in campionato sotto la guida di Ruben Amorim, cosa che non accadeva da quando è arrivato da Sporting Lisbona dieci mesi fa, nonostante l’ultima vittoria contro Chelsea. Da inizio stagione, l’allenatore ha vinto solo 9 delle 33 partite di campionato dal suo insediamento; le vittorie consecutive sembrano un miraggio, anche se in certe settimane erano sembrate possibili.
Nell’intervista post-partita, Amorim ha detto che la squadra va “un passo avanti e due passi indietro”, ma ha specificato: “la foto è peggiore: quando le sconfitte sono 17 e le vittorie circa 9, la realtà è un passo avanti e due indietro”. E che pesano come macigni gli stop pesanti, come la sconfitta contro Brentford, che spezza qualsiasi barlume di ottimismo nato con vittorie su Burnley o Chelsea.
Pur migliorando rispetto alla scorsa stagione, United resta a contatto con la realtà: una squadra che sembra avere solo l’immagine di una squadra di metà classifica, e le statistiche previste di expected goals non si trasformano in partite convincenti; è un copione che richiama in modo evidente le prime settimane di Erik ten Hag, quando prove di miglioramento si dissolsero presto.
Fin dall’inizio della stagione, dopo sei partite, United aveva sette punti, proprio come ora. Ma in passato l’allenatore è stato allontanato dopo ulteriori tre partite perse. Al momento, non si sente alcuna voce critica all’interno di Old Trafford, ma quanto durerà questa fase senza domande difficili sull’indirizzo del progetto?
Il viaggio dei tifosi verso ovest di Londra aveva portato una dose di ottimismo, soprattutto dopo l’undici iniziale che includeva i neoacquisti Bryan Mbomo, Matheus Conia e Benjamin Sisko. Ma dopo venti minuti era già 2-0 per Brentford, guidato dal nuovo tecnico Keith Andrews, che aveva subito una vittoria nelle prime cinque gare.
Amorim ha detto dopo il match: “Ho cercato di essere obiettivo. Abbiamo giocato una partita contro Brentford, non la nostra. Non abbiamo posseduto palla a lungo, non siamo stati presenti.”
La domanda cruciale resta: qual è davvero l’identità di gioco di United? Controllo del centrocampo? Qualunque sia la formazione, sembra impossibile mantenerlo per più di pochi minuti, e anno dopo anno manca anche l’acquisto di un regista nonostante i 200 milioni spesi quest’estate.
La partita è sembrata controllata da Brentford fin dall’inizio, non solo per i calci piazzati ma per la superiorità numerica a centrocampo. Andrews ha spiegato di aver sfruttato la superiorità numerica schierando tre centrali in mediana contro un 2 in mezzo al campo di United; la 3-4-3 di Amorim, che di solito dovrebbe dare superiorità, non ha funzionato contro squadre organizzate.
Il primo gol nasce da una perdita palla in avanti di Conia, seguita da quattro tocchi: Henderson serve lungo, Tiago riceve di testa e sferra un sinistro imprendibile all’angolino, ma la colpa è stata di Maguire, che non è riuscito a chiudere la linea di fuorigioco di misura piccola.
Il secondo gol di Tiago non è stato migliore: la difesa di United appare in difficoltà, ogni attacco di Brentford diventa una minaccia. L’unico aspetto positivo parziale è stato l’uscita di Pogba? No, l’attenzione va al portiere di Brentford, che ha gestito con domande alte i cross, una nota che evidenzia il fallimento complessivo della manovra.
In fase offensiva non c’è alcuna vera minaccia: Mbomo non è quello degli inizi di stagione, Conia ha mostrato possibilità ma senza productione, Sisko segna il primo gol in Premier League ma arriva in una fase caotica, dopo due tentativi azzeccati ma non conclusivi. L’attacco rimane privo di pressione e di intensità, una fotografia tipica della gestione Amorim, anche se la squadra resta vincolata al 3-4-3 e a pochi cambi disponibili dalla panchina.
Alcuni potrebbero rimpiangere “se solo”: se Collins fosse stato espulso al minuto 72 per un fallo su Mbomo, o se Fernandes avesse segnato il rigore convalidato dal VAR, o se la parata di Kaolhene Keilyher avesse deciso la partita. Ma Amorim ha ammesso che il problema non è l’arbitro, bensì cosa la sua squadra avrebbe potuto fare meglio.
La frase di David Moyes del 2014, “United deve migliorare nel passaggio, nella creazione di occasioni e nella difesa”, sembra oggi una citazione adatta anche per Amorim: la formula non cambia, solo i nomi. Nonostante tutto, Amorim sembra avere il sostegno della dirigenza, dei tifosi e dei media, come accadde dopo l’addio di Moyes, ma cosa succederebbe se la situazione non migliorasse? Cosa succederebbe se continuassero a perdere più partite che vincere, senza impegni europei in questa stagione?
La notizia arrivò a sorpresa: sabato mattina West Ham annunciò l’esonero di Graham Potter per i risultati negativi, con un bilancio di 23 punti in 23 partite. Il parametro è stretto: se una simile performance fosse sufficiente per Potter, quanto resisterà la dirigenza davanti all’andamento di Amorim e al suo progetto?
Questo confronto mette in discussione le ambizioni di Manchester United: una domanda pesante è diventata centrale, perché se i numeri sono sufficienti per un taglio a West Ham, cosa deve cambiare a Old Trafford affinché il progetto di Amorim non venga considerato fallito?
In conclusione, la giornata ha lasciato diverse risposte, ma anche molte nuove domande: United deve rigenerarsi, affidarsi a scelte tattiche diverse e fare i conti con una panchina ridotta. Il tempo è poco e la prossima serie di partite non ammette errori.