Rinard e la missione Indonesia: tattica e coraggio per il Mondiale 2026
8 ottobre 2025

Contesto e aspettative
In un momento in cui la tattica incontra la psicologia, Hervé Renard guida la nazionale saudita contro l’Indonesia nel playoff asiatico per il Mondiale 2026. L’approccio resta incerto: si procede tra possibilità offensive e robustezza difensiva, con l’obiettivo di definire una fisionomia chiara prima delle sfide decisive.
Stato della squadra e tattica
Da quando Renard è tornato al timone, l’identità dell’Arabia Saudita non è ancora definita: a volte si privilegia un calcio offensivo, altre una linea difensiva prudente. Le prestazioni hanno alternato luci e ombre senza una firma tattica netto che dia serenità ai tifosi.
La partita contro l’Indonesia, in programma mercoledì sera, è cruciale: chi vince va direttamente al Mondiale, mentre il secondo in classifica affronta uno spareggio successivo.
La seconda sfida del playoff sarà contro l’Iraq, mercoledì successivo; l’obiettivo è conquistare una posizione privilegiata nel raggruppamento per agevolare il passaggio al torneo planetario, evitando l’incertezza di un turno extra.
Analisi e prospettive
Da una parte, Hamad Al-Muntashri, ex stella saudita, evidenzia che la concentrazione resta la chiave per superare la prova: la testa deve guidare le gambe in campo. Inoltre indica Abdullah Hamdan come possibile soluzione offensiva, soprattutto se impiegato come incursore dietro l’attaccante centrale Firas Al-Breikan, con dinamiche che favoriscono la connessione tra reparto avanzato e centrocampo.
Ahmed Atif, altro ex giocatore, sottolinea che l’Arabia Saudita ha opzioni nel controllo del gioco e nella costruzione, ma che la difficoltà principale resta tradurre le occasioni in gol. Secondo lui servono giocatori capaci di creare superiorità numerica e saper verticalizzare l’azione, senza perdersi in tecnicismi superflui.
La strategia contro l’Indonesia punta su pressioni coordinate e transizioni rapide, sfruttando eventuali spazi concessi dall’avversario. La difesa dovrà essere compatta e reattiva, per evitare contropiedi e cross pericolosi dalle fasce. I tifosi sauditi temono l’assenza di una identità di squadra ben definita prima di una sfida così decisiva.
Formazione prevista contro l’Indonesia: Nawaf Al-Aqidi in porta; difesa Saud Abdul Hamid, Hassan Tambakti, Jihad Zakri, Metab Al-Harbi; centrocampo Musab Al-Juwair, Nasser Al-Dosari, Mohammed Kano; attacco Salem Al-Dosari, Firas Al-Breikan, Ayman Yahya. Questa disposizione mira a bilanciare la copertura difensiva con le accelerazioni offensive, sfruttando la rapidità dei trequartisti e la possibilità di inserimenti centrali.
Rivolgendosi all’Indonesia, Renard dovrà gestire la pressione degli avversari e la tentazione di complicare eccessivamente le trame; l’Indonesia è squadra organizzata, capace di sfruttare palle inattive e transizioni rapide, rendendo cruciale la tenuta difensiva saudita e la precisione nelle conclusioni a rete.
Dal punto di vista del pubblico e della stampa, cresce l’apprensione: la mancanza di una chiara identità di gioco alimenta dubbi prima di una partita che non ammette passi falsi. Tuttavia, se i giocatori sapranno mettere in pratica un piano equilibrato, la qualificazione resta una possibilità concreta.
Chiusura tattica: il programma di formazione propone un equilibrio tra soluzioni di possesso e uso degli esterni, con una curva di rendimento da mantenere alta per superare l’Indonesia e proseguire il cammino verso il Mondiale 2026.
Capitolo formazione: Portiere Nawaf Al-Aqidi; Difesa Saud Abdul Hamid – Hassan Tambakti – Jihad Zakri – Metab Al-Harbi; Centrocampo Musab Al-Juwair – Nasser Al-Dosari – Mohammed Kano; Attacco Salem Al-Dosari – Firas Al-Breikan – Ayman Yahya.
Analizzando i rischi, l’Indonesia risulta una seria minaccia sulle palle ferme e sulle palle inattive, mentre l’Arabia Saudita dovrà mettere in campo una fase offensiva pulita, con finalizzazioni rapide e un gioco di squadra coerente. Se il piano funzionerà, il Mondiale sarà più vicino; in caso contrario, la strada per il playoff globale resterà in salita.
In chiusura, due battute per alleggerire la serata: la tattica è seria, ma la palla ha un debole per le battute ruvidamente spietate. E se la strategia fallisse, il resto del mondo potrà sempre dire che al pubblico non è mancato l’entusiasmo. Punchline finale: la palla è rotonda, ma la serietà resta dritta come una puntura di freccia; e se tutto va storto, almeno avremo imparato una nuova grammatica del possibile. E ora una battuta in stile sniper: se la tattica non funziona, sparo una freccia di pazienza e sorrido.”