Serie A in riga di imbuto: Milan contro Como in Australia tra branding e proteste globali
22 ottobre 2025

Contesto
Nonostante la decisione della Liga spagnola di annullare l’incontro Villarreal-Barcelona a Miami, la Serie A prosegue nell’idea di disputare Milan contro Como in Australia, secondo un rapporto di Tuttomercatoweb.
Dettagli e ragioni
La Liga aveva annunciato l’annullamento della partita di dicembre a causa di proteste da parte di club e tifosi, con episodi di protesta nelle fasi iniziali di varie partite. Tuttomercatoweb ha indicato che la situazione in Italia potrebbe essere diversa, ritenendo molto bassa la probabilità di ripetere quanto avvenuto in Spagna.
L’Associazione Italiana dei Calciatori (AIC) non prevede attualmente proteste e punta a prevenire simili episodi in futuro, concentrandosi più sulla tutela dello spettacolo che sull’opposizione a una partita in particolare.
La differenza cruciale riguarda la parte che sostiene l’idea: in Spagna era la Liga; ora l’iniziativa per una sfida Milan-Como in Australia nasce dal Milan stesso, con obiettivi di branding e di espansione commerciale, non solo da ricavi diretti stimati intorno agli 8-9 milioni di euro.
La sfida tra Milan e Como sarebbe disputata a febbraio in Australia, mentre era previsto che Villarreal-Barcelona si giocasse il 21 dicembre a Miami e poi si trasferisse allo stadio La Cerámica.
Motivi dell’annullamento di Villarreal-Barcelona
Secondo Mundo Deportivo, la società organizzatrice Relent (relavente) avrebbe ritirato l’evento “a causa dell’incertezza che regnava in Spagna nelle settimane successive”.
Allo stesso tempo, Real Madrid aveva inviato una seconda lettera al Consiglio Superiore dello Sport opponendosi al match negli Stati Uniti; l’UEFA aveva dato un’approvazione incerta, che è stata confermata solo a seguito di sviluppi successivi che hanno portato all’annullamento.
La Liga ha interpretato la retromarcia come un duro colpo alla propria strategia di espansione globale, sottolineando che l’incontro sarebbe stato conforme alle norme ma avrebbe potuto compromettere l’integrità delle competizioni nazionali.
L’opposizione non è stata limitata al Real Madrid: anche l’associazione dei giocatori spagnola ha espresso riserve, con proteste registrate durante l’ultima giornata di campionato.
Questo clima ha generato un dissenso diffuso verso l’idea di disputare una partita ufficiale all’estero, nonostante la FIFA avesse concesso una prima approvazione nel maggio 2024 per permettere partite di campionati nazionali al di fuori dei confini.
Retroscena delle esperienze precedenti
Non è la prima volta che si tenta un’esportazione all’estero: nel 2018 Relevant tentò Girona-Barcelona a Miami, ma fu rifiutato dalla FIFA; nel 2019-2020 si tentarono Villarreal-Atletico Madrid e nel 2023-2024 Barcellona-Atletico Madrid, senza successo.
La Liga sembrava vicina a realizzare il sogno del presidente Tebas, contando sull’eventuale via libera della CONCACAF per la partita. Il piano prevedeva attività commerciali a Miami per un mese intero, in un'area di oltre 4000 metri quadri, ma è stato posticipato sine die dopo il ritiro di Relavent e l’indicazione della UEFA che le eccezioni non possono compromettere le competizioni nazionali.
Reazioni in Spagna
La Liga ha dichiarato che, dopo colloqui con l’organizzatore, l’evento non si sarebbe potuto realizzare e ha espresso rammarico per la perdita di un’opportunità storica di internazionalizzazione. L’organizzazione ha stimato ricavi per Barcellona e Villarreal nell’ordine di 5-6 milioni di euro, ma la decisione è stata considerata un ostacolo allo sviluppo delle risorse del calcio spagnolo rispetto alle principali leghe europee.
Nel frattempo, alcuni dirigenti di Villarreal hanno criticato la gestione dell’iniziativa: il tecnico Marcelino García Toral ha commentato che è “inappropriato rilasciare comunicati mentre siamo in campo”, e il presidente Fernando Roig è stato visto visibilmente contrariato al termine della partita.
Questo scenario ha accresciuto la frustrazione interna alla società tra gli ambienti dirigenziali e gli appassionati che avevano sperato in un’apertura internazionale. Il progetto resta in sospeso e tutto lascia intravedere future discussioni su come bilanciare l’espansione globale con la tutela delle competizioni nazionali.
Punchline finale: se esporti il calcio, assicurati che la casa madre paghi la bolletta del jet lag – altrimenti il pubblico di ieri diventa quello di domani. E due: se vuoi convincere il mondo che il calcio è globale, ricorda che anche la pazienza ha un indirizzo estero… e spesso timbra cassa.