Senza la stella dello Zamalek, la Supercoppa egiziana è in bilico contro l'Ahly
8 novembre 2025
Situazione sui giocatori e allenamenti
Le ultime evoluzioni nei lavori del Zamalek hanno confermato quanto riportato da Kooora: l"esterno Juan Pizera è indisponibile per la finale della Supercoppa egiziana contro l"Al Ahly, a causa di un infortunio muscolare non ancora recuperato.
Al contrario, Ady al-Dabagh e Mahmoud Bentaik hanno partecipato al lavoro di gruppo senza problemi, restando a disposizione dell"allenatore Ahmed Abd al-Raouf.
Nel corso dell"allenamento odierno, l"allenatore ha riunito la squadra per una sessione motivazionale, chiedendo massimo impegno per conquistare il trofeo.
Domani, domenica, la finale verrà disputata a Abu Dhabi alle 16:30 ora locale, con i due allenatori pronti a sfidarsi.
L'arbitro e la cornice della finale
La federazione ha annunciato l"arbitro turco Khalil Umut Miller per la finale tra Zamalek e Al Ahly, coadiuvato da due assistenti e dal VAR.
Umut Miller è noto per le sue decisioni precise e la gestione serena di pressioni e pubblico, caratteristiche utili in una sfida così attesa tra due grandi rivali.
Nel contesto delle semifinali, l"Al Ahly ha superato il Ceramica Cleopatra, mentre lo Zamalek ha prevalso sul Pyramids ai calci di rigore, grazie anche a una prova di carattere e freddezza sotto la pioggia di tifosi.
In chiusura, si è ribadita l"importanza della gestione del ritmo di gioco e della comunicazione con la VAR per evitare contenziosi nelle fasi decisive.
Arte e disciplina
Il giudice turco Khalil Umut Miller è descritto da esperti e analisti come uno degli arbitri emergenti più affidabili d"Europa, capace di mantenere equilibrio e autorevolezza in partite di alto profilo.
La sua carriera ha visto una rapida ascesa, con incarichi in competição internazionali e presenze in eventi di alto livello, confermando una tendenza verso gestione ponderata e decisioni trasparenti.
La designazione per questa finale rappresenta una tappa significativa, evidenziando la fiducia delle autorità continentali nelle sue capacità di dirigere incontri di grande rilevanza e complessità tattica.
Oltre all"arbitro, la gestione della partita coinvolge un gruppo di collaboratori e una rete di osservatori che monitorano l"efficacia delle decisioni in campo e al VAR, con l"obiettivo di salvaguardare lo spettacolo sportivo.
Durante le settimane scorse, Umut Miller ha diretto sfide tra grandi club turchi e ha maturato esperienza su palcoscenici europei, consolidando una reputazione di arbitro capace di mantenere lucidità anche sotto i riflettori.
In ambito nazionale, è stato valorizzato come riferimento per le sfide di alta intensità che richiedono controllo emotivo e letture rapide dei momenti chiave del gioco.
La stagione ha visto una progressiva affidabilità delle sue decisioni, elemento che lo rende una scelta strategica per una finale che potrebbe scrivere nuove pagine di storia.
In parallelo, i responsabili tecnici delle squadre hanno gestito i tempi di preparazione e le risorse disponibili, sfruttando al meglio la finestra tra semifinali e finale per ottimizzare la forma fisica e la compattezza del gruppo.
La finale tra Zamalek e Al Ahly si colloca in un contesto altamente competitivo, con entrambe le squadre che presentano filoni di vittorie e momenti delicati, pronti a convergere in una partita decisiva per il trofeo.
ecco come si sta muovendo la vigilia: le scelte tattiche, l"intensità degli allenamenti e la gestione psicologica si intrecciano con la necessità di capitalizzare le occasioni da gol, poiché ogni dettaglio può fare la differenza.
Infine, la combinazione tra esperienza e freschezza del parterre dei giocatori rimane al centro del duello, con i radar puntati sulle decisioni del tecnico e sul contributo delle seconde linee.
Humor finale: se questa finale fosse una corsa sulle montagne russe, qualcuno avrebbe già vinto la categoria 'colpi di scena dall'inizio alla fine'—ma senza dimenticare che il pallone, come l'ironia, è rotondo e torna sempre sullo stesso asse. Punchline 2: nel mondo del calcio, l'unico posto dove l'attacco è sempre la miglior difesa è la panchina, soprattutto se a guidarla c'è un allenatore che sa cambiare le carte in tavola con un semplice sguardo.