Mondiali 2026: in ottobre si decidono molte speranze – Egypt e Algeria guidano l’Europa che conta
7 ottobre 2025

Numero di posti disponibili per continente
Il Mondiale 2026 sarà ospitato da Stati Uniti, Canada e Messico con 48 team, una novità storica. Le sedi regionali cambiano le quote: Asia 8 diretti + 1 via playoff; Africa 9 diretti + 1 via playoff; Nord e Centro America e Caraibi 6 diretti + 2 via playoff; Sud America 6 diretti + 1 via playoff; Oceania 1 diretto + 1 via playoff; Europa 16 diretti.
Questa riforma amplia notevolmente le opportunità per nazioni emergenti e apre strade nuove ai playoff globali, dove tutto può succedere. Se una squadra sogna, può anche realizzarlo, basta crederci o chiedere al bar di quartiere dove seguono le partite con il tostapane acceso.
Chi è già qualificato per il Mondiale 2026?
Prima della sosta internazionale di ottobre, 18 nazionali hanno assicurato il posto. Le Canada, Messico e Stati Uniti sono qualificati automaticamente per essere ospitanti e paesi organizzatori. Dal continente asiatico si è già qualificata Australia, Iran, Uzbekistan, Giordania, Corea del Sud e Giappone; Nuova Zelanda rappresenta l’Oceania. Dal lato africano, Marocco e Tunisia hanno chiuso la pratica; dall’America del Sud Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador e Paraguay si sono già guadagnati l’accesso insieme a Uruguay. Bolivia e Nuova Caledonia hanno ottenuto il playoff globale da altre regioni, rivelando una singolarità gustosa del processo di qualificazione.
La lotta resta aperta in altre federazioni con ancora 30 biglietti disponibili, tra Europee, Africane, Americane e Asiatiche, lasciando spazio a sorprese e colpi di scena non previsti.
Chi può chiudere la qualificazione ad ottobre?
Le cifre che guidano le tattiche mostrano scenari alternati per ogni continente. In Africa, sei nazionali possono chiudere in gara nove: l’Algeria guida la Sette con 19 punti, mentre Uganda e Mozambico inseguono a 15; l’Egitto potrebbe chiudere la pratica se batte Gibuti o se Uganda e Mozambico non conquistano la vittoria. In pratica, una vittoria potrebbe bastare per restare in corsa, ma ogni punto conta come un voto in una democrazia molto competitiva.
In Europa, la matematica è complessa ma affascinante: Croazia potrebbe chiudere il 12 ottobre se vince su Repubblica Ceca e Gibilterra, con scenari incrociati sul resto del gruppo. Francia, Slovacchia, Svizzera e Inghilterra hanno piani simili, con date chiave al 13-14 ottobre per determinare chi prosegue automaticamente o chi si gioca la qualificazione sugli spareggi. Anche l’Inghilterra non è immune a sorprese: una combinazione di vittorie e sconfitte può determinare l’accesso anticipato o l’ingresso nel war room degli spareggi.
In Asia, sei nazionali si preparano ai playoff continentali: Indonesia, Iraq, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Due gruppi da tre si fronteggiano, con i primi due direttamente in finale e i secondi pronti per lo scontro al playoff globale. È una mini‑edizione di una finale a parte per l’elite asiatica, con l’occasione di creare nuove dinamiche nello scacchiere globale.
In Nord America, Honduras e Jamaica potrebbero già chiudere una parte del biglietto il 14 ottobre, con vittorie e pareggi necessari in scenari di qualifica diretta. In sostanza, ottobre potrebbe presentare i primi verdetti concreti in alcune regioni, ma la strada resta lunga per molte nazionali.
Osservazioni finali – La stagione delle qualificazioni è un mosaico di possibili finali. Le squadre che hanno preso slancio in autunno si ritroveranno al cospetto del mondo, pronte a scrivere nuove pagine di una storia che non è mai stata così varia e sorprendente.
Punchline 1: Se la qualificazione fosse una gara di sprint, alcune nazionali avrebbero già tagliato il traguardo… ma la linea è sempre lì, nascosta dietro l’ultimo rigore.
Punchline 2: E se non dovessero arrivare, niente panico: c’è sempre il playoff globale e, tra una sconfitta e una sgridata, una buona pizza aiuta a ricaricare le energie per l’anno prossimo.