Settantanove cuori verdi: l’Arabia Saudita vola al Mondiale 2026 grazie a una generazione di stelle
15 ottobre 2025

La nazionale saudita si è qualificata per il Mondiale 2026, scrivendo una pagina d’oro nel suo libro di storia grazie a una nuova generazione di talenti che portano la bandiera verde con orgoglio e una buona dose di ambizione. L’accesso è arrivato al termine della fase play-off asiatica, con l’Arabia Saudita che ha chiuso come leader del gruppo 2 a quota 4 punti, in attesa di vedere come si risolveranno gli spareggi tra Iraq e Emirati Arabi Uniti per definire l’ultimo rappresentante della regione nel playoff mondiale.
Con questa qualificazione, l’Arabia Saudita raggiunge la settima partecipazione ai Mondiali, consolidando la sua posizione di nazionale araba-asiatica più presente sulla scena globale e proseguendo una missione comune verso un nuovo record storico nel mondo del calcio.
Per quello che riguarda la formazione, l’allenatore ha convocato 49 giocatori nel percorso verso l’accesso al Mondiale, evidenziando una rosa ampia e competitiva che ha saputo alternare protagonismo e minuti. In prima linea, il capocannoniere e figura di riferimento è stato Firas Al-Bariqan, con 15 presenze e 1123 minuti complessivi. A seguire, il capitano Salem Al-Dawsari con 14 incontri e 1241 minuti, insieme al trio Hassan Tambakti, Saud Abdul Hamid e Musab Al-Juwaeir, tutti con 14 match e vari minuti alle spalle.
In chiave reparto difensivo, Nasser Al-Dosari è stato presente in 12 gare, mentre Hassan Kadhish ha totalizzato 11 presenze. La lista comprende inoltre Ali Lajami (10 presenze), Mohammed Kanno (10), e Faisal Al-Ghamdi (10), a dimostrazione della profondità della rosa che ha sostenuto diverse fasi della campagna.
Altri nomi significativi includono Abdullah Radif, Saleh Al-Shehri, Mohammed Al-Owais, Marwan Al-Sahafi, Abdulrahman Al-Abd e Ali Hazazi, che hanno offerto contributi importanti con ruoli da titolare o da protagonista a turno. A chiudere la lista, vi sono giocatori con contributi più contenuti ma preziosi, come Abdullah Al-Khibr e Abdullah Al-Hamdan, a testimonianza di una selezione ricca di talenti emergenti.
49 giocatori in cammino verso il sogno
Questa campagna ha visto la partecipazione di 49 giocatori, che hanno preso parte a partite e minuti di grande valore nel percorso di qualificazione e negli ultimi playoff asiatici, sancendo un’eredità di opportunità e continuità per i prossimi anni.
La squadra ha vissuto un cammino articolato, includendo otto vittorie, quattro pareggi senza reti e altre tre sconfitte che hanno messo alla prova la resilienza del gruppo. Il finale è arrivato con un pareggio decisivo contro l’Iraq, che ha consentito al team di prendere il primo posto nel girone e di alimentare la stagione con l’opportunità di un nuovo appuntamento planetario.
22 gol che raccontano la storia
Durante le 18 partite di qualificazione, l’Arabia Saudita ha segnato 22 reti, una media di circa 1,22 gol a match, a testimonianza di un reparto offensivo stabile e affidabile. La maggior parte delle marcature è arrivata nel primo tempo (13 reti) rispetto al secondo, con due rigori segnati e tre errori dal dischetto.
Il primo gol dell’avventura è stato firmato da Saleh Al-Shehri, al 6° minuto contro Pakistan (4-0) nel 2023, primissimo lampo di una linea offensiva che ha dimostrato di poter rispondere alle pressioni internazionali. L’ultimo gol della corsa è stato segnato da Firas Al-Bariqan al 62° minuto contro l’Indonesia (3-2) nel turno di spareggio che ha chiuso definitivamente la porta al sogno del Mondiale 2026 per altre nazioni. La corsa diventa quindi una storia di continuità e di crescita che la Saudita ha voluto raccontare ai propri tifosi e al continente intero.
In sintesi, l’Arabia Saudita affronterà il Mondiale 2026 con una formazione ampia e una base tecnica solida, pronta a competere contro le migliori nazionali del mondo. E se qualcuno osasse chiedere dove stanno andando questa squadra, la risposta è semplice: dove la conquista dell’orgoglio nazionale li porta, con i piedi per terra e il cuore in campo. Punchline finale: se la mira è precisa, la rete non ci mette mai troppo a rispondere. E se qualcuno dice che è fortuna, ricordi che la fortuna è solo il coraggio mascherato da lavoro di squadra. Punchline finale 2: in fin dei conti, quando hai 49 motivi per credere, il Mondiale ti trova quasi sempre sul posto giusto, a bordocampo o in mezzo al campo, a dare battaglia e sorrisi al pubblico.