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Odio online e gloria sul campo: Lamine Yamal e Vinícius Júnior in una sfida decisiva

17 novembre 2025

Odio online e gloria sul campo: Lamine Yamal e Vinícius Júnior in una sfida decisiva
Vinícius Júnior e Lamine Yamal, protagonisti di una battaglia che va oltre il campo

La battaglia contro l’odio online in Spagna

Un rapporto dell’Osservatorio spagnolo contro la discriminazione e la xenofobia (OBERAX) rivela le squadre e i giocatori più bersagliati dai messaggi di odio sui social in Spagna. Il fenomeno non è una serie di episodi isolati, ma una realtà che mette in discussione l’ambiente pubblico, la gestione delle tifoserie e la risposta delle istituzioni sportive.

Vinícius Júnior, stella del Real Madrid, è stato bersaglio di insulti razzisti durante le partite di Liga da più di una stagione. Ma la ricerca mostra che non è l’unico ad essere colpito.

Secondo Mundo Deportivo, nel rapporto si sottolinea che Vinícius non è la persona che riceve più messaggi offensivi considerati come crimini d’odio. A guidare la classifica è Lamine Yamal, giovane talento del Barcellona, seguito da altri nomi di calibro.

La percentuale di offese attribuite ai social è stimata intorno al 60% del totale delle molestie analizzate dal monitoraggio.

Secondo il rapporto, Lamine Yamal è avanti di molto rispetto a Vinícius Júnior (29%), seguito da Kylian Mbappé (3%), Alejandro Balde e i giovani Nico Williams e Iñaki Williams (2%), Ibrahim Díaz e altri compagni.

La Liga resta sotto scrutinio per una gestione ritenuta lenta e per sanzioni percepite come poco efficaci nei confronti di club e tifosi coinvolti. Con la pressione internazionale in crescita, le autorità hanno iniziato a introdurre misure più rigide, tra cui:

- avvio di indagini penali,

- sospensione di singoli tifosi,

- rafforzamento delle misure di sicurezza nei Stadi.

Nonostante ciò, molti ritengono che la strada sia ancora lunga. L’impatto di questa crisi ha contribuito a trasformare Vinícius in una figura globale nella lotta contro la discriminazione, sostenuto dal Real Madrid e da una comunità di giocatori che in tutto il mondo si stringe intorno a lui, fino ad arrivare al supporto della stessa federazione brasiliana.

La dimensione sociale e l’identità

La situazione ha acceso un dibattito su quanto la scena calcistica rifletta i problemi sociali più ampi. Vinícius non è solo un fuoriclasse capace di dribbling e gol, ma diventa simbolo di una battaglia che coinvolge milioni di giovani giocatori in Europa.

La risposta della Liga e della federazione

Prima della pausa internazionale, la federazione spagnola ha pubblicato una nota critica verso Barcellona per la gestione della presenza di Yamal durante la convalescenza, senza consultare lo staff medico della nazionale. Il tecnico del Barcellona, Hans Flick, ha espresso fastidio per l’eccessiva partecipazione di Yamal alle partite internazionali, invitando a una gestione più equilibrata dei minuti. Il club ha poi spiegato che è stato consultato un medico belga specializzato in patologie della regione inguinale, noto per aver lavorato con migliaia di atleti, tra cui calciatori e cestisti, per valutare la situazione di Yamal.

In conclusione, l’intento è proteggere la salute dei giocatori senza negare loro il contesto competitivo, ma l’evoluzione della situazione resta incerta e delicata.

Questa è una storia che va oltre il rettangolo di gioco: il razzismo è una ferita sociale che ha bisogno di rimedi concreti, dalla politica allo sport, dall’educazione al controllo mediatico.

La Liga deve fare di più, e i giocatori devono poter concentrarsi sul campo senza dover vedere la loro umanità messa in discussione ad ogni fischio.

In breve L’odio sui social non è una questione passeggera: richiede cambiamento collettivo, impegno di club, federazione e tifosi. Vinícius e Yamal non si arrendono.

Punchline 1: Se l’odio fosse un giocatore, sarebbe sempre in fuorigioco morale: espulsionato dal campo della civiltà.

Punchline 2: Il razzismo è come un autogol invisibile: vivi, ma non giochi bene con la tua coscienza. Chiudi la chat, spegni l’app e resta umano.

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Karim Lejaffa

Sono Karim Lejaffa, giornalista sportivo francese nato nel 1997. Appassionato di astronomia, scultura su pietra e danza contemporanea, condivido con entusiasmo la mia visione sensibile dello sport.

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