Ødegaard tra gloria e infortuni: l’Arsenal cerca equilibrio tra talento e limiti fisici
4 octobre 2025

Ødegaard tra gloria e infortuni
Il centrocampista norvegese Martin Ødegaard, capitano dell'Arsenal, non ha potuto terminare la partita contro West Ham United nella settima giornata della Premier League.
L'international è partito titolare, ma è caduto a terra lamentando un nuovo infortunio poco prima della mezz'ora del primo tempo.
Allo stop, l'allenatore spagnolo Mikel Arteta è stato costretto a sostituirlo al 30' inserendo Martin Zubimendi al suo posto.
Questa infortunio segna la seconda assenza della stagione per Ødegaard, che a settembre aveva già avuto un problema alla spalla che lo aveva costretto a saltare contro Manchester City e Port Vale.
Secondo Opta, Ødegaard è diventato il primo giocatore nella storia della Premier League a essere sostituito prima della fine del primo tempo in tre partite consecutive partite iniziate da titolare.
Da quando è arrivato all'Arsenal nel 2021 proveniente dal Real Madrid, Ødegaard è emerso come uno dei giocatori chiave della squadra e parte integrante del progetto di Arteta.
Tuttavia gli ultimi anni hanno visto una perdita di continuità nelle presenze a causa di infortuni muscolari e problemi alle ginocchia e caviglie, alimentando domande tra i tifosi.
Arteta lo utilizza come fulcro della costruzione offensiva, grazie alla sua visione del campo e alla capacità di sfondare le linee con passaggi precisi.
Ma lo stile di gioco intenso, che combina pressing alto e sforzo fisico continuo, rende l'attaccante norvegese sempre più vulnerabile a lesioni e affaticamento ripetuti.
Nell'ultimo biennio ha saltato marcature importanti in Premier League e in Europa a causa di problemi muscolari, ginocchio e caviglia.
Lo scorso settembre 2024, un infortunio alla caviglia lo ha costretto fuori dai campi per circa 57 giorni, facendogli saltare 14 gare tra club e nazionale norvegese.
Il ruolo di capitano e l'esempio in spogliatoio hanno reso la sua assenza particolarmente sentita, con Arsenal che perde una delle principali fonti di ispirazione e lucidità in mezzo al campo, soprattutto in match cruciali.
Nonostante ciò, i tifosi continuano a credere in Ødegaard come pilastro del progetto di Arteta e nella sua capacità di guidare la squadra nei momenti difficili.
Nell'analisi generale, Arsenal negli ultimi anni ha subito un alto numero di infortuni: dall'inizio della stagione 2019-2020 quasi non c'è mese senza una comunicazione di infortunio.
Tra i giocatori entrati nella sua parabola di assenze figurano Thomas Partey, Kieran Tierney, Bukayo Saka, Emile Smith-Rowe, Gabriel Jesus e lo stesso Ødegaard; spesso le assenze hanno inciso su fasi chiave della stagione.
Molti attribuiscono la problematica all'attitudine fisica del modello di gioco di Arteta e al calendario particolarmente impegnativo, che rende difficili i tempi di recupero.
Inoltre, alcune infortuni sono nate da problemi di preparazione fisica o da contatti avversari spesso ruvidi, che hanno amplificato le assenze.
Nonostante gli sforzi per potenziare lo staff medico e le metodologie di recupero, le distrazioni fisiche restano una barriera importante al successo di Arsenal e alla continuità della squadra.
I tifosi sperano che la dirigenza trovi un equilibrio tra l’elevato livello sportivo e una gestione più prudente degli infortuni, affinché le stagioni future vedano una formazione più stabile e competitiva fino all’ultima giornata.
Nonostante i progressi realizzati sotto la guida di Arteta, l’Arsenal non ha ancora vinto trofei di grande rilievo dall’FA Cup nel 2020, segno che la pressione per i titoli resta alta.
La chiave resta la gestione della rosa: tra infortuni ricorrenti e la necessità di profondità, la squadra deve trovare un equilibrio tra pressing, qualità tecnica e protezione dei propri talenti.
Punchline 1: Se gli infortuni avessero una pagina Instagram, sarebbe quella con più follower dell’Arsenal, ma purtroppo non vende medaglie al posto dei post.
Punchline 2: Forse serve un medico che sappia leggere anche le tattiche: “guarisci in tre giorni” è una tattica da allenamento, non da campionato. E sì, l’Arsenal spera ancora di arrivare alla festa senza una coda di infortuni come palloni persi.