Shock in Asia: l'Indonesia accende la sfida contro l'Arabia Saudita all'alba del playoff Mondiale 2026
2 octobre 2025

Contesto e controversia sull'arbitro
L'Unione Indonesiana di Calcio ha acceso una vivace polemica prima della partita decisiva contro l'Arabia Saudita nel playoff asiatico per il Mondiale 2026, che si giocherà negli Stati Uniti, in Canada e in Messico. Secondo il quotidiano saudita Al-Sharq Al-Awsat, l'Indonesia ha presentato una protesta formale all'AFC riguardo all'arbitro designato per la sfida contro i sauditi.
L'AFC aveva nominato Ahmed Al-Ali, arbitro kuwaitiano, tra gli ufficiali che avrebbero diretto le gare del playoff. Questa scelta ha provocato la rabbia dell'Indonesia, che ha chiesto un arbitro neutrale, preferibilmente europeo.
Secondo Somarji, direttore esecutivo della nazionale indonesiana, non è stata fornita alcuna informazione ufficiale riguardo al ricorso presentato contro la designazione. Nonostante le dichiarazioni, l'assenza di una risposta concreta alimenta l'incertezza sull'imparzialità delle decisioni arbitrali.
Calendario, contesto e storia recente
Il playoff mondiale Asia vede l'incontro Saudi Arabia-Indonesia aprire ufficialmente il Gruppo Secondo, in programma mercoledì 8 ottobre all'Impianto Al-Enma. Successivamente, l'Indonesia affronterà l'Iraq sabato 11 ottobre, con la partita finale tra Arabia Saudita e Iraq prevista per martedì 14 ottobre.
Il sistema di qualificazione assegna la qualificazione diretta al primo posto, mentre il secondo classificato passa al playoff globale e il terzo viene eliminato definitivamente. Entrambe le squadre hanno così accettato un cammino complesso, imposto dall'esito negativo nella fase precedente che non ha garantito la qualificazione diretta.
In questa fase, l'Indonesia e l'Arabia Saudita hanno aggredito la zona centrale del gruppo, sostanzialmente per sorpassare Japan e Australia, che hanno ottenuto i due posti diretti. L'Iraq, avanzando al playoff, ha chiuso la classifica virtualmente sembrando una minaccia per il sogno di entrambe le contendenti.
Oltre all’Indonesia, Oman ha guadagnato l’accesso al playoff, posizionandosi nel gruppo della prima fascia insieme a Emirati e Qatar. Il contesto storico tra Indonesia e Arabia Saudita resta molto equilibrato, ma la bilancia pende spesso a favore dei sauditi.
Storia e prospettive
Il Sudairo, noto come “l'Azabache”, ha una tradizione di partecipazioni mondiali molto più lunga rispetto all’Indonesia. Dall’inizio del nuovo millennio, i due team si sono incontrati nove volte: l’Arabia Saudita domina con sette vittorie e un pareggio, a fronte di una sconfitta dell’Indonesia e un solo pareggio. L’ultima rassegna di confronti diretti ha visto l’Indonesia imporsi sul risultato di 2-0 al ritorno, alimentando la speranza di un possibile sorpasso nel playoff.
La storia continua: l’Indonesia ha una visione nostalgica del Mondiale, cercando la seconda partecipazione dopo il debutto nel 1938, quando era sotto l’egida dei Paesi Bassi. Per la Saudìa Saudita, invece, l’obiettivo è tornare a disputare un Mondiale, con la formazione che ha partecipato a sei edizioni (1994, 1998, 2002, 2006, 2018, 2022) e altri tentativi mancati durante i periodi di assenza.
La corsa al Mondiale
Entrambe le nazionali sognano la partecipazione al Mondiale 2026 e si sfideranno in una strada decisiva per accedere alle fasi finali. L’Indonesia, che ha perso posizioni chiave in questa fase, punta comunque a superare la concorrenza e a guadagnare un posto tra le grandi. La Saudìa, forte di una storia recente di partecipazioni, cerca il riscatto globale che le è mancato in passato.
In chiusura, entrambe le nazionali hanno ribadito la necessità di un arbitro davvero neutrale, chiedendo al contempo chiarezza sulle procedure e sulle notifiche ufficiali di ricorso. Il playoff asiatco prosegue con intensità, e i tifosi attendono con ansia i prossimi incontri: ogni rigore, fallo e decisione arbitrale potrebbe decidere chi volerà in Mondiale e chi dovrà restare a guardare da casa.
Tradizione e futuro
Il percorso è lungo e tortuoso: le due squadre hanno dimostrato talento, ma anche fragilità. L’Italia, in quanto fan di spettacolo, apprezza i colpi di scena e si prepara a seguire da vicino una sfida che potrebbe ridefinire l’ordine del calcio asiatco in vista di una competizione storica. E se il calcio resta una questione di spirito competitivo, in campo la neutralità resta una virtù rara e preziosa.
Punchline 1: Se l’arbitro è neutrale, la palla è l’unico terzo incomodo che può dire la verità senza paura di riflessi sui social. Punchline 2: Se cercate una decisione impeccabile, provate a chiedere al calendario: anche lui ritarda a volte, ma almeno non fischia.