Una dose di ottimismo: l’Arabia Saudita si prepara al playoff asiatico contro l’Indonesia per il Mondiale 2026
6 ottobre 2025

La nazionale saudita è in fermento a Gedda, dove la gente è al settimo cielo per l’imminente playoff asiatico che vale una possibile qualificazione al Mondiale 2026 negli Stati Uniti, in Canada e in Messico.
La squadra affronta due impegni chiave nel gruppo 2 della fase playoff: Indonesia mercoledì sera, seguita dall’incontro contro l’Iraq il 14 ottobre, partite decisive per definire chi avanzerà direttamente al Mondiale 2026.
Con l’obiettivo di conquistare la settima partecipazione al Mondiale, l’Arabia Saudita arriva a questi match con una solida esperienza nelle qualificazioni continentali e con la rinnovata consapevolezza maturata dall’ultima presenza in Qatar 2022.
Dominio storico che rafforza la fiducia
La squadra verde affronta l’Indonesia con una superiorità storica molto evidente, avendo disputato 16 incontri ufficiali e amichevoli tra i due paesi. L’Arabia Saudita ha collezionato 12 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta, un tabellino che alimenta la fiducia prima della sfida odierna.
Secondo il sito ufficiale della nazionale saudita, i gol segnati contro l’Indonesia sono 45 mentre quelli subiti sono 8, un divario che racconta una dominanza che l’allenatore e i giocatori sperano di estendere.
Origini e decenni di supremazia
Il primo confronto risale al dicembre 1980 a Riyadh, con un 8-0 a favore della Saudita e una prova stellare che ha visto Majed Abdullah segnare cinque reti. Da quel giorno, la Saudi ha mantenuto una linea di supremazia, incamerando vittorie significative nei decenni successivi, tra cui una serie di successi anche in eventi come le qualificazioni e le Coppe Asia.
L’Indonesia ha ottenuto il suo primo pareggio nel 1997 a Singapore (1-1), mentre tra il 2003 e il 2007 l’Arabia Saudita ha continuato a imporre il proprio gioco in diverse qualificazioni e competizioni continentali, rafforzando una memoria storica di dominio.
Una sfida decisiva prima del Mondiale
Con l’Indonesia e l’Iraq nel mirino, l’Arabia Saudita cerca di capitalizzare la sua tradizionale robustezza e la varietà della propria scuola di calcio, che mescola esperienze europee, latine e realtà locali. Il prossimo periodo definirà non solo la qualificazione ma anche la conferma di una cultura sportiva capace di resistere alle pressioni del palcoscenico mondiale.
Nota di chiusura: tra statistiche e ricordi, l’allenatore sa che la testa resta fredda e il cuore resta verde. E se cade un pallone, c’è sempre la schermata di replay per ricordarsi che la storia resta dalla tua parte.