Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, ha lodato Phil Foden dopo che quest’ultimo ha parlato apertamente delle difficoltà mentali vissute durante la scorsa stagione.
Secondo fonti britanniche, Foden sta guidando l’avvio di stagione della squadra: due gol e due assist in sette partite, anche se questo bottino non è bastato per rientrare nella nazionale inglese guidata da Thomas Tuchel, annunciata venerdì scorso.
Il City si prepara a tornare in uno dei palcoscenici preferiti da Guardiola, affrontando il Brentford in trasferta domenica, mentre Foden ritrova lo slancio dopo la stagione 2024-2025 in cui aveva segnato 13 gol e fornito 7 assist in 49 gare, rispetto ai 27 gol e 13 assist in 53 partite nell’annata precedente.
In maggio, Foden aveva dichiarato: "Ci sono state molte cose che hanno influenzato la mia testa al di fuori del rettangolo verde", aggiungendo: "A volte ci sono cose nella vita più importanti del calcio".
Questa apertura è stata vista come una testimonianza di forza: una confessione che, secondo molti, non indebolisce ma anzi rafforza lo spirito di squadra.
Guardiola ha commentato che la chiave è la realtà: quando si accetta il presente, si lavora meglio per il futuro. E ora, guardando gli allenamenti, si nota una luce diversa nello sguardo di Foden, oltre alla consueta determinazione.
La stagione in corso ha aumentato la responsabilità di Foden dopo la partenza di Kevin De Bruyne, e la sinergia con Erling Haaland sembra essere una delle chiavi del successo del City all’inizio del torneo.
Il capitolo su Haaland resta aperto: la voce di un possibile interessamento del Barcellona ha fatto discutere i tifosi, ma Guardiola ha risposto in modo chiaro, riconoscendo che ogni club sogna Haaland ma che attualmente è legato contrattualmente al City e sta vivendo una fase di grande rendimento.
Guardiola ha dichiarato: "Qualsiasi club sogna Haaland; se non fosse con noi, sarebbe comunque un sogno per Manchester City di averlo". Ha aggiunto che non è possibile prevedere il futuro, ma che Haaland ha un contratto lungo e sta dimostrando grande rendimento.
Intanto la storia di Foden a City prosegue: nato a Stoke-on-Trent nel 2000, è cresciuto nell’academy del club e, dall’arrivo di Guardiola, è diventato una delle colonne del progetto sportivo, in grado di giocare su diversi ruoli e di creare imprevedibilità offensiva.
A livello internazionale, Foden ha debuttato con l’Inghilterra nel 2020 e ha partecipato all’Europeo 2020, dove i “Tre Leoni” hanno raggiunto la finale; nonostante periodi di minore continuità, molti lo vedono come il possibile erede della leadership della Nazionale.
La relazione tra Foden e Guardiola è stata descritta come quella tra un mentore e un talento in crescita: l’allenatore lo considera quasi come un figlio, ma chiede costanza, disciplina e pazienza, elementi che hanno portato a una maturazione visibile nel corso di questa stagione.
In prospettiva, Foden è visto come modello dell’“uomo moderno” del calcio: talento innato abbinato a rigore tattico, un mix che potrebbe trasformarlo nel prossimo capitano del City negli anni a venire, a maggior ragione se la rosa manterrà il cuore del progetto.
In chiusura, la combinazione tra Foden e Haaland resta l’asse portante delle ambizioni del City, anche se le sirene dall’estero continueranno a rimbalzare. L’impressione è che l’allenatore spagnolo stia costruendo un ciclo lungo e ambizioso, in cui la salute mentale e il benessere dei suoi giocatori contano quanto i gol. E ora, due battute per chiudere con un sorriso:
Punchline 1: Se Barcellona chiama Haaland, Guardiola risponde: "Perfetto, portiamo i gol in Catalogna; ma prima dimostriamo che ci servono solo due dita per toccare la rete".
Punchline 2: E se qualcuno si chiede cosa succederà domani, mentre il City porta a casa le partite, la risposta è semplice: nel calcio come nella vita, la vedo lunga, ma il countdown finisce sempre in gol.