Dal Qatar all'Oro Mondiale: la rinascita del calcio marocchino va in scena nei giovani
22 ottobre 2025

Da Qatar 2022 all'Oro Mondiale U20 in Cile 2025
Il Marocco sta vivendo una fase d'oro nella storia del calcio africano e arabo: due imprese memorabili a distanza di soli tre anni, il quarto posto al Mondiale di Qatar 2022 e, nel 2025, il primo titolo mondiale tra le nazionali arabe giovanili, conquistato in Cile.
Questo salto non è casuale: è il frutto di una strategia a lungo termine guidata dall'Accademia Mohammed VI per il calcio, un progetto reale che ha trasformato il Marocco da protagonista marginale a struttura capace di competere ai massimi livelli mondiali in meno di due decenni.
La storia di Qatar 2022
Nel 2022 la nazionale maggiore ha sorpreso il mondo entrando nelle semifinali, aprendo una nuova era per gli Atlas Lions. Il cammino è partito con una fase a gironi impegnativa, seguito da vittorie su Belgio e Canada e da un pareggio contro la Croazia. Nei quarti i marocchini hanno superato il Portogallo ai rigori, siglando una vittoria storica che li proietta tra le prime quattro squadre del mondo. In semifinale hanno affrontato la Francia, perdendo, e hanno chiuso la rassegna al quarto posto battendo la Croazia nella finalina.
Questo percorso ha posto il Marocco tra le poche realtà non europee o sudamericane a raggiungere una semifinale di Coppa del Mondo, una conferma della crescita strutturale del calcio marocchino.
La strada verso Chile 2025
Tre anni dopo, i “giovanissimi leoni” hanno scritto una pagina storica: nell’edizione 2025 del Mondiale U20 in Cile, l’orgoglio marocchino ha conquistato l’oro contro l’Argentina, con una doppietta di Yasser Zabiri. Il cammino è stato una marcia trionfale contro Spagna e Brasile nella fase a gironi, contro Corea e Stati Uniti negli ottavi e quarti, contro la Francia in semifinale ai rigori, fino al trionfo finale contro l’Argentina.
Questa serie di vittorie ha consacrato non solo Zabiri come finalizzatore decisivo, ma anche una rosa di promettenti talenti cresciuti nell’Accademia Mohammed VI e formatisi per imporsi a livello internazionale.
Una generazione trainata dall’Accademia Mohammed VI
Dietro a questa crescita continua c'è una strategia statale affidata alla Federazione marocchina di calcio e, soprattutto, all’Accademia Mohammed VI per il calcio. Fondato nel 2009 e inaugurato a Salé nel 2010, l’impianto si estende su 2,5 chilometri quadri e comprende dieci campi conformi agli standard FIFA, un centro medico e sportivo, un complesso alberghiero 5 stelle per alloggi, una scuola interna, sale fitness e spazi per la formazione.
FIFA ne ha elogiato la qualità, mentre France Football e BBC hanno messo in evidenza la sua funzione di gemma del sistema calcistico marocchino. Il programma è gratuito e si concentra sul reclutamento di talenti da tutto il Paese attraverso una rete di scouting nazionale, con una selezione che si basa su 25 criteri in cinque aree. L’impegno è di 500 ore all’anno per dieci anni, con orari che vanno dalle prime luci dell’alba fino a tarda sera, integrando studio, allenamento, assistenza medica e supporto psicologico.
Il percorso formativo è suddiviso in tre fasi: pre-formazione (12-14 anni), specializzazione (14-16 anni) e preparazione all’professionismo (16-18 anni). Da questa cantera sono emersi tre protagonisti della squadra di Qatar 2022: Yusuf En-Nesyri, Azzedine Onahi e Nayef Aguerd, che hanno quindi lasciato il segno nei ranghi della nazionale maggiore, offrendo una base solida ai successivi successi giovanili.
Una generazione che sfrutta i talenti interni
Dal Salé all’élite globale, la storia è arricchita dai cinque ambasciatori provenienti dall’Accademia Mohammed VI che hanno contribuito al successo della squadra Under-20 campione del mondo: Yasser Zabiri, Yassine Khalifi, Fouad Zahwani, Hussam Al-Sadiq e Hamza Koton. Insieme hanno scandito una trasformazione che va oltre il singolo risultato: una nuova cultura di allenamento, disciplina e aspirazione internazionale.
Prospettive future
Il Mondiale U20 incorona il Marocco come primo paese africano a sollevare un trofeo mondiale in questa categoria e stimola ulteriori investimenti nell’Accademia Mohammed VI e nel sistema di sviluppo giovanile. Il Paese è già qualificato per la Coppa del Mondo 2026 e parteciperà all’organizzazione dell’edizione 2030 in collaborazione con Spagna e Portogallo.
Dal punto di vista economico e sportivo, la crescita ha accelerato la valorizzazione di giocatori marocchini in giro per l’Europa, con una valorizzazione della squadra e dei singoli talenti stimata in milioni di euro. Zabiri, En-Nesyri, Onahi e gli altri hanno acceso una nuova ambizione nazionale, con un valore di mercato cresciuto e una visibilità globale che prima sembrava solo un sogno.
Messaggistica di chiusura del presidente della Federcalcio: “abbiamo chiuso la fase di partecipazione, ora competiamo per i trofei.”
Modello ispiratore
Da Doha a Salé, dalla primavera della cantera al trionfo internazionale, il Marocco ha scritto una pagina esemplare per il calcio arabo e africano. L’Accademia Mohammed VI rappresenta una parola d’ordine semplice ma potente: sforzo, costanza e una programmazione lungimirante. L’orizzonte è luminoso, e la curiosità globale è pronta a vedere se la prossima pagina sarà ancora più grandiosa. Se la tua domanda è: “quanto durerà questa marcia?”, la risposta è: finché il pallone non smette di rotolare. Ora, due battute in stile sniper per alleggerire la lettura: 1) Se il talento si allena dieci anni, la matematica diventa una materia opzionale: conta solo la dedizione. 2) Se continuiamo così, la FIFA potrebbe dover rilasciare un visto speciale per l’esportazione di gole e sogni a livello mondiale.”