La svolta di Renard: il 4-5-1 che può lanciare l'Arabia Saudita al Mondiale 2026 contro l'Indonesia
7 ottobre 2025

La nazionale saudita cerca una tappa decisiva verso il Mondiale 2026 affrontando l'Indonesia a Jeddah, nell'apertura della fase asiatica del playoff mondiale. Con l'obiettivo di non commettere errori, l'Arabia Saudita sa che ogni punto conta in una corsa molto competitiva per due posti diretti al Mondiale.
La selezione guidata da Renard affronta la sfida con la consapevolezza che il playoff asiatco è serrato: il favorito, in teoria, è colui che riuscirà a conquistare la testa del gruppo e ad approdare direttamente al torneo. Selezione giunta a questo impegno forte della già qualificazione di sei nazioni asiatiche e della necessità di collezionare punti fin dall'esordio.
Secondo le previsioni giornalistiche locali, Renard ha predisposto una formazione equilibrata in 4-5-1, capace di offrire compattezza difensiva e rapidità offensiva. In prima linea agirà un tridente guidato da Salem Al-Dawsari, affiancato da Saleh Abu Al-Shamat e Firas Al-Briqan, con la responsabilità di finalizzare le occasioni create dalla linea mediana e dai trequartisti.
Nella linea centrale, saranno Musab Al-Juweir, Abdullah Al-Khubri e Nawaf Boshl a orchestrare il gioco, con la difesa affidata a Temebkti e Jihad Zikri e con Nawaf Al-Qaad al potenziale portiere. L'undici può variare in base all'analisi tecnica dell'allenatore durante l'incontro tecnico del giorno della partita.
La sfida contro l'Indonesia è segnata da una cornice molto solida: la presenza di pubblico è garantita e l'organizzazione sta predisponendo ingressi e uscite per evitare intasamenti, garantendo un'atmosfera calda e competitiva al King Abdullah Sport City di Jeddah.
La formazione prevista
Secondo fonti saudite, Renard ha puntato su un 4-5-1 che offre equilibrio tra le fasi. Il trio offensivo sarà completato da un centrocampo duttile e da una linea difensiva compatta, pronta a contenere le ripartenze indonesiane e a far partire le avanciate sui lati.
Il match vedrà la partecipazione di una squadra saudita determinata a partire forte e a costruire un margine di vantaggio prezioso. L'incontro è l'occasione per dare solidità al progetto di qualifica e per mostrare al mondo che il calcio dell'Arabia Saudita è pronto per la scena globale.
Altre note sul contesto includono la presenza di dirigenti e figure tecniche nel ritiro, una chiara dimostrazione di fiducia del progetto sportivo nazionale e di un pubblico desideroso di testare la squadra in una notte che potrebbe trasformarsi in una pietra miliare per il Mondiale 2026.
Impegno, centras, pubblico
La sala stampa ha registrato un apprezzamento unanime per la legittimità della missione: la federazione e lo staff hanno posto l'accento sulla necessità di mantenere alta la concentrazione e la disciplina tattica. La preparazione si è svolta con intensità, mirando a una performance di alto profilo alle condizioni ideali di gioco.
Gli addetti ai lavori hanno sottolineato che il pubblico sarà un decimo giocatore: l’Arabia Saudita si aspetta una cornice da 65.000 tifosi, con tifoserie appassionate pronte a sostenere la squadra nel cammino verso il Mondiale 2026. L'atmosfera è particolarmente stimolante e il team sembra pronto a rispondere presente.
La gestione della tifoseria, insieme alle misure logistiche, è finalizzata a garantire una serata di football di alto livello, con un occhio alla sicurezza e al regolare svolgimento della gara. L'inizio è fissato per la serata di mercoledì, con le luci della scena che promettono spettacolo e adrenalina.
“Abbiamo lavorato per essere pronti: siamo concentrati, determinati e crediamo nel nostro progetto” ha dichiarato Renard durante la presentazione pubblica. “Vincere oggi è un passo fondamentale, ma il cammino è ancora lungo e pieno di ostacoli.”
In sintesi, la partita a Jeddah non è solo una gara: è una tappa cruciale, un banco di prova per le ambizioni mondiali della nazionale saudita, che sogna di tornare a brillare sul palcoscenico internazionale. Se la tattica funziona, e la squadra resta compatta, la strada verso il Mondiale 2026 potrebbe aprirsi in una serata indimenticabile. Punchline 1: se questa tattica è una mira, è da torneo di tiro al bersaglio: colpisce gli angoli, e l'Indonesia resta a bocca aperta. Punchline 2: se non va, non temete: la moka resta pronta per un altro caffè di mezzanotte e un nuovo tentativo di qualificazione.