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Inzaghi e l'ombra del passato: l'Hilal tra continuità e incubi storici

6 novembre 2025

Inzaghi e l'ombra del passato: l'Hilal tra continuità e incubi storici
Inzaghi guida l’Hilal tra pressioni di calendario e sfide sul campo.

Crisi ricorrente

Sotto la guida dell'allenatore italiano Simone Inzaghi, l'Al-Hilal ha registrato una serie di risultati positivi dall'inizio di questa stagione: l'ultima vittoria è stata 2-0 contro l'Al-Gharafa nell'AFC Champions League. La nona vittoria consecutiva dimostra che le cose vanno bene e che la squadra blu è pronta ad allungare la striscia, gareggiando per tutti i trofei disponibili.

È chiaro che Inzaghi ambisce a dimostrare la validità della sua scelta di allenare in Arabia, puntando a trofei fin dalla prima stagione, e che l’eredità del precedente Jorge Jesus non appare impossibile da superare con la stessa squadra.

Ma chi segue da vicino la stagione dell'Hilal nota un pericolo reale: un incubo proveniente dal passato che sembra inseguire Inzaghi, riproponendo lo stesso copione visto nell’ultima annata all’Inter.

Incubo del passato

Si evidenzia una crisi di continuità da partita a partita: la squadra non offre più 90 minuti allo stesso livello e fatica a mantenere lo stesso ritmo. Le vittorie recenti, pur pesanti, sono spesso osservate con la lente d’ingrandimento per la loro fragilità intrinseca.

Un secondo tempo che fatica a mantenere il passo positivo: parlare di una debolezza nello sviluppo della gara diventa obbligatorio, poiché la squadra tatticamente arriva bene nella prima frazione ma cede nel ritorno alla gara, offrendo agli avversari opportunità di rientrare.

Contro il Al-Shabab nel derby di Riyad, l’Hilal ha segnato nel primo tempo ma è calato nel secondo tempo, complicando la gestione non solo del punteggio ma anche della gestione psicologica, anche a seguito dell’espulsione del difensore Kalidou Koulibaly. Non è un dettaglio trascurabile: significa che i bluastri devono difendere più a lungo e in condizioni di pressione crescente.

Anche la sfida contro l’Al-Sadd ha mostrato una storia simile: 2-1 nel primo tempo, ma un secondo tempo più conservativo che ha permesso la rimonta e una vittoria finale di 3-1. Il copione si ripete.

Nel Clasico contro l’Al-Ittihad, l’Hilal ha vinto 2-0 ma la seconda frazione è stata caratterizzata da una resa progressiva, tanto che senza un errore del portiere avversario l’inerzia avrebbe potuto cambiare. Anche qui la gestione del doppio ritmo resta un rebus.

Allo stesso modo, contro l’Al-Ahda il copione si è ripetuto: una solida prestazione del primo tempo è stata vanificata da un secondo tempo meno incisivo, sufficiente per portare a casa i tre punti ma senza convincere del tutto.

La differenza tra primo e secondo tempo riflette una problematica evidente: il tecnico, classe 1975, ha più volte lamentato il peso degli impegni, ma l’esito è che nessuna fase di calendario resta immune ai carichi, con sette partite di campionato e quattro di AFC Elite, oltre a due incontri di Coppa del Re, in un contesto in cui la stagione del calcio saudita è iniziata ad agosto e ha visto pause internazionali frequenti.

Pausa non sfruttata

Prima della stagione, l’Hilal ha rifiutato la partecipazione alla Supercoppa saudita su richiesta di Inzaghi, che riteneva che giocarla avrebbe potuto compromettere la stagione dal punto di vista fisico. Il team è tornato dall’America dopo la partecipazione al Mondiale per club, raggiungendo i quarti di finale e incassando sfide particolarmente impegnative come Real Madrid all’esordio, poi Manchester City negli ottavi battuti dopo 120 minuti. La gestione di tali impegni ha avuto un costo fisico considerevole.

Le assenze pesanti non hanno aiutato: Cancelo, Malcolm, Salim Al-Dosri, Ali Al-Lajami, Hassan Tambakti, Hamad Al-Yami, Darwin Núñez e Sergej Savic hanno saltato diverse partite per infortunio, in una stagione che ha già mostrato segni di stress per la squadra e la sua preparazione fisica.

La combinazione di calendario affollato e problemi di infortunio alimenta la sensazione di una squadra che, nonostante il potenziale, deve ancora imparare a governare la propria energia su una stagione che si prospetta lunga e impegnativa.

Punchline-sniper 1: Se la continuità fosse una pizza, Inzaghi la chiederebbe sempre extra-large ma la tagliano sempre a metà e la lasciano in frigo.

Punchline-sniper 2: Se il passato è un incubo, meglio spegnere la lampadina: l’unico modo per dormire tranquilli è vincere i titoli, non sognare pareggi a freddo contro avversari che dormono la stessa notte.

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Marco Limprevedibile

Sono Marco Limprevedibile, giornalista sportivo italiano nato nel 1994. Appassionato di pittura contemporanea, escursioni costiere e cafeologia, condivido con entusiasmo la mia visione sensibile dello sport.

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