Trossard resta ad Arsenal e svela il piano da blockbuster per lo stadio Emirates
7 ottobre 2025

La posizione di Trossard
Il calciatore belga Leandro Trossard, attualmente all'Arsenal, ha sempre negato di pensare di lasciare il club all'inizio di questa stagione, nonostante le indiscrezioni sul possibile trasferimento.
Arrivato all'Arsenal nel 2023 dal Brighton, da allora ha disputato 132 partite tra campionato e coppe, segnando 30 gol e servendo 25 assist.
In conferenza stampa odierna, mentre la Belgio prepara le qualificazioni mondiali contro la Macedonia del Nord, ha dichiarato che le voci di mercato non hanno mai avuto basi e che si sente molto a proprio agio con l'Arsenal.
Ha aggiunto che all'inizio della stagione ha avuto qualche problema di infortunio e che le indiscrezioni sono nate dalla sua minore partecipazione alle gare.
Trossard è tornato a far parte della formazione titolare, in vetta alla Premier League.
Ha proseguito affermando di aver trascorso settimane positive con l'Arsenal, sia a livello individuale che di squadra, e di sentirsi ora al meglio fisicamente e molto soddisfatto.
Ha aggiunto di aver giocato molto nelle ultime settimane, ha fatto ciò che doveva fare ed è contento di come stanno andando le cose.
La nazionale belga affronterà due sfide decisive il 10 e il 13 ottobre: ospiterà la Macedonia del Nord e poi sarà a Cardiff contro il Galles.
Conclude che la vittoria di venerdì e la trasferta in Galles sono l’obiettivo, che la Macedonia è una squadra di alto livello e che non bisogna sottovalutarla; occorre credere nelle proprie capacità per ottenere i tre punti.
Arsenal pensa di lasciare l Emirates?
Secondo diverse ricostruzioni, l’Arsenal valuta l’ipotesi di giocare alcune partite a Wembley temporaneamente mentre si realizza un vasto progetto di ampliamento dell Emirates Stadium, che attualmente ospita circa 60.700 spettatori.
La strategia mirerebbe a portare la capienza oltre i 70.000 posti, trasformando lo stadio in uno tra i più grandi d’Europa e del mondo.
L Emirates, inaugurato nel 2006, è un simbolo architettonico nel nord di Londra ed è stato uno degli stadi più grandi della capitale britannica prima del dominio di altri impianti.
Ma la gestione ritiene giunto il momento di potenziare sia gli aspetti commerciali sia quelli legati all’esperienza degli spettatori, dato che la lista d’attesa per abbonamenti supera le 100.000 persone e richiederebbe circa 20 anni per essere completamente smaltita.
La planificazione prevede modifiche all’inclinazione delle gradinate, ridistribuzioni di posti e forse un innalzamento del tetto, ma tutto dipende da permessi e valutazioni urbanistiche; l’iter è lungo e complesso.
La cronaca recente indica che il progetto sta accelerando dall’inizio dell’anno, anche se resta necessario superare ostacoli burocratici e decisivi parersis per l’autorizzazione.
Una nuova era per i grandi stadi londinesi
Da quando West Ham si trasferì al London Stadium nel 2016 e Tottenham inaugurò il proprio impianto nel 2019, Arsenal ha vissuto una fase di confronto per riconquistare la leadership tra gli stadi di Londra.
La dirigenza vorrebbe tornare a occupare un posto di grande rilievo, con Emirates ampliato che potrebbe diventare uno degli impianti più grandi d’Europa; l’ipotesi di tornare a Wembley per alcuni impegni europei è sul tavolo.
L’ente proprietario Kronke e la direzione cercando di ispirarsi a modelli internazionali, come il rinnovo del Bernabéu o opere come lo SoFi Stadium di Los Angeles, per costruire un impianto digitale capace di ospitare eventi non calcistici e conferenze.
Il progetto è stimato in circa 500 milioni di sterline; Deloitte riporta che nel 2023-24 Arsenal ha registrato ricavi da match day di circa 131,7 milioni e 105,2 milioni da vendite di abbonamenti nel periodo 2021-2024, numeri che giustificano una spesa così pesante ma che restano inferiori a quelli di Manchester United e Tottenham.
Ostacoli legali e amministrativi restano la sfida principale, soprattutto con il consiglio di Islington che ha limiti sull’altezza degli edifici. Le autorizzazioni urbanistiche, le modifiche di design e i tempi di realizzazione faranno del progetto una maratona piuttosto che uno sprint.
In breve, il tasso di crescita passa dal “perché no” al “quando si parte davvero”: la storia di Arsenal potrebbe cambiare volto, con un imponente salto tecnologico e logistico che fa sognare i tifosi, ma richiede pazienza e una buona dose di humor per non perdere la testa.
Da Highbury a Emirates
La mossa del 2006, dal vecchio Highbury al nuovo Emirates, aveva lo scopo di aumentare i ricavi e accogliere una fanbase più ampia; ora la strategia è orientata a un’evoluzione digitale e a una esperienza di intrattenimento allargata per i grandi eventi.
È chiaro che i proprietari americani puntano a un modello di stadio del futuro, simile a quelli di Bernabéu o SoFi, capace di ospitare grandi eventi e manifestazioni internazionali, con un design che favorisca sia la componente sportiva sia quella commerciale.
Punchline 1: Se allargano Emirates, finalmente la mia password di accesso al reality sarà più corta: basta login a tempo pieno, ci vediamo nel nuovo settore VIP. Punchline 2: E se Wembley diventa temporaneo, non temete: l’unico tasto che rimarrà premuto sarà quello della felicità dei tifosi quando arriva il gol del 90+.