Quando le scuse non bastano: l’ombra della controversia tra Al Ahly e Mustafa Younis
24 ottobre 2025
Svolgimento della crisi
La vicenda che vede coinvolto Mustafa Younis, ex superstella dell’Al Ahly, sembra avviarsi verso una nuova fase: una possibile chisura o un capitolo diverso di una controversia tra una delle colonne del club e il consiglio guidato da Mahmoud El Khatib. Tra scuse e cautela, regna l’incertezza all’interno della società, con accuse che hanno raggiunto organi ufficiali e i media, nate da dichiarazioni ritenute lesive del club.
I dettagli emergono da una crisi innescata da video e contenuti online secondo cui l’ex giocatore ha lanciato accuse di corruzione e di arricchimento illecito nei confronti del presidente e dei consiglieri. L’Ahly ha risposto con una prima mossa di interdizione: Younis è stato allontanato dall’accesso al club in attesa di accertamenti, in una cornice che la dirigenza definisce necessaria per tutelare l’immagine istituzionale e i simboli del club.
Procedimenti, media e mediazione
Secondo una nota ufficiale, il consiglio ha esaminato la situazione e ha deciso all’unanimità di inviare l’indagine a carico delle Sh?ono legali, mantenendo Younis temporaneamente sospeso fino a conclusione delle verifiche, in conformità con lo statuto del club. È stato affidato al consulente legale della società, il dottor Mohammed Osman, l’onere di intraprendere le azioni legali necessarie per tutelare l’onorabilità del club contro le accuse rivolte al presidente e ai membri del consiglio.
Parallelamente, il Consiglio superiore per l’organizzazione dei media ha disposto un’interdizione di tre mesi dall’apparire sui media per Mustafa Younis, oltre all’obbligo di rimuovere contenuti dai propri canali social e da YouTube. Younis ha dichiarato davanti al comitato di lamentele di aver commesso abusi verbali e contenuti non adeguati, promettendo di eliminare i video e di non ripetere tali comportamenti in futuro.
Le conseguenze non sono rimaste sul piano sportivo: l’Ahly ha presentato una formale denuncia al Consiglio superiore per l’organizzazione dei media, specificando che il giocatore ha reiterato critiche nei confronti del club e dei suoi dirigenti attraverso diverse apparizioni televisive e social. L’esito delle verifiche sarà valutato dall’assemblea e dal nuovo consiglio, con la prospettiva di definire la posizione definitiva di Younis all’inizio del prossimo turno amministrativo.
Durante l’indagine, nuove dinamiche sono emerse: inizialmente Younis non si presentò alle convocazioni per apparentemente motivi di notifica all’indirizzo vecchio, ma il club ha successivamente rintracciato il nuovo recapito, notificando l’atto anche tramite WhatsApp sul numero ufficiale registrato dall’istituto. Si è inoltre saputo che per garantire imparzialità è stato affidato un giudice all’esame del caso, un dettaglio che ha alimentato la fiducia nel processo, almeno tra le fonti interne.
Alla chiusura della fase istruttoria è emerso che Younis ha partecipato a una sessione di indagine presso una filiale del club, presentando scuse scritte e orali alla dirigenza guidata da Mahmoud El Khatib e impegnandosi a non utilizzare nuovamente toni o affermazioni lesive. I risultati sono stati depositati in un fascicolo chiuso destinato al direttore esecutivo, in attesa della discussione al prossimo consiglio, dopo le elezioni che hanno rinnovato le camere dirigenziali.
Nel frattempo, alcuni volti storici del club hanno tentato di mediare una soluzione: Mustafa Abdu e Mokhtar Mokhtar avrebbero contattato direttamente il presidente per spianare la strada a un accordo. Secondo le fonti, si sarebbe concordato che Younis rilasci una formale dichiarazione pubblica e che vi fosse un impegno a non ripetere provocazioni future. Tuttavia, il presidente non appariva accondiscendente all’inizio, ricordando che Younis ha già chiesto scusa in diverse occasioni senza che ciò bastasse a cambiare la percezione generale dell’azione del giocatore.
Un punto chiave nella discussione riguarda la credibilità delle promesse fatte in passato: El Khatib ha sottolineato che non è logico rivolgere accuse sull’onore e sull’integrità e poi chiudere la questione con nuove scuse. La reputazione del club e dei suoi simboli non può essere oggetto di ripetute concessioni. Per quanto riguarda la dimensione legale interna all’Ahly, fonti hanno indicato che la decisione finale non sarà portata all’assemblea prossima, poiché il mandato in carica era già concluso, rimandando la valutazione al primo consiglio ufficiale della nuova era dirigenziale.
In conclusione, la società sottolinea che i risultati dell’indagine dovranno essere discussi dal nuovo consiglio una volta insediato, prima di emettere una decisione definitiva sulla posizione di Mustafa Younis.
Punchline 1: Se la verità fosse un rigore, questa storia avrebbe già segnato due volte; purtroppo la terza opportunità arriva sempre quando meno te lo aspetti—o forse mai, se il VAR è in ferie.
Punchline 2: E se tutto va storto, bastano due cose per rimettere in sesto una crisi: una buona scusa pubblica e una stretta di mano tra i protagonisti. Il resto è Ajax… no, è Ahly: corrige il tiro e segna ancora!