Chelsea tra infortuni e rotazioni: Lavia out per un mese, la panchina è in fermento
10 novembre 2025
Aggiornamenti sull’infortunio di Lavia
Un rapporto di un quotidiano inglese indica che Romeo Lavia, centrocampista del Chelsea, sarà out per almeno un mese a causa di un infortunio subito durante la partita contro Qarabağ in Champions League, mercoledì scorso, ed è stato sostituito da Moisés Caicedo.
La partita contro Qarabağ è stata la 30esima presenza di Lavia con il Chelsea in più di due stagioni, arrivato dal Southampton, ma non ha mai affrontato l’intera distanza di 90 minuti.
Si prevede che Lavia salti le sfide contro Burnley, Leeds United, Arsenal e Bournemouth, oltre alle gare di Champions League contro Barcellona e Atalanta.
Chelsea sta soffrendo una cascata di infortuni a centrocampo, soprattutto dopo l’infortunio al ginocchio di Enzo Fernández, che è stato escluso dalla squadra argentina per affrontare Angola questo mese.
Mariska difende la politica della rotazione
Enzo Maresca, allenatore del Chelsea, ha risposto alle dichiarazioni della leggenda Wayne Rooney che criticava la politica della rotazione, dichiarando di rispettare pienamente le opinioni di tutti: “Siamo in un’epoca in cui chiunque può esprimere un’opinione, e la rispetto completamente”.
Ha aggiunto che fin dal primo giorno nel club questa è stata la sua visione: la rotazione tra i giocatori. In passato nessuno si è lamentato, ma se non si vince, capisco che qualcuno possa non essere d’accordo.
Maresca ha chiarito la sua filosofia: “Quando ruotiamo giocatori come talenti internazionali, non si tratta di una rotazione casuale; sono giovani di valore che hanno bisogno di opportunità per migliorare”.
“Questi giocatori sono talentuosi e giovani; è normale offrire loro la possibilità di commettere errori per crescere”, ha aggiunto.
Ha ricordato un episodio passato con un altro giocatore: “È successo lo stesso con Josh AtchamSHIP? Hanno capito che la rotazione diventa problema solo quando non arrivano le vittorie; allora sembra che tutto il resto sia in crisi”.
Secondo Maresca, il calcio odierno richiede un cambio di gestione dei giocatori rispetto agli anni passati: “Il gioco di oggi richiede più resistenza fisica e velocità; è impossibile schierare la stessa formazione in 65 partite”.
Il tecnico ha aggiunto: “Prima non era così; ora la rotazione è necessaria per affrontare un calendario lungo”.
Maresca ha paragonato la stagione a un ‘‘maratone lungo’’: “Se la si guarda come una corsa lunga, bisogna gestire la squadra con saggezza. Se arriviamo a febbraio o marzo, potremmo rivedere le scelte, ma ora è tempo di prepararsi a un lungo campionato”.
Sull’obiettivo di competere per il titolo della Premier League, Maresca ha insistito sull’approccio partita per partita: “Non amo pensare a ciò che potrebbe accadere ad aprile o maggio. L’obiettivo immediato è vincere la prossima partita; se vuoi puntare al titolo, devi pensare a ogni match”.
Riguardo la situazione di Lavia, Maresca ha espresso frustrazione per gli infortuni ricorrenti: “È chiaro che il giocatore stia soffrendo infortuni ripetuti nonostante i minimi minuti in campo. Dobbiamo continuare a cercare una soluzione per aiutarlo ad adattarsi alle esigenze del club”.
Tattica e flessibilità
Sul versante tattico, Maresca ha spiegato: “Cerchiamo sempre soluzioni. Quando abbiamo preso gol su cross lunghi contro Tottenham, la nostra strategia ha funzionato bene”.
Ha aggiunto: “Quando si adotta una mossa tattica, l’avversario può rispondere in modo diverso; è come una partita di scacchi: dobbiamo essere pronti”.
Ha concluso: “Amo evolvermi come allenatore e se fosse possibile usare i lanci lunghi come rimedio, proverei a farlo. Al momento no, ma il futuro offre molte possibilità”.
Il Chelsea è attualmente terzo in Premier League con 20 punti, grazie al 3-0 su Wolverhampton sabato sera. In Champions League, i Blues sono 12esimi con 7 punti dopo quattro turni: due vittorie, un pareggio e una sconfitta.
Punchline finali: se la rotazione è una scusa per non vincere, è la scusa più elegante che conosca; e se i giovani non sbagliano mai, è perché hanno già imparato a chiamare la panchina “casa temporanea”.