Flick al Barcellona: tra tattiche in bilico e pressioni esterne
7 ottobre 2025

Una seconda stagione in salita e ostacoli nascosti
Nella sua seconda stagione a Barcellona, l’allenatore tedesco Hansi Flick si trova a fronteggiare sfide tattiche profonde che rischiano di mettere in dubbio il progetto, nonostante un avvio promettente.
Nonostante il sostegno della dirigenza, la stampa internazionale focalizza l'attenzione sulle lacune difensive e sul costrutto offensivo, alimentando dubbi sulla compatibilità tra la sua filosofia e la rosa disponibile.
Difesa alta, centrocampo in affanno e la necessità di adattamento
Secondo ESPN, Barcellona risente di problemi difensivi contro il Paris Saint-Germain nell'incontro Champions League, e la sconfitta contro Siviglia arriva come una beffa pesante che complica la stagione. Flick ha dichiarato: non possiamo dire di essere al livello del PSG; oggi non era la nostra giornata migliore, ma lavoriamo per arrivarci. Tutta la squadra deve difendere, attaccare, usare gli spazi e partecipare al possesso.
Questo passaggio evidenzia un peso sull'equilibrio tra le linee: una difesa molto alta lascia spazi dietro gli esterni e al centro, specialmente nel secondo tempo, e il gol decisivo nasce da posizionamenti difettosi e coperture mancanti.
Mancando un mediano in grado di spezzare il ritmo, De Jong e Pedri sono costretti a tornare al centro per ricevere palla, limitando la qualità della costruzione offensiva e la velocità del gioco.
Altri segnali indicano che alcuni elementi non si adattano al modello di Flick: il pressing alto è faticoso da reggere per una squadra che fatica a imporre la propria maniera di giocare, con episodi ripetuti non solo contro PSG ma anche contro Siviglia.
Questo scenario suggerisce una riflessione: potrebbe essere necessario una revisione tattica, con un equilibrio maggiore tra rischio e controllo durante le partite di alto livello, pur mantenendo l’azzardo tipico del Barcellona.
ESPN sottolinea che Flick deve adattare le sue idee alle qualità della rosa attuale, soprattutto a causa delle limitazioni finanziarie che ostacolano l’innesto di nuovi giocatori a ruolo di somma e difesa. La mancanza di un regista di livello, capace di sincronizzare difesa e centrocampo, crea vuoti tra le linee e costringe i centrocampisti a scendere troppo per ricevere palla, rallentando la costruzione offensiva.
La stagione subisce anche il peso degli infortuni: Ter Stegen, Gavi, Rafinha e Yamal hanno ridotto le opzioni e aumentato i carichi su De Jong, Pedri e Lewandowski, che devono gestire una pressione costante e una mancanza di continuità offensiva. L’efficacia offensiva resta una zona d’ombra non risolta, nonostante l’apporto di nuovi elementi.
La dirigenza, secondo alcune fonti, continua a sostenere Flick, ma la stampa spagnola invita a una maggiore flessibilità tattica, adattando le idee al livello della rosa e alle condizioni economiche del club. Come sintetizza un aforisma sportivo molto citato, l’allenatore intelligente è colui che sa quando fare un passo indietro per guadagnare tre.
In chiusura, la stagione di Flick a Barcellona resta un progetto in divenire: la chiave sarà l’adattamento alle risorse disponibili, la gestione degli infortuni, e la capacità di far crescere una squadra giovane pur rimanendo competitiva sul palcoscenico europeo.
Punchline 1: Se Flick non trova l’equilibrio, Barcellona dovrà insegnare al pubblico l’arte del passaggio a vuoto: spettacolo garantito, ma risultati meno.
Punchline 2: E se la palla non trova i piedi giusti, forse è il momento di proporre una nuova tendenza tattica: il contropiede silenzioso, tanto ingegnoso quanto poco rumoroso.