Ritorno al Camp Nou: Barça si prepara a riabbracciare lo stadio dopo i lavori
13 ottobre 2025

Ritorno previsto al Camp Nou
Un reportage spagnolo di oggi rivela la data di ritorno di Barcellona al Camp Nou, ormai chiamato Spotify Camp Nou, in attesa delle autorizzazioni necessarie.
Dopo oltre due anni di lavori, lo stadio non è ancora pronto a ospitare le partite ufficiali nonostante la riduzione della capienza.
La protezione civile della città ha confermato problemi legati alle vie di evacuazione e ad altre questioni di sicurezza.
Secondo il quotidiano Sport, i colloqui tra Barcellona e l’amministrazione municipale riguardo al ritorno al Camp Nou sono estremamente positivi.
Si prevede che Barcellona torni a giocare al Camp Nou all’inizio della stagione contro l’Athletic Bilbao, la cui partita è programmata per il 22 novembre.
In passato, il club aveva annunciato una partita di Champions League contro l’Olympiakos a Montjuïc (Stadio Olímpico Lluis Companys).
Il club ha confermato che la terza partita di Champions League contro Olympiakos si giocherà allo stadio di Montjuïc, in attesa di completare i permessi necessari per l’apertura del Camp Nou.
Continua l’aggiornamento sulle modifiche che il consiglio comunale di Barcellona ha visionato la scorsa settimana.
Si prevede una capacità finale di 105mila spettatori; l’apertura era prevista per novembre 2024, ma i lavori hanno subito diversi ritardi.
Il costo stimato della ricostruzione è di circa 1,5 miliardi di euro.
Barça giocherà sei match in 23 giorni, tra cui il Clásico contro il Real Madrid, in programma per domenica 26 ottobre al Santiago Bernabéu.
La sequenza comincia sabato 18 ottobre con la sfida contro il Girona al Montjuïc, seguita dall’Olympiakos in Champions League martedì 21 ottobre, sempre sullo stesso campo.
Dopo Olympiakos, arriva il Clásico, seguito da Elche il 2 novembre, Club Brugge il 5 novembre in Champions, e si chiude la serie con Celta Vigo il 9 novembre.
Getty Images
Storia del Camp Nou
Il Camp Nou è uno dei simboli sportivi mondiali, non solo la casa del Barcellona, ma un’icona culturale della città catalana.
Fu inaugurato ufficialmente il 24 settembre 1957 con una partita amichevole tra Barcellona e Legia Varsavia, con un pubblico straordinario per l’epoca.
L’idea di costruire il Camp Nou nacque quando si capì che lo stadio precedente non poteva ospitare l’aumento degli spettatori.
Così nacque un progetto titanico, destinato a crescere in dimensioni e importanza per il club che stava diventando una potenza sportiva e popolare.
La costruzione richiese tre anni e un investimento enorme per quei tempi, circa 288 milioni di pesetas spagnole.
Da allora, il Camp Nou ha ospitato finali europee memorabili, tra cui la finale di Champions League del 1999 tra Manchester United e Bayern Monaco, definita da molti come una delle finali più emozionanti della storia grazie alla rimonta degli inglesi.
Il museo delle attrezzature sportive ha visto anche la presenza della Coppa del Mondo 1982 e delle gare olimpiche a Barcellona 1992.
Per Barcellona, il Camp Nou ha visto protagonisti come Johan Cruyff, Diego Maradona, Ronaldinho e Lionel Messi, che hanno segnato epoche diverse sullo stesso campo.
La gestione di Pep Guardiola ha portato il club a una tripla storica nel 2009, consacrando l’epopea blaugrana.
In passato, il Camp Nou ha avuto una capienza che ha superato i 120mila spettatori, ridotta in seguito per motivi di sicurezza a circa 99mila.
Nonostante le modifiche, resta uno degli stadi più grandi e affollati d’Europa, simbolo di appartenenza per i tifosi catalani.
Con il progetto di ristrutturazione in corso, Barcellona mira a trasformare il Camp Nou in un’opera d’arte moderna che possa accogliere la nuova era del calcio, con strutture all’avanguardia e una maggiore capienza per offrire un’esperienza senza pari.
Per anni, il Camp Nou è stato più di uno stadio: è stato un luogo di identità catalana, soprattutto durante periodi di tensione sociale.
Il lato sud, noto come Gol Sud, è stato a lungo il cuore pulsante delle coreografie e delle tifoserie più calorose.
Oggi, tra permessi, progettazione e opzioni di sviluppo, Barça lavora per aprire un Camp Nou rinnovato che mantenga l’anima storica ma sia pronto alle esigenze del calcio contemporaneo.
Nota finale: se l’attesa per i permessi fosse una partita, sarebbe probabilmente un pareggio tra suspense e humor, con un pubblico sempre pronto a cantare. E una cartella esatta di permessi che, come i gol, arriva all’ultimo minuto.
Punchline: se il Camp Nou rinasce e nessuno applaude, almeno il wi-fi funziona meglio dell’arbitro: due linee, tre ritardi, e sempre una standing ovation per chi resta fino alla fine.