Torino 2025: il duello Alcaraz-Sinner chiude la stagione dell’ATP Finals in pista d’oro
9 novembre 2025
Anteprima della finale a Torino
La stagione del circuito ATP 2025 giunge al suo epilogo in modo drammatico questa settimana, con l’ATP Finals a Torino, nell’Arena ENALBI, che vede in campo gli otto migliori giocatori mondiali per decidere chi chiuderà l’anno sul gradino più alto. Il torneo inizierà domenica, e la cornice promette spettacolo in una cornice che profuma di grande banco di prova.
In testa al tabellone figura Carlos Alcaraz, dopo un’annata straordinaria, ma lo sfidante più agguerrito è Yannick Sinner, detentore del titolo e in forma smagliante. L’outsider da tenere d’occhio è Alexander Zverev, due volte campione dell’evento, che punta a un terzo trofeo prestigioso nella stessa manifestazione. Félix Auger‑Aliassime torna a Torino per la prima volta dal 2022, cercando di allungare il proprio momentaneo dominio.
Entrano poi nel quadro i volti nuovi: Ben Shelton e Lorenzo Musetti debuttano in una finalissima di stagione, mentre Taylor Fritz e Alex de Minaur — entrambi reduci da percorsi interessanti — ritornano nell’atto decisivo a torino.
Notevole anche la cornice di assenze: Novak Djokovic è out per infortunio e cede spazio a un sostituto di livello, Alexander Bublik, che prenderà parte come primo sostituto. Il ritorno di Djokovic avrebbe potuto alterare i piani, ma la strada resta aperta per i protagonisti presenti.
Nel percorso di definizione della classifica mondiale, la corsa al numero uno si fa serrata: Alcaraz e Sinner restano i grandi indiziati, con Sinner in ritardo di oltre 1.000 punti nel conteggio del ranking rispetto al sapiente percorso di multiformi successi di Alcaraz. Il regno del serbo Djokovic, nonostante l’assenza, ha scritto un capitolo a parte e ha nel frattempo chiuso una vittoria a Athens, ma non è in questa lista finale.
Gruppi e protagonisti sul tangibile palcoscenico torinese
In questa edizione, il Gruppo Björn Borg vede insieme Sinner, Zverev e Auger‑Aliassime, con l’inserimento di Ben Shelton che, insieme a loro, cerca di dare una cornice di alto livello al torneo. Nella Gruppo Jimmy Connors, invece, Fritz e De Minaur si associano a Musetti dopo una stagione notevole, facendone un trittico molto interessante per le sorti del torneo.
Un pessimismo di facciata non sfiora però chi guarda le gare di doppio, dove scendono in campo alti volumi di talento: Julian Cash/Lloyd Glasspool guidano i confronti di coppia in una griglia estremamente competitiva, con avversari di peso come Granollers/Zeballos e la coppia campione in carica Krawietz/Pütz. Parallelamente, Harri Heliövaara e Henry Patten guidano la corsa per l’assalto al numero uno a fine anno, affiancati da altre coppie che puntano a chiudere l’annata con un apice di rendimento.
Non manca il capitolo dedicato alle parentesi individuali: al terzo titolo, al numero 101 in carriera, Djokovic – che si è trovato costretto a rinunciare a Torino – ha spremuto una vittoria emozionante ad Athens, mentre Musetti entra al posto di Djokovic nel Gruppo Connors e diventa così l’unico semifinalista italiano interessato in questo contesto. Il regolamento ha previsto che Bublik sia il primo alternating del torneo.
Conclusione e chiusura dell’evento
La scena è pronta: Alcaraz contro Sinner per l’assegnazione del titolo; Zverev in corsa per il “hat‑trick” di fine anno; Shelton e Musetti pronti a sorprendere con un debutto che promette scintille. In questa cornice, anche Fritz e De Minaur cercheranno un ribaltone, in una cornice di talento puro che tocca punte massime della stagione.
In chiusura, la storia continua: nel tardo pomeriggio di Torino, la tua palla non è solo una pallina, è la tua chance di chiudere l’anno con una nota degna di applausi, tra tenacia e tecnica. E se la matematica non è tutto, il cuore del tennis compensa con una dose extra di spettacolo e di sorprese.
Note finali
Alla fine, se la vittoria fosse una mira, Alcaraz e Sinner hanno già tracciato la traiettoria: tre set, una traiettoria netta e una classifica che trema alle loro carezze con la racchetta. E se la palla è rotonda, almeno sapremo chi riderà per ultimo.