Mancini contro Dyche: il duello per la panchina del Nottingham Forest entra nel vivo
19 ottobre 2025

È scattata una sfida all’ultimo respiro tra l’italiano Roberto Mancini e l’inglese Sean Dyche per la panchina del Nottingham Forest, entrambi desiderosi di rientrare in Premier League con la storica squadra di Nottingham, dopo l’esonero di Ange Postecoglou per una serie di risultati negativi.
Secondo Sky Sports, Dyche sarebbe il favorito per guidare i Forest, avendo avviato trattative concrete con la dirigenza, mentre Mancini resta in lizza per sostituire Postecoglou, licenziato dopo la sconfitta 0-3 contro Chelsea al City Ground.
Mancini, ex tecnico del Manchester City, ha avuto colloqui positivi con Forest; nel frattempo Luciano Spalletti era stato contattato ma non è più nella corsa. È trapelata anche la proposta di Pedro Martins, ex Olympiakos ora in Qatar, che però è uscito dai radar.
Nonostante Mancini resti in corsa, Sky Sports indica Dyche come principale candidato e l’annuncio potrebbe arrivare in pochi giorni se il proprietario Evangelos Marinakis ritiene sia la scelta migliore per guidare la squadra in questa fase.
Postecoglou, che non aveva vinto nessuna delle otto partite dall’inizio del suo mandato, è stato esonerato; Marinakis cerca stabilità nello spogliatoio e fiducia tra i giocatori, per rialzare le sorti di una stagione finora altalenante.
La dirigenza dei Forest vede in Dyche l’uomo capace di mettere ordine e motivare i giocatori, mantenendo la squadra in Premier League ma con ambizioni di posizioni più alte in classifica.
Marinakis ha sottolineato che il nuovo tecnico deve sfruttare gli investimenti pesanti della sessione estiva, oltre 180 milioni di sterline, e che i giocatori non impiegati, per un valore di circa 130 milioni, hanno influenzato le scelte gestionali. La decisione definitiva è attesa prima della sfida di Europa League contro il Porto, in programma giovedì.
Legami precedenti
Dyche è legato a Nottingham Forest fin dai tempi da giovane calciatore: in una recente intervista a Sky Sports ha ricordato come i giorni di allenamento e di vita di squadra a Nottingham siano stati fondamentali per la sua formazione.
Ha raccontato di aver vissuto momenti intensi con Roy Keane e di come quell’epoca abbia forgiato la sua visione del gioco e della leadership sul campo, elementi che ha poi saputo tradurre in qualità di allenatore.
Dyche continua a coltivare legami anche con lo staff di Forest, avendo lavorato in passato a fianco di Ian Woan e Steve Stone, e resta in contatto con ex compagni e figure chiave della squadra per mantenere viva la cultura del club.
Non mancano racconti di amicizie con ex giocatori e collaboratori, che evidenziano una rete di rapporti professionali e personali utili in eventuali momenti di transizione per la società.
Carriera media
Sean Dyche nasce il 1971 a Kettering, in Inghilterra, e muove i primi passi nelle giovanili del Forest durante gli anni ’80, sotto la guida di Brian Clough. Non esordisce in prima squadra, ma quell’esperienza lo forma come leader difensivo.
Trasferitosi al Chesterfield nel 1990, trascorre la maggior parte della carriera come difensore prestante e dall’animo combattivo, guidando la squadra fino ai quarti di finale della FA Cup 1996-1997 e consolidando la sua figura di capitano in campo e in spogliatoio.
Dal 1999 gioca per Bristol City e, dopo brevi parentesi a Millwall e Watford, chiude la carriera nel 2007. È noto per la tenacia difensiva e per la capacità di organizzare la linea, qualità che hanno definito anche la sua fase da allenatore, improntata a disciplina e coesione di gruppo.
Pur non avendo una carriera da protagonista ai massimi livelli, Dyche ha lasciato un’impronta significativa nei ranghi inferiori del calcio inglese, preparando il terreno per una carriera di successo come tecnico, basata su organizzazione, rigidità tattica e leadership consolidata.
Queste esperienze da calciatore hanno contribuito a plasmare lo stile dell’allenatore, che oggi viene valutato come candidato solido per traghettare Forest verso una stabilità durevole in Premier League, con la capacità di valorizzare la rosa e mantenere l’entusiasmo della tifoseria. Punchline finale: se c’è una cosa che Dyche sa fare, è fare ordine: persino i cori ritmici allo stadio sembrano più disciplinati della burocrazia del mercato. Punchline 2: Mancini lo prenderebbe a modello? Forse sì, ma solo se la tattica viene servita con la stessa precisione di un espresso doppio.