Aballou: Un sito fatto da fan, per i fan

Spagna: dominio da un mondo a parte, una lezione di intelligenza calcistica

15 ottobre 2025

Spagna: dominio da un mondo a parte, una lezione di intelligenza calcistica
La Roja continua a stupire, anche con una panchina profonda e una rivoluzione silenziosa

Una Spagna dominante anche senza i suoi assi

L’allenatore georgiano Willy Sagnol ha osservato che la Spagna non gioca in un mondo qualunque, ma in un universo completamente diverso dal resto del calcio. Una frase che sembra blasfemia solo finché non la vedi in campo: una squadra capace di trasformare la palla in una sinfonia di movimenti e scelte, anche quando mancano i nomi più rinomati.

Il tecnico francese, che vinceva la Champions con il Bayern Monaco e fu finalista mondiale nel 2006, ha rilasciato questa valutazione dopo aver visto una Spagna “terza” minacciare otto o nove gol contro la Georgia, per poi travolgere la Bulgaria 4-0 e pareggiare un record storico di 29 partite ufficiali senza sconfitta.

Secondo ESPN, quel numero richiama la generazione dorata guidata da casillas, xavi, iniesta, busquets, alonso, puyol, alba, ramos, villa e torres, una trilogia di elementi che definisce la memoria di un calcio imbattibile.

La domanda che sale è: stiamo vivendo una nuova era d’oro della Spagna, forse la più brillante di sempre, anche senza i suoi fuoriclasse abituali in campo?

La versione di La Roja guidata da Luis de la Fuente continua a incantare e a vincere: nelle ultime due qualificazioni mondiali, la Spagna ha mostrato una profondità di rosa impressionante, tanto che la squadra poteva schierare una formazione piena di assenti.

Secondo ESPN, tra i convocati figuravano portieri come Juan García e David De Gea, difensori come Dani Carvajal e altri elementi di livello, centrocampisti come Rodri, Fabian Ruiz, Marc Casado, Gavi, Pedri, Dani Olmo e attaccanti come Morata, Joselu e Ferran Torres. Eppure, questa profondità non ha mai tagliato corto lo stile di gioco della squadra.

E se si aggiungesse Ferran Torres, assente per infortunio, la lista dei top-player fuori sede salirebbe a 20: una dimostrazione plastica della ricchezza di talenti a disposizione di De La Fuente.

Ma quale nazione al mondo può permettersi un’esclusione così massiccia di fuoriclasse e continuare a dominare? La risposta è semplice: nessuno.

Ancor più sorprendente, nell’ultima sfida della costa sud-orientale, il portiere georgiano Giorgi Mamardashvili, qui descritto come stella del Liverpool, ha salvato la sua squadra da una possibile sconfitta umiliante e ha acceso un dibattito su quanto la Spagna possa essere superiore anche contro avversari apparentemente al completo.

Quando Sagnol è stato interpellato sul perché di questa supremacy e della profondità d’organico, ha ricordato i tempi passati: la Spagna degli anni 80 e 90 era brava e giocava bene, ma non vinceva tutto. Oggi, ha aggiunto, è il frutto di una pianificazione decennale condotta dall’associazione calcistica spagnola, che ha costruito un modello vincente.

Ha citato Pedri come esempio: “il peso è emblematico di una brillante leggerezza”, sembra volare con la prima folata di vento, ma resta tra i tre migliori al mondo per intelligenza tattica e per come muove lo spazio a favore della squadra.

La Spagna produce giocatori con un’intelligenza calcistica eccezionale: anche quando mancano sei o sette titolari, i sostituti entrano nello stesso stile e mantengono lo stesso livello. Nei quattro anni recenti, la Roja ha raggiunto semifinali europee, medaglie olimpiche, finali e titoli in Nations League e Euro, dimostrando una continuità che superano qualsiasi singola featuring di star.

Se questi numeri fossero quelli di un cavallo da corsa, la valutazione salirebbe all’infinito: posizioni altalernate ma sempre sul podio. E l’uso di più di 63 giocatori nel periodo dimostra che la profondità non è una novità, ma una filosofia di lungo periodo, alimentata da una scuola di talento e disciplina.

In un’intervista, l’attaccante del Leeds United Ilia Grjojev (Ilia Grivoi) ha sintetizzato il pensiero diffuso: “Giocare contro l’Espagna è molto difficile: muovono la palla molto velocemente, ti chiedi se sia una magia o un trucco di matematica.” Ha aggiunto che guardare la Spagna è una gioia, perché sembra facile ma è estremamente complesso da contrastare.

La crescita non è casuale: la federazione inizia a lavorare con i ragazzi già dai 14-15 anni, selezionando circa 55 talenti all’anno e plasmandoli con rigore, tattica, gioco di squadra e responsabilità. Ginés Meléndez, ex responsabile dei giovani, ha spiegato che si lavora con la stessa metodologia dal 15 al 21 anni, creando una cultura in cui sistema e talento si integrano perfettamente.

Così, quando manca un giocatore chiave, arriva un altro che svolge lo stesso ruolo. Come disse Mikel Merino, dopo una doppietta contro la Bulgaria: “Siamo una famiglia”.

In una nota collettiva, Merino e Mikel Oyárzabal hanno raccontato di aver lavorato insieme fin da giovani: Oyárzabal ha segnato 13 gol sotto la guida di De la Fuente, inclusa la rete decisiva in finale di Euro 2024; la loro sinergia continua a brillare anche al club, dove hanno consolidato una leadership basata sull’amicizia e sul gioco di squadra.

Concludendo, Sagnol ha detto che Spagna e Portogallo rappresentano modelli da imitare per ogni altra nazione: una lezione di metodo, disciplina e gioco corale. E la sua frase finale resta un promemoria amaro ma pieno di ammirazione: la “Spagna reale” ha lasciato molti a leccarsi le ferite, ma anche a chiedersi come sia possibile giocare così bene.

Per riassumere: non è solo talento, ma una cultura di squadra che dura da decenni. Una filosofia che si mostra in campo, in allenamento e nel modo in cui l’allenatore e i giovani si preparano al domani. E ora, una battuta finale in stile sniper: 1) Se la Spagna gioca in un mondo a parte, forse l’unico modo per fermarli è prendere le chiavi di casa… e restituirle solo dopo aver imparato la grammatica della palla. 2) Se vuoi imitare la loro profondità, basta partire dai 14-15 anni: è lì che inizia la vera università del pallone.

Autore

Avatar

Karim Lejaffa

Sono Karim Lejaffa, giornalista sportivo francese nato nel 1997. Appassionato di astronomia, scultura su pietra e danza contemporanea, condivido con entusiasmo la mia visione sensibile dello sport.

Domande frequenti

Qual è il tema centrale dell’articolo?

La Spagna continua a dominare anche senza i suoi nomi altisonanti, grazie a una profondità di rosa, una cultura di disciplina e una gestione di lungo periodo.

Quante partite consecutive senza sconfitta ha la Spagna secondo ESPN?

29 partite ufficiali senza sconfitta.

Qual è il segreto della Spagna secondo l’articolo?

Un sistema che valorizza talento e disciplina fin dalla giovane età e che permette di mantenere lo stile di gioco anche quando i titolari mancano.