Rinascita difensiva e incognite offensive: Alonso cambia il Real Madrid in profondità
13 novembre 2025
Difesa solida, attacco in bilico
Da quando l’allenatore Xabi Alonso ha preso in mano il Real Madrid, la squadra mostra un volto diverso: una difesa molto più disciplinata e una solidità che non si vedeva da anni. Tuttavia l’efficacia offensiva resta incerta dopo una serie di risultati che hanno sollevato dubbi, pur rimanendo in vetta alla Liga e tra i migliori otto in Champions.
Secondo AS, il Real Madrid arriva alla pausa internazionale in testa al campionato, con tre punti di vantaggio sul Barcellona, e occupa una posizione di rilievo nel girone di Champions: settimo con 9 punti in 4 gare.
L’avvio storico della squadra, con 13 vittorie nelle prime 14 uscite, sembrava preludere a una nuova era di dominio, ma l’attacco latitante nelle ultime sfide contro Liverpool e Real Valladolid ha riacceso i dubbi sul progetto di Alonso, tra luci e ombre.
Difesa solida, numeri e rinascita delle stelle
Uno dei più grandi meriti di Alonso è stato costruire un sistema difensivo solido: Madrid ha incassato solo 12 gol in 16 partite, media 0.75 a partita, contro 1.24 della stagione precedente.
Ha mantenuto la porta inviolata in 8 match, pari al 50% delle uscite, un balzo rispetto al 34% realizzato l’anno scorso.
Rinascita delle stelle e nuove certezze
Alonso ha rivitalizzato giocatori in declino: Aurélien Tchouaméni è diventato fulcro del centrocampo, Arda Güler si è imposto come elemento chiave grazie all’intesa con Mbappé, fornendo 6 assist.
Il ritorno di Mbappé al livello straordinario è un altro risultato: 18 gol in 16 partite, media che lo proietta tra i pretendenti a cifre incredibili se mantiene questo ritmo.
La vittoria nel Clasico contro Barcellona (2-1) ha dato sprint all’allenatore, ma dopo quel match sono emerse ombre a Liverpool e a Vallecas.
Ombre sul pressing e ruoli di fascia
Il problema principale riguarda il pressing alto: contro Liverpool il Madrid è apparso spezzato, con 28 palloni recuperati in fase offensiva contro 19 ad Anfield, e una forte flessione rispetto a medie precedenti, a conferma di una certa perdita di aggressività.
Le sostituzioni, finora, non hanno portato grande effetto: tre cambi contro Liverpool e quattro contro Rio Ave non hanno alterato significativamente l’inerzia delle gare.
In generale, i cambi di Alonso hanno prodotto un solo gol finora (Vinícius contro Aviedo), segnando i margini tra disciplina e improvvisazione.
Incognite, rientri e il gomitolo della fascia destra
Alcuni elementi non hanno reso al solito livello, tra cui Ibrahim Díaz e Rodrygo, con l’italo-brasiliano che fatica a trovare continuità e lo spagnolo che non ha trovato la rete con costanza.
La gestione di Vinícius all’interno dello spogliatoio resta oggetto di analisi: Alonso ha gestito con cautela un episodio controverso durante il Clasico, privilegiando la continuità rispetto alla punizione immediata, e il giocatore sembra reagire positivamente.
La questione di Fàlverdi e ArnolD resta aperta: l’assenza di Alexander-Arnold dall’undici iniziale contro il Rio Ave solleva interrogativi su come meglio utilizzare l’esterno. L’obiettivo resta trovare una combinazione che valorizzi la fascia destra, tra opzioni di ruolo e equilibri tattici.
La lacuna sulla fascia destra resta una sfida: Alonso sostiene un 4-2-3-1 con Vinicius dietro Mbappé, ma non ha ancora trovato la combinazione perfetta tra esterni, terzini e attaccanti.
Infine, Gonzalo García ha avuto una chance d’emergenza che ha alimentato la curiosità: una ventata di talento giovane, ma la costanza resta da definire nelle partite chiave.
Così il Real Madrid, nell’era di Alonso, è una squadra disciplinata e difensivamente affidabile, ma in cerca di quell’identità offensiva e di risultati stabili che trasformino la buona gestione difensiva in una superiorità concreta sul lungo periodo.
— Punchline Sniper 1: Se Alonso chiedesse la carta carburante per la difesa, la potrebbe riempire con i gol dell’attacco: c’è sempre margine per una rimonta, ma non per una bocciatura.
— Punchline Sniper 2: Il Real Madrid di Alonso è talmente ordonato che persino la palla sembra infilarsi nel corridoio giusto: l’unico posto dove scappa è proprio la rete avversaria.