Salm Al-Dosri: dall’eroe del Mondiale 2022 all’ombra nelle qualificazioni per il 2026
9 ottobre 2025

L’ombra di Al‑Dosri
Non sarebbe stato facile prevedere che Salm Al‑Dosri, capitano della nazionale saudita e volto più noto, potesse trasformarsi da eroe capace di trascinare la sua squadra a una figura meno efficace in campo, quasi una presenza senza catalizzatore d’azione.
Al‑Dosri è partito dall’inizio e ha partecipato al successo per 3-2 sulla Indonesia, mercoledì sera, allo stadio Al‑Inma, nella prima giornata del girone B della fase di qualificazione asiatica per il Mondiale 2026.
La presenza che non si traduce in pericolo
La sua presenza era fisica più che mentale: sembrava quasi perso in campo, e quando ha avuto occasioni per aprire la partita ha fallito, rendendo difficile per i compagni creare vere occasioni per segnare.
Durante i 90 minuti, Al‑Dosri ha toccato la palla 57 volte, ha effettuato 36 passaggi con una percentuale di precisione dell’81% e ha fornito 3 passaggi chiave, oltre a 3 cross, di cui solo uno giusto, e una palla lunga altrettanto precisa, oltre a una sola situazione offensiva da cui è scaturita una possibilità.
Numeri e momenti negativi
Il rendimento offensivo è stato carente: ha messo a referto due tiri in porta, e un altro tentativo respinto dal portiere, oltre a due chiare occasioni fallite su contropiedi maturi contro l’Indonesia.
Anche le sue velleità nell’uno contro uno hanno avuto esiti modesti: 3 dribbling tentati, 1 vinto; 8 duelli vinti su multiple occasioni, e una perdita di possesso in 15 circostanze diverse, con un solo fallo tattico e un fallo di attacco non sanzionato.
Un rigore contestato e la fiducia perduta
Qualche minuto prima della pausa, la Saudí piegò la situazione con un rigore procurato da Faris Al‑Breikan. Al‑Dosri si fece da parte e cedette la battuta al compagno, segnando ma rischiando di non valere; la conclusione sfiorò la traversa dopo aver toccato la mano del portiere e aver quasi infilato la rete.
Breikan ha riferito che la decisione su chi batteva i rigori era definita in precedenza prima dell’incontro, affidandosi alle indicazioni dell’allenatore Reynard. Il retroscena evidenzia come la gestione delle sfide decisive sia affidata a scelte condivise piuttosto che a un solo giocatore della linea offensiva.
La decisione di non affidare i rigori a Al‑Dosri, dovuta al recente periodo di bagarre realizzativa nelle scadenze, riflette una fase di riflessione da parte della squadra e del tecnico su come valorizzare al meglio i talenti presenti.
L’andamento delle qualificazioni e l’eredità di Mancini
L’assenza di continuità offensiva di Al‑Dosri è stata discussa anche al di fuori del singolo incontro. Sotto la guida di Roberto Mancini, l’ala saudita ha disputato 16 incontri, segnando solo due reti e fornendo un assist. Dopo la sua partenza, ha giocato 9 match con lo stesso numero di reti e assist, ma l’impatto sul gioco resta inferiore rispetto al repertorio del Mondiale 2022.
Il rallentamento coincide con una fase di transizione tattica: Mancini impose un’occupazione più difensiva, riducendo i rischi e aumentando la solidità del blocco arabo, con Al‑Dosri chiamato a coprire spazi e supportare la fase difensiva, più che guidare l’offensiva come in passato.
Da eroe di Qatar 2022 a punto di domanda per 2026
Il rilievo del pubblico saudita nei confronti di Al‑Dosri resta alto: fu tra i protagonisti del Mondiale 2022 a Doha, segnando decisivi contro l’Argentina e contribuendo all’approdo del team saudita alle fasi finali. In questa fase di qualificazioni, però, la sua produzione è stata molto meno incisiva: in 13 presenze nelle qualificazioni 2026 ha raccolto 7 marcature e 2 assist, ma anche una certa inconsistenza nelle singole uscite.
Durante la Coppa d’Asia 2023, non ha segnato alcun gol e ha fornito solo un assist in quattro match; nel Gulf Cup 2024 ha segnato un gol e fornito un assist in quattro incontri, gran parte di questa produzione derivante da una trasformazione di ruolo rispetto al passato.
Prospettive e attesa per Iraq
La squadra saudita resta in corsa per un posto diretto al Mondiale 2026, ma l’esame contro l’Iraq, in programma nella prossima sfida di qualificazione asiatica, sarà decisivo per capire se Al‑Dosri potrà ritrovare la sua efficacia offensiva e guidare la sua squadra al torneo iridato, mantenendo vive le speranze di tornare a brillare in grande stile.
In conclusione, la rinascita di Al‑Dosri resta una questione aperta: la gente si aspetta di vederlo tornare a incidere, perché quando la luce si spegne, spesso è la panchina a parlare più forte, e magari a ricordarci che anche i grandi eroi hanno bisogno di una mano per ritrovare la mira.
Punchline 1: Se segnare fosse una consegna di posta, Al‑Dosri sarebbe quello che manda una lettera a sé stesso… e riceve una ricevuta di ritorno per averla letta troppo tardi. Punchline 2: In campo è come un caricatore a basso livello: quando serve, ricaricare è un talento, ma spesso manca la energia giusta per far volare la pallonata.